Il tuo articolo di ieri sui giovani e la destra mi ha fatto molto piacere, perchè hai, con molta onestá intelletuale, dato il giusto risalto a ragazzi politicamente da te lontani e contemporaneamente criticato i partiti di sinistra e la sinistra in genere.
Detto ciò non credo che la credibilitá e la maturità di un giovane possano essere prerogativa di un gruppo rispetto ad un altro: ragazzi che sanno far funzionare la propria testa sono ovunque, a destra al centro e a sinistra, cosí come nel sociale e nel volontariato.
È però vero che la classe dirigente di '"sinistra", anche quella locale, non ha ben chiaro questo aspetto, ed è ancora convinta di avere a che fare con giovani che, non avendo fatto le battaglie universitarie del 68 o del 77, o non avendo partecipato alle manifestazioni contro i missili nucleari a Comiso, siano quasi affetti da un peccato originale per cui non potranno mai essere come "quelli di sinistra" della generazione precedente.Su quanto questo sia falso e culturalmente misero è inutile dilungarsi.
È come se quelli che tu chiami di sinistra avessero un fardello di emozioni, esperienze e battaglie che non vogliono abbandonare, perchè altrimenti si sentirebbero persi e in crisi di identitá. In questo quelli che tu chiami di destra sono più liberi, più giovani, con un futuro e una identitá ancora da costruire e per questo più dinamici e attenti al mondo moderno.
Sinceramente però mi dispiace, perchè chi vive di passato, di sole esperienze regresse alla fine non si è accorto di essere giá morto!
In conclusione non posso che appoggiare il tuo invito a liberarci delle bandierine e lavorare assieme per il bene comune, dimostrando, come stiamo facendo in questo periodo con alcune manifestazioni (ospedale e Sp4), che l'humus sul quale creare coscienza collettiva è ancora formato dalla gente comune. Ed è quest'ultima che nei momenti di difficoltá riesce, al contrario di come dovrebbe essere, a prendere per mano la Politica e accompagnarla, insegnandole la strada. Spero che un giorno troveremo, all'interno della nostra comunitá, i modi per stare uniti e non dividerci, per focalizzare i problemi principali e risolverli assieme. Ma sono ottimista, e sono sicuro che gli attuali giovani, futura classe dirigente della nostra Cittá, sapranno fare molto meglio dell'attuale classe (non) Politica, unendosi e lavorando assieme. Bisogna solo che chi sta ancora nella stanza dei bottoni si accorga che il proprio tempo è ormai scaduto, prendendo coscienza che gente capace, dinamica, colta, preparata e moderna è lí che scalpita!
Riccardo Lionti