domenica 6 novembre 2011

Concetto Prestifilippo. "Nigrelli invece di sciorinare percentuali berlusconiane si dovrebbe indignare per la vicenda dei lavori alla Villa"

di Concetto Prestifilippo
Le lettere di smentita dei sindaci sono un classico.
Giunte in redazione, quasi sempre, sono accolte da sonore risate.
Ieri sono stato l’unico a non sorridere.
Mi ha ferito non la nota, ma la firma del sindaco di Piazza Armerina.
Nell’ordine. Non sono io l’autore dell’intervista all’assessore Sebastiano Missineo (l’autore dell’intervista è Antonio Fraschilla).
Io avevo pubblicato, il giorno prima, la cronaca dell’ennesimo ritardo. Ho raccontato una vicenda che dovrebbe indignare tutti. Indignazione che è stata ripresa e pubblicata da tutte le agenzie di stampa nazionali.



Sdegno etico che dovrebbe manifestare ogni amministratore pubblico. Non si ricorre mai alle smentite. I grandi politici, quelli di una volta, non smentivano mai. Così come non si sciorinano percentuali rassicuranti berlusconiane. Non amo le polemiche. Il sindaco Nigrelli dovrebbe saperlo. Gli voglio però rivolgere un invito. Abbandoni le statistiche e ascolti le ragioni degli operatori turistici. Alberghi, B&B, ristoranti, guide turistiche, agenzie di promozione, artigiani, fornitori, sono in ginocchio. Da quattro anni attendono il completamento dei lavori di restauro del Casale. Un certo Max Jacob, ammoniva: “Errare è umano. Dare la colpa agli altri, ancora di più”. Caro sindaco, se proprio vuole perdere tempo con le lettere ai giornali, manifesti tutta la sua rabbia e indignazione per quanto è accaduto. Scriva, con la stessa foga, che la Villa romana del Casale è il paradigma della disastrosa politica di conservazione dei beni culturali siciliani. Un sito che dovrebbe dare ricchezza e benessere, offre ai visitatori solo transenne e divieti. Per concludere, con indispensabile e immutata leggerezza: Amicus diu quaeritur, vix invenitur, difficile servatur (San Gerolamo). L'amico si cerca a lungo, si trova a stento, si conserva difficilmente.
P.S. La traduzione è riservata a quelli che, come me, hanno fatto studi tecnici. Il sindaco leggerà direttamente in latino.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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