venerdì 16 marzo 2012

La tavolata di San Giuseppe dell'associazione "Il Girasole"

Piazza Armerina. Tavolata di San Giuseppe anche per l’associazione di volontariato e promozione umana “Il Girasole” che già da qualche organizza, presso la propria sede di salita momento di festa, partendo dalla riscoperta delle nostre tradizioni più antiche e più significative, accompagnati in questo percorso pedagogico dai volontari. L’iniziativa si inserisce in un quadro più generale in cui sembra che questa antica tradizione in onore a S. Giuseppe, riviva una seconda giovinezza. In passato, infatti, la tradizione in città era ben radicata. Con il tempo, però, si è quasi rischiato di perdere questo importante patrimonio immateriale. Da alcuni anni, grazie al fattivo impegno di diverse organizzazioni no profit presenti nel territorio, tutta la città ha l’occasione di celebrare, anche con la partecipazione dei sensi e con un rinnovato senso di solidarietà, la festività liturgica di S. Giuseppe. Il programma ideato dall’associazione Il Girasole consta di due giornate: domenica 18 alle ore 16.45 il vescovo Michele Pennisi benedirà la Tavolata, che sarà visibile per tutta la serata. Lunedì 19 dalle 9.30 sarà possibile fare visita alla tavolata, con l’auspicio che siano numerose le scolaresche; nel pomeriggio dalle ore 17.30 saranno distribuite gratuitamente le pietanze che saranno state donate per la realizzazione della Tavolata, unitamente ad una forma di pane. Dichiara il presidente dell’Associazione, Calogero Pietraviva: “La Tavolata di S. Giuseppe è l’occasione per riproporre alcuni dei valori portanti della nostra società siciliana, quali la famiglia, la solidarietà, l’aiuto ai più bisognosi, il lavoro, che vengono sintetizzati nel gesto di donare a tutti un pane benedetto, quale simbolo di semplicità e umiltà, ma anche di abbondanza e di provvidenza. Ringrazio tutti quelli che vorranno donare una pietanza per il compimento della tavolata, sicuro che l’intercessione di S. Giuseppe, che come altri santi incarna i valori della semplicità e dell’umiltà, ci ottenga di accorgerci sempre dei bisogni dei nostri fratelli meno fortunati e di venire in loro aiuto senza se e senza ma”.
Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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