lunedì 30 gennaio 2012

L'ISOLA DEI CORAGGIOSI E' A PIAZZA ARMERINA. Ieri ci hanno dedicato le prime due pagine de LA SICILIA.

Mario Barresi
Inviato LA SICILIA

Lavoro e cuore: l'Isola dei coraggiosi

In rete 16 associazioni, 50 imprese e centinaia di giovani per agricoltura e turismo di qualità

Piazza Armerina.Akeem, Wonna e Glory, profughi nigeriani, imparano dai ragazzi del paese tutti i segreti dei "tesori" delle chiese. Saranno loro, fra qualche settimana, a tenerle aperte anche di pomeriggio per ospitare i visitatori. Intanto una cinquantina di ragazzi si preparano a lavorare, assieme ad altrettante imprese, in un progetto solidale su turismo e agroalimentare. Mentre all'ufficio informatico della Diocesi sono indaffarati a sperimentare un progetto telematico, fra i primi a livello nazionale, per mettere in rete tutte le parrocchie. E qui i preti - oltre alle anime - vorrebbero salvare anche l'ambiente. Puntando su pannelli solari ed energie alternative.
Benvenuti a Piazza Armerina.

Che è la vivace capitale di una Sicilia che non si arrende. Un centro di gravità contagiosa, che si estende agli altri comuni della zona. Proprio nel cuore dell'Isola delle proteste, proprio quando c'è chi continua a sostenere che è meglio "commissariarla", questa Sicilia di fannulloni e di mangiasoldi. Ma il "commissariamento", qui, provano a costruirselo in casa. Con le spalle coperte da una Chiesa attenta e radicata sul territorio; anche grazie a un reticolo associativo stracolmo di fantasia e di voglia di mettersi in gioco, col sostegno di fondazioni, università e aziende. A costo zero, per le casse delle istituzioni locali, regionali e statali: e proprio qui sta il senso della (seppur involontaria) sfida al "sistema Sicilia" che fa acqua da tutte le parti.

Certo, i problemi ci sono. Anche qui. Con una popolazione che invecchia a ritmi vertiginosi e i giovani che fuggono a gambe levate. E il vescovo, monsignor Michele Pennisi, motore di tutto ciò che stiamo per raccontarvi non nasconde «il grido di disperazione che proviene da tanta gente che si sente abbandonata a sé stessa», né «il periodo di grave crisi economica e politica che rischia di sfociare in una rivolta». Eppure c'è della luce, in fondo al tunnel: «La solidarietà - auspica mons. Pennisi - deve prevalere sul tornaconto, la giustizia sull'illegalità. Il lavoro deve essere riscattato dallo sfruttamento, la dignità del lavoratore riconosciuta e tutelata. La convivenza civile deve essere affrancata dalla disperazione».
E poi ti basta guardarli negli occhi, tutti quelli - e non sono pochi - che restano nella trincea della quotidianità. Per capire quanta speranza concreta ci sia in questa realtà bella ma non addormentata. Pensiamo ad esempio all'ambizioso progetto (800.000 euro in tutto di cui 618.000 con risorse della Fondazione per il sud) che mette assieme Diocesi, aziende, famiglie, associazioni e giovani di Piazza Armerina, ma anche di Aidone, Barrafranca e Pietraperzia. «Sarà un consorzio di economia e turismo solidale, con il coinvolgimento di 16 associazioni e 50 imprese», racconta Agostino Sella, coordinatore dell'iniziativa. Fra le attività itinerari di turismo sostenibile, ma soprattutto una rete solidale fra famiglie e aziende per la vendita di prodotti locali. «Non si può parlare di lavoro con la elle maiuscola, ma per due anni una cinquantina di giovani della nostra zona saranno impegnati in attività utili e importanti». E, alla fine del cammino, questo piccolo grande miracolo dovrebbe camminare sulle proprie gambe: «È prevista - ricorda Sella - la costituzione di tre cooperative nei settori del turismo, dell'agroalimentare e dell'informatica». Un pezzo importante di questo incoraggiante mosaico è rappresentato dagli immigrati. Dodici profughi partiti dall'inferno della Nigeria e poi sbarcati - passando dalla Libia - nel caotico purgatorio di Lampedusa. E adesso accolti in questo minuscolo paradiso di provincia: «Alcuni di loro saranno protagonisti di un'altra parte del progetto, che prevede l'apertura delle chiese della diocesi grazie a giovani e volontari. Stanno prendendo lezioni sul nostro patrimonio culturale, saranno i ciceroni per accogliere soprattutto gruppi di visitatori stranieri».
Non c'è soltanto il progetto finanziato dalla Fondazione per il Sud, a bollire in questa pentola ricca di cose buone. Proprio un paio di giorni fa è stata firmata una convenzione fra la diocesi, l'Università Kore di Enna e l'azienda mantovana Anteklab. «Stiamo sperimentando - racconta Giuseppe Nicolosi, responsabile dell'Ufficio informatico della Diocesi piazzese - il progetto "ReteOmnia", cioè una rete per collegare tutte le parrocchie, gli istituti e gli enti di interesse diocesano in un unico sistema. Ridurremo i costi ma faremo soprattutto un salto di qualità nella comunicazione». Oggi sono già collegate sei parrocchie, ma - con fondi propri - la Diocesi vuole estendere l'esperimento: «La rete permetterà altre funzionalità come le videoconferenze, la videosorveglianza e il telelavoro, l'accesso ad internet con possibilità di filtro famiglia con connessione wi-fi anche in zone rurali, eventi e manifestazioni in diretta audio-video da qualsiasi luogo del territorio diocesano, l'accesso agli orari delle Sante Messe con geolocalizzazione delle parrocchie, possibilità di riunioni a distanza».
E oltre a questa roba da "smanettoni" c'è anche un contributo per migliorare la qualità della vita e il risparmio energetico: proprio venerdì don Francesco Poli (presidente del Centro di Etica ambientale) ha presentato a Piazza Armerina il progetto "Energia sostenibile nelle parrocchie", allo scopo di creare quello che viene definito un "Patto dei Parroci" per portare avanti progetti concreti. Come dire: un totem wi-fi e un pannello solare per ogni campanile. Sotto il quale c'è gente che ha deciso di non arrendersi. E tanti giovani pronti a scommettersi. Non è l'Isola dei famosi e nemmeno quella dei lamentosi. Questa è l'Isola dei coraggiosi.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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