di Lucio Paternicò. A distanza di una settimana dalla fine del Palio dei Normanni , con i turisti andati via da Piazza Armerina, si può parlare con serenità sulla riuscita o meno di questa 56^ edizione, tutto senza turbare gli spettatori che sono tornati nelle proprie città.
Ogni anno l’organizzazione del palio risulta peggiorare per colpa della continua ingerenza della politica, che invece dovrebbe limitarsi a dare soltanto un supporto economico alla manifestazione, così come avveniva quando il palio era organizzato dall’Azienda Soggiorno e Turismo di Piazza Armerina.
Fermo restando la buona volontà di qualche partecipante e di qualche cosiddetto coordinatore, tutto il resto lascia pienamente a desiderare, infatti si è vista questa manifestazione depredata della sua principale caratteristica: la rievocazione storica e la spettacolarità.
Sono ormai lontani i tempi in cui Piazza Armerina si vestiva di drappi e bandiere, si addobbava di colori e insegne medievali, è finito il tempo in cui riusciva a creare un degno scenario per il nostro importante palio. Oggi invece si è vista una città spoglia al punto tale da rattristare i visitatori, che sono rimasti delusi per la mancanza delle magiche atmosfere medievali degli anni passati, tutto per colpa di un fare approssimativo all’insegna dell’essenziale.
Abbiamo voluto sentire il parere di Lucio Paternicò, che del palio ha una esperienza quarantennale, per analizzare i problemi e proporre eventuali soluzioni: “quest’anno ho avuto l’opportunità di vedere la manifestazione dall’esterno, con lo sguardo del turista, questo mi ha permesso di analizzare meglio la seconda grande risorsa economica e culturale di Piazza Armerina. Ho notato che il palio è cresciuto dal lato pubblicitario, ma con grande dispiacere ho visto che la qualità è notevolmente regredita per colpa sicuramente dei soliti personaggi che si sono dati il titolo di esperti del Palio. Bisogna avere il coraggio di ribellarsi ad un sistema politico che purtroppo utilizza questo evento per fini elettorali e di consenso politico. In un primo momento anche il sindaco sembrava aver capito quale fosse il vero problema del palio e voleva sradicare le inettitudini e le inefficienze ma, poco a poco, anche lui ha finito per cedere tutto ai qualunquisti ed agli inetti. Non si accorge che il palio ormai perde ogni anno un pezzo della sua storia e della sua spettacolarità. Basterebbe solo che prendesse in mano l’organizzazione e la affidasse ad un vero esperto per rendere immediatamente tutto migliore, così come ha fatto con Piazza Jazz. Gestire male questo evento medievale significa avere la responsabilità di far perdere alla nostra città l’opportunità di attirare turisti, a scapito della nostra economia. In questi ultimi anni si è assistito alla nascita di gruppi di lavoro che come unico scopo avevano solo quello di apportare modifiche al palio, non capendo invece che andava semplicemente protetto dall’ignoranza e dall’approssimazione. L’idea di smembrare l’organizzazione e spalmarla su molteplici soggetti ha prodotto un solo risultato: il disordine della manifestazione. Si assiste all’improvvisazione di pseudo-registi, di presentatori, di scenografi e coreografi, insomma tutto tranne che il vero amore per il palio, che va riconosciuto a pochi, fra cui Germano Crocco ed i suoi collaboratori, che hanno lavorato in condizioni avverse e con sacrificio per il bene del palio. Ma vorrei finirla con la mia disamina perché voglio lanciare una proposta al nostro sindaco: convocare un regista esperto della manifestazione per ricucire tutto, affidare ad un ente che abbia la capacità di valorizzarla e di produrre le risorse necessarie per non pesare nelle casse comunali. Ma per iniziare questo importante processo di riqualificazione della manifestazione, bisogna che il sindaco, così come aveva ben pensato di fare il primo anno del suo mandato, lo sottragga dalle grinfie di chi il palio lo sta semplicemente e inesorabilmente distruggendo per colpa della vanità personale”.
Lucio Paternicò