Piazza Armerina. “La questione Pasquasia sembra assumere sempre più i connotati di una favola infinita”. A dirlo è Carmelo Salvaggio, ex lavoratore della Miniera e sindacalista che interviene sul dibattito: “Da ex segretario provinciale della ex Flerica Cisl di Enna, ed ex dipendente di Pasquasia, mi corre l’obbligo, visto che in tale vicenda il Sindacato è il grande assente, difendere la dignità di questi lavoratori, il cui solo torto fu quello di aver portato la produzione di Pasquasia ai massimi storici, ragione per cui furono fortemente umiliati e penalizzati da una politica regionale trasversale e parolaia. Fin dal 1995, parte di questi lavoratori furono utilizzati prima in lavori socialmente utili su progetti elaborati dall’Assessorato Industria del tempo, che poi per 3 anni li utilizzò in servizio di guardiania, servizio proseguito dalla Resais fino alla data di sequestro del sito.
Mi sarei aspettato dal Sindaco di Pietraperzia e dal Consigliere Regalbuto una difesa dei loro concittadini, che hanno continuato a prestare la loro attività lavorativa a Pasquasia, e se è vero che il sito sia la bomba ecologica che è stata presentata nelle riunioni dei vari Consigli Comunali, appositamente convocati, oltre quanto affermato a mezzo stampa, penso che sia diritto legittimo per questi lavoratori avere la copertura assicurativa INAIL contro il rischio amianto, estesa anche a quanti erano in organico alla data di chiusura. E’ notorio infatti che le malattie da esposizione all’amianto si manifestano anche dopo i 20 anni dalla contaminazione: accertato che i 30.000 metri quadri di pareti di amianto, nonché le circa 12.000 metri quadri di lastre di cemento-amianto, sono stati sempre presenti a Pasquasia, ancor prima del 1972. Ritengo doveroso evidenziare inoltre che nel nostro ordinamento giuridico il procurato allarme è un reato penale: non risulta che nei 20 anni trascorsi, dopo tutto quello che è stato detto e scritto su Pasquasia, qualcuno sia mai stato indagato per questo reato. Auspico – dice ancora Salvaggio - che la Magistratura, su cui ho piena fiducia, completi l’inchiesta in tempi brevi e dissequestri il sito, per consentire l’avvio della bonifica, nonché assicurare alla giustizia gli autori dell’atto vandalico compiuto a danno dei trasformatori, in quanto trattasi di reato contro il patrimonio regionale e indirettamente contro le popolazioni ennesi. Già nel 1992 un altro atto del genere fu compiuto ai danni della Miniera, nel momento in cui ignoti fecero precipitare in fondo al pozzo 4 la ventola con il relativo corpo motore. Credo che al Presidente della Regione, per l’autorità che rappresenta, e la responsabilità che gli compete, spetti l’onere di dire se Pasquasia ha un futuro produttivo, o meno, e se sì, dire ai siciliani quando, come e con chi, si riprenderà l’attività produttiva, ponendo in essere tutti gli strumenti utili allo scopo. Questo sgombrerebbe il campo da tentazioni finalizzate a continuare a parlare di Pasquasia sine die : come già detto, una certa politica è più adusa a parlare che a fare.”
Agostino Sella