lunedì 25 giugno 2012

Piazza. Arrestati per detenzione armi.


TITOLO: “I poliziotti fanno accesso nel loro fondo rurale e loro li aggrediscono veementemente, nel vano tentativo di impedirgli di scoprire il loro arsenale, nascosto nell’abitazione rurale, arrivando persino a procurargli lesioni: coniugi arrestati”.

            Nel pomeriggio scorso, gli uomini del Commissariato di Piazza Armerina, diretti dal Commissario Capo Gabriele Presti, hanno arrestato AUGERI Vincenzo, piazzese classe 1977, pregiudicato e la coniuge -CASCINO Maria Concetta, anch’ella piazzese, classe 1985, indagati in stato di arresto, poiché colti nella flagranza dei delitti di cui agli artt. 110 c.p., artt. 2 e 7 della L. 895/67, art. 648 c.p. (ricettazione) in relazione alla detenzione illegale di un fucile da caccia cal. 12, vario munizionamento cal.12, munizioni cal., nonché, sempre in concorso tra loro, dei reati di violenza e minacce a P.U. (338 c.p.) in una prima fase e di resistenza a P.U. (337 c.p.) in una seconda fase e, ancora, di lesioni personali ai danni dei medesimi PP.UU. (582 c.p. – 61 n.1,2,8 e 10 c.p.).

I FATTI
In particolare, nel pomeriggio in argomento, i poliziotti armerini, unitamente a personale del Reparto Prevenzione Crimine di Catania, nell’ambito di predisposti servizi di controllo del territorio per la prevenzione e la repressione dei reati in genere ed in particolare a quelli in materia di armi, intervenivano presso l’abitazione rurale e nel Fondo di pertinenza, agro del Comune  Piazza Armerina, di proprietà e in uso ai coniugi per procedere alla perquisizione,
Un’avanguardia degli investigatori armerini raggiungeva il sito in argomento per ivi eseguire un primo sopralluogo e verificare la presenza dei proprietari, al fine di accedervi e quindi farvi confluire i rimanenti agenti successivamente.
In tale contesto, raggiunto l’ingresso del fondo, i poliziotti individuavano l’AUGERI Vincenzo (noto come un pregiudicato particolarmente rissoso, con i precedenti specifici per reati contro la persona) e la di lui moglie CASCINO Maria Concetta, e non potendo tralasciare il presidio dell’obiettivo, nonostante le difficoltà operative riscontrate, facevano ingresso nel fondo.
Subito si evidenziava l’atteggiamento irrequieto ed insofferente all’operato dei poliziotti da parte dei coniugi AUGERI/CASCINO, e nonostante venissero invitati a non allontanarsi, l’AUGERI Vincenzo, tentava di sottrarsi alla vista dei poliziotti.
Improvvisamente, l’AUGERI Vincenzo, senza alcuna ragione, adottava un atteggiamento aggressivo nei confronti degli agenti, scagliandosi contro gli stessi e, contestualmente, dicendo alla moglie di chiudere a chiave la porta del fabbricato rurale e di scappare via.
La CASCINO Maria Concetta, a conoscenza che all’interno del fabbricato si trovavano custodite illegalmente armi e munizioni, si attivava per impedire l’intervento dei poliziotti.
Le intemperanze dell’AUGERI Vincenzo giungevano all’apice, in quanto lo stesso colpiva i poliziotti con testate pugni e calci, dimenandosi con inaudita forza e aggressività, questi tentavano di bloccarlo, anche per evitare che l’AUGERI potesse afferrare attrezzi da che si trovavano nelle vicinanze (quali accette, martelli, coltelli ecc.).
Nel frattempo, la CASCINO riusciva a chiudere a chiave la porta del fabbricato rurale, dandosi a precipitosa fuga, agendo a tale scopo persino con una violenta spinta ai danni dei poliziotti, già impegnati nella colluttazione con il marito.
La prolungata ed interminabile fase della colluttazione - protrattasi per oltre 10 minuti – si concludeva quando l’AUGERI veniva finalmente immobilizzato al suolo, nonostante lo stesso tentasse persino di mordere l’avambraccio destro di uno dei poliziotti.
Anche al sopraggiungere dell’ausilio di altre unità operative di intervento, l’AUGERI continuava nella sua interminabile resistenza, dimenandosi nonostante fosse stato nel frattempo ammanettato con non poche difficoltà, arrivando a fare cadere a terra anche altri agenti. L’AUGERI, pur trovandosi di fronte ad un cospicuo numero di poliziotti, proferiva ripetutamente minacce di vario genere, sfidandoli, affermando che per il loro intervento l’avrebbero “pagata”. Violenza inarrestabile, non solo per la giovane età dell’arrestato, ma anche perché si tratta di un soggetto particolarmente forzuto, proprio perché da sempre impegnato in lavori manuali, di genere agricolo.
 Iniziata finalmente la perquisizione del sito e dell’abitazione, venivano rinvenute le seguenti armi e munizioni:                 
1) occultato all’interno di un divano-letto, si rinveniva un fodero che custodiva a sua volta, nr. 1 fucile cal.12, montato e pronto all’uso, marca Pietro Beretta;
2) nr. 1 pistola a salve recante il tappo rosso, kal. 8 mm, completa di caricatore;
3) nr.46 cartucce cal.12, nr.11 cartucce cal.22 e 54 cartucce a salve ;
4) nr.3 coltelli a serramanico con lama da punta e da taglio della lunghezza complessiva variabile tra  cm 18 e 24 (lama fra 8 e 10);         
6) occultato tra varie coperte e borsoni, nr. 1 impugnatura di pugnale della lunghezza di cm 12,5 completo di kit di con  lame da punta e da taglio, di varia lunghezza, variabile tra i 17 ed i 22 cm di lama.     
Tutte le armi in argomento venivano immediatamente poste in sequestro trattandosi di armi e munizioni illegalmente detenute.

Gli investigatori armerini, nella considerazione:
a) della gravità dei fatti trattandosi di armi e munizioni rinvenute ed illegalmente detenute consapevolmente da entrambi gli indagati, i quali per tentare di eludere la perquisizione si sono attivati in una prolungata ed attiva condotta di resistenza e violenza a pp.uu., che in conseguenza di ciò riportavano contusioni varie (con prognosi variabili dai 3 e 8 gg. s.c.);
c) della personalità dell’AUGERI Vincenzo, con pregiudizi di polizia per rissa, lesioni personali, armi, oltraggio, resistenza e minaccia a PP.UU., reati contro la persona;
delineato il quadro indiziario, che cristallizzava le responsabilità della coppia, corredata da gravi indizi di colpevolezza, procedevano al loro arresto.

            Ultimati gli atti di rito, l’uomo veniva associato alla Casa Circondariale di Enna, e la donna posta al regime degli arresti domiciliari presso la sua abitazione, a disposizione dell’A.G. procedente, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna.



IL RESPONSABILE UFFICIO STAMPA
       Commissario Capo della P.S.
         Dott. Gabriele PRESTI

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


___________


"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

TUTTI GLI ARTICOLI