“ Ma con queste cariatidi ( foto di Bindi e Bersani ) il PD come può vincere mai ? “ (Agostino Sella 30. Settembre 2011 ) .
Caro Agostino, le tue provocazioni sono spesso per me un’ occasione di riflessione.
Se il PD non vince o non può vincere non è una questione di cariatidi , di personaggi antichi e perenni che non hanno alcun carisma neppure quello legato alle idee o alle strategie vincenti .
O almeno non è solo per questo.
Certo l’apparenza , l’immagine è sempre stata una componente importante nelle relazioni umane e sociali ; in questa società , è diventata un “valore” che, ipocritamente, nessuno sembra voglia ammettere ma , nei fatti, tutti riconoscono. Basta accendere la televisione per rendersene conto.
Tuttavia il carisma di un leader non dipende dalla sua immagine che certo può esserne una componente utile. La vera connotazione del leader è principalmente nella forza prorompente e coinvolgente del suo carattere e del suo temperamento . Leader si nasce e poi , facilmente, si diventa.
Comunque , adesso che il carisma di Berlusconi, , per sua colpa e per merito di alcuni magistrati , è andato ( e proprio il caso di dirlo ) ..a puttane, i leader del PD partono avvantaggiati nel confronto sul piano carismatico o quantomeno da posizioni non subalterne.
Ma sul piano delle idee? della coerenza con l’appartenenza ad un’area politica di sinistra come sta messo questo Partito Democratico.
E’ fatto noto e condivisibile che il governo Berlusconi rappresenti prioritariamente gli interessi di un blocco sociale di capitalisti , di lobby bancarie e finanziarie, di un ceto ricco e rampante di imprenditori , commercianti , artigiani e di colletti bianchi che , in parte, sono quadri dirigenti della Pubblica Amministrazione ( Stato, Regioni, Province , strutture sanitarie ) e, per il resto, liberi professionisti tutelati da ordini corporativi che ne garantiscono vantaggi e privilegi .
Il nodo cruciale che lega questo blocco sociale a Berlusconi è la garanzia di una grande tolleranza fiscale .La certezza che la riforma fiscale, madre di tutte le riforme, per quanto ai primi posti dell’elenco programmatico del centro destra , rimarrà sempre e soltanto una promessa sbandierata ma regolarmente disattesa ; perché solo provarci a farla significherebbe perdere il consenso di gran parte di questo blocco che tutto può sopportare tranne che qualcuno cerchi di cambiare i meccanismi “viziosi “ che garantiscono evasione e accumulazione di ricchezza personale e privata.
Lo sa bene Prodi che quando, pressato dalle ” vere sinistre” che lo sostenevano , tentò di introdurre procedure e vincoli che potevano prefigurare un sistema di efficace lotta all’evasione, nel giro di qualche mese , si vide costretto a dimettersi e scomparire.
Fedele al suo elettorato principale, Berlusconi ha fatto due manovre lacrime e sangue che colpiscono solo ed esclusivamente i soliti noti ( lavoratori dipendenti, pensionati, disoccupati e precari ) .
Il buon Tremonti ( notate come l’attacco ai conti dello Stato da parte della speculazione finanziaria sia stato immediatamente successivo al clamore ( pilotato??) delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il suo primo collaboratore Milanese ), il buon Tremonti, dicevo, aveva cercato di mitigare la mannaia sui ceti più deboli e , salvando anche le apparenze , aveva previsto un temporaneo contributo di solidarietà per i redditi più alti. Vi ricordate ? 10% da 90mila a 150mila , 5% da 150mila in su .
Ci fu un sollevamento generale, amplificato da giornali e televisioni i cui addetti ( giornalisti, editori etc. ) appartengono ovviamente alle fasce alte di reddito che sarebbero state toccate da quel tipo d’imposta.
