domenica 5 giugno 2011

Mario Conti: gli stranieri non vengono in Italia per delinguere. Basta con la caccia alle streghe.

Da qualche giorno su questo blog è presente un post dal titolo: “Si mette alla guida dopo avere bevuto alcolici, e gira per il centro della città dei mosaici con a bordo due ragazze minorenni: cittadino rumeno denunciato”
Come mi aspettavo, i commenti xenofobi e per di più odiosamente anonimi, non si sono fatti attendere. Ho deciso ,dunque, di scrivere un mio pensiero sull'argomento.
Viviamo in un epoca piena di contraddizioni, dominata dai mass-media che sono in grado in pochi minuti di generare nelle persone sentimenti contrastanti in funzione del denaro che scorre più o meno copioso nei conti correnti dei giornalisti.
Neanche io, che evito di guardare i telegiornali preferendo informarmi attraverso Internet, sono immune da tale fenomeno.
Allora, spesso, mi capita di chiedermi quanti degli italiani che non resistono al richiamo della tv, percepiscono quegli input spazzatura senza opporre alcuna resistenza, abboccando alle numerose esche lanciate in onda. La risposta mi si infila nelle orecchie ogni giorno, mentre attraverso Milano in treno per andare a lavoro. E' sulle bocche di tanti, troppi pendolari che si affannano per cercare di trovare un centimetro quadrato in più su quella carrozza maleodorante vecchia di 20 anni, spesso senza aria condizionata.
"Hai sentito di quello zingaro che ha scippato quella vecchietta ieri al parco", "Io non sono razzista, ma dovrebbero buttarli fuori che qui fanno solo male alla brava gente e paghiamo loro pure la retta per la mensa della scuola dei figli".
Spesso a queste affermazioni seguono considerazioni sul Grande Fratello e crisi di rabbia per l'idea che un tronista abbia lasciato una corteggiatrice da Maria De Filippi.
Ecco come comincia la mia giornata, sempre più spesso ultimamente. In quei momenti vorrei avere la saggezza di Gandhi per parlare a tutta quella gente di come la stanno deviando con "armi di distrazione di massa" per fargli dimenticare che è un loro diritto, dato che pagano le tasse, avere dei treni degni di tale nome, che è un loro diritto avere delle città dove l'aria è salubre e dove possono portare i figli in giro in bici senza rischiare l'ospedale per l'assenza di piste ciclabili.
Poi però mi ricordo di come il mio carattere spesso mi porti a dire e fare cose che, diciamo così, non sono certo da non violenza e allora somatizzo.
Vorrei chiudere gli occhi per un momento e immaginare di avere poteri sovrannaturali.

Vorrei avere la stessa capacità con cui il fantasma del Natale presente nella celebre opera "A Christmas Carol" di Charles Dickens, faceva vedere al vecchio Scrooge come passavano le festività quelle persone da lui tanto maltrattate.

Vorrei che, per una notte soltanto, tutti quelli che, non per colpa loro, hanno "abboccato" potessero vedere con gli occhi di un bambino bengalese, mentre svuota a mani nude,per pochi dollari al mese, i fusti pieni di rifiuti tossici che i paesi industrializzati scaricano nella baia di Sitakundu . 

Vorrei che toccassero con le mani di una donna ivoriana la fronte fredda del marito mentre gli dà l'ultimo saluto prima che il suo corpo venga gettato in una fossa comune dai guerriglieri che vendono all'occidente i diamanti sporchi di sangue in cambio di armi con cui andranno a mutilare le donne ed i bambini dei villaggi ribelli, per assicurarsi che nessun uomo possa nascere libero.

Vorrei che camminassero con le gambe esauste dei rifugiati del Congo mentre fuggono per giorni e giorni dai soldati mercenari, sperando di rimanere vivi abbastanza a lungo per vedere i loro figli, che si trascinano dietro, sbarcare sani e salvi sulle coste italiane per sfuggire alla morte che altrimenti li colpirebbe di certo.

Vorrei che pensassero con la testa di un ingegnere iraniano, costretto a fuggire dal suo lavoro, dalla sua casa, di notte, con i due figli piccoli, per strapparli alle catene di un regime che non tollera uomini liberi come lui.

 Vorrei che vivessero per un giorno come quell'ingegnere, costretto a vendere rose ai semafori di Milano, nonostante conosca le leggi di Lagrange, nonostante parli 5 lingue, nonostante gli insulti degli automobilisti infastiditi, nonostante tutto.

Vorrei, che ricordassero da dove vengono, che sentissero l'odore di muffa in quello scantinato affittato a 5 o 6 meridionali nelle periferie delle città del nord Italia nei cui quartieri bene si leggeva: "Non si affitta ai meridionali" e anche "Siciliani mafiosi".

Vorrei, infine, che ascoltassero queste parole che risuonano ancore nelle orecchie di molti cittadini americani e che, ne sono certo, hanno ispirato anche quelle del giuramento del primo presidente nero degli Stati Uniti:
http://www.youtube.com/watch?v=7MiP3BoUd_M

Smettiamo di alimentare le falsità che si leggono sui giornali, che gli stranieri in Italia ci vengono per delinquere, che tutti gli stupri, le rapine e gli omicidi sono causati da cittadini stranieri. E' FALSO! Documentatevi e aprite gli occhi.

Battiamoci, piuttosto, perchè nel nostro paese vi sia una giustizia più rapida, uguale per tutti, che vi sia certezza della pena. Basta con la caccia alle streghe.
Pensate con la vostra testa, osservate da tutti i punti di vista e...occhio ai fantasmi.

 Mario Conti





Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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