E’ ben nota la problematica della sanità armerina culminata con la chiusura del reparto di ostetricia dell’Ospedale Chiello e la paventata chiusura dell’intero nosocomio.
Quale responsabile della Sezione della Sezione di Piazza Armerina del Tribunale per i Diritti del Malato, sono intervenuto indirizzando una circostanziata lettera al D.G. dell’ASP di Enna dr. Baldari il quale, invece di rispondermi per lettera, mi ha invitato ad un colloquio in viale Diaz.
Il Direttore Generale della ASP, purtroppo, è rimasto fermo nella determinazione di chiusura del punto nascita del Chiello, giustificandolo con il suo dovere di eseguire il disposto della legge regionale, con l’esiguità delle nascite nel reparto del nostro presidio ospedaliero (nell’ultimo anno n. 210 con il 40% di cesarei) e con l’imprescindibile necessità della “sicurezza” della madre e del bambino.
Tutte le nostre insistenze per la possibilità di consentire al reparto di proseguire la normale attività, limitando la sfera d’azione ai casi che non prevedono alcuna complicazione, non hanno purtroppo trovato accoglimento, anche, secondo l’Azienda, per le disposizioni dell’Assessorato regionale alla salute.
Per quanto riguarda l’intero nosocomio, peraltro, siamo riusciti ad ottenere le più ferme assicurazioni del dr. Baldari sul mantenimento del presidio ospedaliero e dei servizi di anestesia e rianimazione, cardiologia, chirurgia generale, ortopedia, nefrologia, medicina interna, pronto soccorso, radiologia, centro trasfusionale e laboratorio analisi.
Sebbene queste assicurazioni ci lascino un certo margine di sicurezza, restano però indiscussi i problemi della cardiologia, che presenta un organico assolutamente esiguo, che necessita di un concreto potenziamento e di altri settori per i quali ci ripromettiamo di intervenire adeguatamente.
IL RESPONSABILE DELLA SEZIONE
dr. Rodolfo Carcione