Caro Agostino,
non è mia abitudine partecipare alle polemiche, a maggior ragione quando sono gratuite, ma l’intervento di Concetto Prestifilippo non mi consente di mantenere questa consegna se non altro per l’antica amicizia che mi lega a lui, anche se dalla citazione in latino che egli fa, mi par di capire che metta in dubbio anche questa.
Devo chiedere scusa a Concetto per avergli attribuito una intervista che non ha fatto: non avevo notato la firma abbreviata in fondo all’articolo che avevo attribuito a lui proprio perché aveva firmato la cronaca il giorno prima.
Ciò doverosamente fatto, le astiose parole di Concetto mi sembrano del tutto fuori luogo. In questi tre anni non mi ha mai chiesto, né da giornalista, né da cittadino, né in altra veste notizie sulla questione. Se lo avesse fatto, o se solo avessimo avuto occasione, anche fortuita, di parlarne, forse avrebbe un’idea diversa di ciò che è stato fatto – senza le necessità, questa sì berlusconiana – di collocare ogni azione sotto i riflettori dei media, con il solo scopo di costruire attorno alla villa un “cordone sanitario” con lo scopo di garantire la conclusione dei lavori per evitare che accadesse qualunque cosa (sempre possibile nelle opere pubbliche e spesso verificata dalle nostre parti) che potesse dare origine ad una incompiuta. Cioè solo ed esclusivamente nell’interesse della comunità e, in particolare, degli operatori del settore.
Ma nella sua nota c’è un errore di fondo che, conoscendo le capacità di Concetto, sono portato a credere che nasca da una lettura non serena della mia nota, ma piuttosto deformata da un pregiudizio di cui non è il caso di discutere in questa sede.
Non ho fatto alcuna smentita solo perché non c’era nulla da smentire. Ho solo segnalato che il titolo (che non viene comunque fatto dal giornalista, ma dalla redazione) e una frase dell’assessore in una risposta davano ai lettori l’impressione che la villa fosse chiusa.
Non è difficile comprendere che una informazione di questo tipo avrebbe generato conseguenze negative, come è avvenuto in passato, proprio nel comparto dei servizi turistici che da 4 anni stanno soffrendo per il prolungarsi dei lavori di restauro. Ho inteso, dunque, intervenire proprio in difesa del settore.
I dati che fornisco sono funzionali a questo obiettivo. Affermo, infatti, che in concomitanza con il cantiere le presenze si sono ridotte del 43% (dal 2007 al 2010) ma che quest’anno è iniziata l’inversione di tendenza. Non mi pare cosa da poco. Gli economisti e gli esperti di marketing affermano che per stimolare i mercati occorre dare sempre messaggi positivi e non negativi i quali deprimono ulteriormente la domanda. Il fatto che nonostante i lavori già a fine ottobre si registri un +11% di presenze alla Villa rispetto al 2010 è fatto tutt’altro che secondario ed è una buona premessa per il 2012. Che poi l’indotto delle presenze turistiche non si “spalmi” uniformemente tra gli erogatori di servizi (albergatori, ristoratori etc.) dipende da come essi si collocano nel mercato. Per alcune aziende che operano a Piazza nella ricettività o nella ristorazione il 2011 è stato un buon anno, magari non straordinario, ma, considerando la crisi generale e i problemi legati alla Villa, titt’altro che disprezzabile.
Concludo dicendo che concordo completamente con la definizione di Concetto «disastrosa politica di conservazione dei beni culturali siciliani» alla quale potrei aggiungere la velleitaria e dispendiosa politica di promozione e invitando Concetto a mettere da parte i pregiudizi e a dare una mano alla comunità proprio adesso che dobbiamo riconquistare il posto che compete a Piazza nel mercato internazionale del turismo. Io gli telefonerò per vederci. Non so se mi risponderà.