Il PD , se vi ricordate, nella circostanza , non ha mostrato di apprezzare quella proposta e anzi, sottovoce e neanche tanto, ne ha sostenuto l’abolizione manifestando invece silenzioso assenso quando quel contributo di solidarietà è stato solo simbolicamente mantenuto ( 3% oltre 300mila euro ) ; ma soprattutto quando l’ entrata prevista di circa 4miliardi dal cosiddetto contributo di solidarietà è stata, invece, sostituita con l’aumento dell’Iva dell’1% che l’ha praticamente spalmata sui “soliti noti”; cioè attraverso un incentivo ad un aumento galoppante di tutti i prezzi e pertanto dando fiato all’inflazione che è la tassa più iniqua e subdola che si conosca perché si dice che colpisce tutti ma , in realtà, è una stangata soprattutto per i poveri , i redditi fissi da lavoro dipendente e i senza reddito, favorendo contemporaneamente l’ ulteriore arricchimento dei già ricchi che, siccome sono ricchi, si possono indebitare per restituire il prestato, opportunamente investito , con denaro svalutato.
E la patrimoniale ? che è l’unica tassa temuta dai ricchi? Persino la Confindustria si è detta favorevole ad accettarla in cambio di precise contropartite.
Il PD invece che fa? Dice di essere favorevole ma ammette che la patrimoniale deve essere applicata ai grandi patrimoni e sul quanto grandi non si pronunzia , si sentono tante cifre ( 1,5 - 3 – 6 milioni ) che , in ogni caso , non sono da lavoratori dipendenti o pensionati ma da benestanti ceti medio-alti ; niente di chiaro e semplice come fa, invece, la vera sinistra che chiede una patrimoniale con esenzione soltanto per la prima casa ! .
E intanto anche il PD condivide la dismissione del patrimonio pubblico
Anche qui, riflettete, un espediente per far cassa svendendo gli immobili dello Stato e ben sapendo che soltanto i ricchi potranno acquistarli per diventare sempre più ricchi.
Mi viene il sospetto che quel blocco sociale che ho prima descritto sia ben rappresentato non solo da Berlusconi e il suo centro destra ma anche e largamente dal PD; e che la lotta politica fra le più rappresentative forze partitiche è, in buona sostanza, non una lotta a difesa di posizioni contrapposte e in conflitto d’interessi ( lavoro/capitale, produzione/rendita, tartassati/evasori ) , ma una mera lotta di potere tra gruppi di analoga natura sociale che cercando di carpire il voto determinante ed emotivo dei soliti noti ( lavoratori dipendenti/ pensionati/ precari e senza reddito ) si confrontano e si scontrano per gestire il potere e governare nell’esclusivo interesse delle forze economicamente, socialmente e finanziariamente predominanti che ciascuno , per la sua parte, rappresenta.
Agli altri ( la maggioranza degli italiani che tirano la carretta e pagano regolarmente le tasse ) si lasciano soltanto le briciole sempre più rare e sempre più briciole …. sulle quali si avventeranno come folla famelica che è costretta a sgomitare per vivere un po’ meglio o per sopravvivere.
Il lavoro diventa sempre più raro , sempre più conteso, sempre più a nero , sempre peggio pagato.
E mentre i conti dell’INPS godono di ottima salute si pensa, e anche qui sono quasi tutti d’accordo, di aumentare l’età pensionabile che certamente renderà ancora più difficile l’inserimento dei giovani per i quali, a parole, tutti si spendono e spandono, ma nei fatti li lasciano o sfruttati , mal pagati e senza garanzie, o senza lavoro e senza speranza.
Per concludere il PD NON VINCE perché non sta a sinistra, cioè dalla parte dei deboli, dei lavoratori , dei giovani, dei disoccupati, dei pensionati, dei poveri e degli emarginati.
E’ un equivoco. Un partito di potere e non di governo.
Ma è vera anche l’altra. Il PD PERDE anche se si sposta a sinistra , perché gli verrebbe a mancare il sostegno di quella parte sociale, consistente ma soprattutto “determinante ”
( economicamente, mediaticamente, finanziariamente e lobbysticamente ) che costituisce il blocco analogo ma concorrente a quello che sostiene Berlusconi.
E tuttavia, siccome quest’anno alcuni giudici hanno inferto a Berlusconi formidabili uppercut che ne hanno fortemente compromesso l’immagine e il carisma , alle prossime elezioni non sarà difficile assistere alla fine del berlusconismo.
E torneremo a governi di coalizione tenuti in ostaggio da forze politiche anche sotto il 5%, tanto più se sarà stravolta l’attuale legge elettorale che , pur nella “porcata” della vietata preferenza, garantisce, col premio di maggioranza, la governabilità, impedendo o vanificando “ l’assalto alla diligenza “ da parte delle minoranze .