giovedì 28 aprile 2011

Il randagismo: un fenomeno preoccupante. 650 mila cani rangagi in Italia

In genere bisogna avere molto rispetto per chi ama gli animali e per chi di questo suo amore ha fatto una missione. Purtroppo il problema del randagismo poco si può allacciare con l’animalismo, dato che le proporzioni assunte dal fenomeno, che non è solo piazzese, sono decisamente allarmanti e rischiano di minare, o l’hanno già fatto, salute e sicurezza della popolazione. Dal sito del ministero per la salute possiamo ricavare i dati che riguardano la diffusione del randagismo e su quanto sia preoccupante. Citiamo testualmente:


Dai dati rilevati sul territorio nazionale risulta che in molte regioni, soprattutto del Sud, il fenomeno del randagismo, ha raggiunto livelli drammatici ed è spesso fuori controllo.

Dall’ultima rendicontazione annuale (riferita all’anno 2006) inviata dalle regioni e dalle province autonome al Ministero della Salute, risultano 6.000.000 cani di proprietà e 590.000 cani randagi di cui solo un terzo ospitati nei canili rifugio.

I cani abbandonati continuano ad alimentare la popolazione vagante, inoltre molte femmine gravide partoriscono ed i cuccioli che non muoiono di stenti, diventando adulti, rappresentano un ulteriore serbatoio di randagi.

Alcuni di questi cani inoltre sono poco socializzati con l’uomo e si trasformano in soggetti “inselvatichiti” il cui controllo è più problematico, soprattutto quando si riuniscono in branchi.



I cani vaganti sul territorio, singoli od in branchi, possono:

1) rappresentare un potenziale rischio di aggressione per le persone

2) diventare serbatoio e veicolo di malattie infettive ed infestive, alcune delle quali trasmissibili all’uomo, non essendo sottoposti ad alcun controllo sanitario

3) essere causa di incidenti stradali; ogni anno si registrano centinaia di incidenti stradali, anche mortali, causati da animali randagi: “chi abbandona un cane, dunque, non solo commette un reato penale (legge 189/2004), ma potrebbe rendersi responsabile di omicidio colposo”

4) arrecare danni al bestiame domestico allevato

5) arrecare danni agli animali selvatici

6) alimentare il fenomeno del randagismo, in quanto non sterilizzati e spesso notevolmente prolifici

7) essere causa di degrado ed inquinamento ambientale sia nel contesto urbano, che nelle campagne, con conseguente polluzione di pest (ratti, topi), sinantropi ed insetti che a loro volta costituiscono una possibile fonte di pericolo per l’uomo.

Come se non bastasse a capire che la consuetudine di allevare i cani in strada è dannosa e pericolosa ecco altri dati (non so quanto aggiornati) che si riferiscono al danno e al costo quantizzato.

Sempre dallo stesso sito:

RANDAGISMO IN CIFRE

Gatti abbandonati ogni anno in Italia: 200.000

Cani abbandonati ogni anno in Italia: 150.000

Cani e gatti vittime della fame, della sete e di incidenti stradali: 280.000

Cani destinati ad una vita in strada o nei canili: 70.000

Cani che muoiono entro i 20 giorni dall'abbandono: 85%

Incidenti stradali provocati dall'abbandono in 10 anni: 40.000

Cani randagi in Italia: 650.000

Gatti randagi in Italia: 1.400.000

Business annuale dei canili privati: 100 mil. di euro

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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