martedì 4 ottobre 2011

Giovane di Mazzarino accoltella accoltella amica che viene trasportata all'ospedale di Piazza

TITOLO: “Durante la festa patronale di Mazzarino, litiga con l’amico per futili motivi, ed al culmine della discussione, lo accoltella. La giovane vittima, sanguinante, viene trasportata dagli amici all’ospedale di Piazza Armerina, per essere medicato. Intervenuti subito i poliziotti armerini, e recatisi nell’abitazione dell’aggressore minorenne, vengono minacciati e colpiti: minorenne mazzarinese denunciato per lesioni aggravate, porto di abusivo di coltello, resistenza e violenza a PP..UU..; il giovane ferito, denunciato, a sua volta, per favoreggiamento.”




Nei giorni scorsi, gli uomini del Commissariato di Piazza Armerina - diretti dal Commissario Capo Gabriele Presti – hanno proceduto alla denuncia in stato di libertà di un giovane mazzarinese, F.O., classe 1994, mazzarinese, poiché ritenuto responsabile dei reati di cui agli artt. 4 della Legge 110/75, 582 c.p., 585 c.p. , 337 c.p., per avere - portando fuori della propria abitazione un coltello - attinto con una coltellata al cavo ascellare un amico, per futili motivi, nonché per avere, allo scopo di opporsi al loro controllo, i poliziotti armerini, colpendoli, ripetutamente, con calci e pugni, profferendo, altresì, al loro indirizzo diverse minacce. Altresì, la medesima persona offesa, B.S., classe 1986, mazzarinese, veniva indagato, per il reato di cui all’art. 378 c.p., poiché – attinto da una coltellata sferratagli dall’amico, come accertato in sede di indagini – aiutava l’aggressore ad eludere le investigazioni giacché, richiesto dai poliziotti di riferire circostanze utili




all’identificazione del colpevole, dapprima dichiarava di essersi ferito accidentalmente, quindi rifiutava di fornire indicazioni sul feritore, nonostante ne fosse amico.

In particolare, nella nottata in argomento, i sanitari del Pronto Soccorso armerino segnalavano ai poliziotti del Commissariato della città della Madonna delle Vittorie, che era giunto sanguinante un giovane mazzarinese, accoltellato da persona a lui nota.I poliziotti armerini immediatamente recatisi nel nosocomio, apprendevano dai sanitari, che poco prima era giunto –accompagnato da un gruppo di amici - il paziente B. S., attinto nella regione del cavo ascellare, da una coltellata, che lo stesso paziente riferiva essergli stata inferta – al culmine di una discussione – da persona a lui nota, e giudicato guaribile in giorni 7 s.c..

Il B. S., veniva interpellato dai poliziotti armerini sui fatti ma – pur richiestone – rifiutava di fornire indicazioni sull’aggressore. Si procedeva, pertanto, a richiedere informazioni in merito gruppo di amici che lo avevano accompagnato, e si notava che, addirittura, alcuni di essi avevano ancora la camicia intrisa di sangue, chiaro segno del soccorso prestato all’amico ferito.

Dagli accertamenti condotti, i poliziotti appuravano che i predetti giovani, fra cui il ferito, si trovavano a diporto per le vie di Mazzarino, al termine di una serata trascorsa in giro in occasione di una festa in quel centro, allorquando, già oltre le 02:00 di notte, venivano raggiunti nella Piazza principale dei Mazzarino - dal loro amico F. O., minorenne, odierno indagato. Nella circostanza, quest’ultimo, che si era unito al gruppo, improvvisamente, per ragioni che agli stessi giovani risultavano sconosciute, avrebbe avuto un violento diverbio verbale con il B.S., degenerato in una improvvisa coltellata sferratagli dal F.O., che, immediatamente dopo, si allontanava. Dopo il colpo ricevuto, il giovane iniziava a sanguinare copiosamente.

Nella circostanza, il giovane, ancorché ferito, rassicurava gli amici sul proprio stato di salute ed anzi pretendeva di essere accompagnato presso l’abitazione dell’aggressore.

Poiché il B.S. continuava a sanguinare, il gruppo di amici, preoccupati della sua salute, decideva di portarlo in ospedale, non presso l’ospedale di Mazzarino, ma per la ragione di tenere all’oscuro della vicenda familiari e conoscenti, si recavano presso la struttura ospedaliera della città dei mosaici.

Sulla scorta di quanto accertato, i poliziotti armerini, tempestivamente raggiungevano in Mazzarino l’abitazione del F. O., che si trovava in casa, nella propria camera da letto. Qui, ripetutamente richiesto, dagli agenti armerini e dai genitori, di alzarsi dal letto, lo stesso dapprima, rifiutava di alzarsi, quindi all’improvviso - allorquando gli operanti nuovamente tentavano di farlo alzare, sferrava calci e pugni agli stessi , colpendoli ripetutamente all’addome e agli arti. Prontamente immobilizzato, lo stesso continuava a sferrare calci e pugni per impedire agli operanti di bloccarlo, fino a quando i poliziotti armerini riuscivano ad ammanettarlo per impedirgli ulteriori violenze. Pur ammanettato, il minorenne persisteva nella sua condotta, profferendo ripetute minacce agli agenti. Sul posto, i poliziotti procedevano a perquisizione locale e personale, rinvenendo l’abbigliamento del giovane, che, chiaramente, recava visibili tracce ematiche.

Sulla scorta di quanto accertato e

1)      della condotta del giovane, risultata segnata da una particolare aggressività, deducibile dalla stessa circostanza che, lo stesso avesse seco un coltello, sul cui utilizzo non ha avuto tentennamento alcuno, tanto da servirsene per ferire un amico.

2)      La virulenza della condotta, peraltro, vieppiù aggravata dalla circostanza che la parte offesa fosse un amico, e che la discussione tra i due fosse scaturita da futili motivi.

3)      Dalla circostanza che l’indagato si è mostrato particolarmente offensivo anche nei confronti dei poliziotti, che ha ripetutamente colpito con calci e pugni, evidenziando una particolare aggressività, che soltanto la professionalità degli operanti ha ricondotto a mitezza.

Il F.O., veniva denunciato alla Procura della repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Caltanissetta, per gli indicati reati di lesioni aggravate, porto abusivo di strumenti atti ad offendere, resistenza, violenza e minaccia a PP.UU.., mentre il B.S.., per la reticenza mostrata nei confronti i poliziotti, ed il conseguente ritardo cagionato alle investigazioni, veniva deferito alla Procura della Repubblica erea, per il reato di favoreggiamento personale.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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