lunedì 12 dicembre 2011

Riccardo Lionti sui giovani e la politica a Piazza: "Chi sta nella stanza dei bottoni deve capire che il tempo è scaduto".

Caro Agostino
Il tuo articolo di ieri sui giovani e la destra mi ha fatto molto piacere, perchè hai, con molta onestá intelletuale, dato il giusto risalto a ragazzi politicamente da te lontani e contemporaneamente criticato i partiti di sinistra e la sinistra in genere.
Detto ciò non credo che la credibilitá e la maturità di un giovane possano essere prerogativa di un gruppo rispetto ad un altro: ragazzi che sanno far funzionare la propria testa sono ovunque, a destra al centro e a sinistra, cosí come nel sociale e nel volontariato.




Il fatto che la destra si sia appropriata dei temi della sinistra per me (che, stando alle vecchie categorie, sarei di sinistra) è cosa positiva. I temi dell'antimafia, della giustizia sociale, del femminismo e dell'ambiente non devono essere solo della sinistra ma patrimonio di tutte le culture politiche. Sinceramente non penso che Nino Cammarata la pensi diversamente da me sui temi prima elencati!
È però vero che la classe dirigente di '"sinistra", anche quella locale, non ha ben chiaro questo aspetto, ed è ancora convinta di avere a che fare con giovani che, non avendo fatto le battaglie universitarie del 68 o del 77, o non avendo partecipato alle manifestazioni contro i missili nucleari a Comiso, siano quasi affetti da un peccato originale per cui non potranno mai essere come "quelli di sinistra" della generazione precedente.Su quanto questo sia falso e culturalmente misero è inutile dilungarsi.
È come se quelli che tu chiami di sinistra avessero un fardello di emozioni, esperienze e battaglie che non vogliono abbandonare, perchè altrimenti si sentirebbero persi e in crisi di identitá. In questo quelli che tu chiami di destra sono più liberi, più giovani, con un futuro e una identitá ancora da costruire e per questo più dinamici e attenti al mondo moderno.
Sinceramente però mi dispiace, perchè chi vive di passato, di sole esperienze regresse alla fine non si è accorto di essere giá morto!
In conclusione non posso che appoggiare il tuo invito a liberarci delle bandierine e lavorare assieme per il bene comune, dimostrando, come stiamo facendo in questo periodo con alcune manifestazioni (ospedale e Sp4), che l'humus sul quale creare coscienza collettiva è ancora formato dalla gente comune. Ed è quest'ultima che nei momenti di difficoltá riesce, al contrario di come dovrebbe essere,  a prendere per mano la Politica e accompagnarla, insegnandole la strada. Spero che un giorno troveremo, all'interno della nostra comunitá, i modi per stare uniti e non dividerci, per focalizzare i problemi principali e risolverli assieme. Ma sono ottimista, e sono sicuro che gli attuali giovani, futura classe dirigente della nostra Cittá, sapranno fare molto meglio dell'attuale classe (non) Politica, unendosi e lavorando assieme. Bisogna solo che chi sta ancora nella stanza dei bottoni si accorga che il proprio tempo è ormai scaduto, prendendo coscienza che gente capace, dinamica, colta, preparata e moderna è lí che scalpita!
Riccardo Lionti

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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