lunedì 23 luglio 2012

A Enna il servizio rifiuti è il più alto d'Italia

Caro Agostino, ti invio un articolo di oggi de"Il sole24 ore" in prima pagina dove si fa riferimento ai costi relativi ad alcuni servizi provinciali.(In allegato anche le tabelle di riferimento). La provincia di Enna risulta essere la più esosa nella gestione dei rifiuti, addirittura, quattro volte la media nazionale. Da segnalare anche il dato sul costo delle utenze idriche. Se vuoi pubblicalo.
Un saluto,
Benedetto Napoli.



23 luglio 2012
Comuni, ecco la mappa delle spese da tagliareA Milano il trasporto pubblico costa al Comune il 60% in più rispetto a Roma (ma funziona meglio), mentre la Capitale straccia Palazzo Marino negli incarichi professionali, pagando quasi 2.600 euro ogni 100 abitanti contro i 465 di Milano. Ma a balzare agli occhi sono primati come quello di Enna, che per il servizio rifiuti spende, sempre in rapporto agli abitanti, il quadruplo della media nazionale, e arriva a pagare il 177% in più di Novara e il 366% in più di Salerno, giusto per citare le due città sopra i 100mila abitanti incoronate come «Comuni ricicloni» dall'ultimo rapporto Legambiente.

Asti, invece, primeggia nelle utenze (telefono, acqua, gas e eccetera), Chieti nelle spese per cancelleria e materiale informatico, mentre a giudicare dai conti gli uffici e gli immobili comunali mantenuti con più attenzione sono a Lucca, dove per queste voci si spende il quintuplo della media dei capoluoghi.
Il caleidoscopio di numeri pubblicato nelle tabelle qui sotto è quello dei «consumi intermedi» dei Comuni, messi nel mirino dal decreto sulla revisione di spesa che promette di distribuire i tagli ai fondi (lo stesso sistema è previsto per le Regioni) proprio a chi spende di più per quello che dovrebbe essere il «funzionamento ordinario» degli enti.
I dati sono quelli del Siope, il sistema informatico del ministero dell'Economia che monitora gli andamenti di cassa degli enti pubblici e che il decreto arruola proprio per decidere a chi riservare i tagli più pesanti. Il meccanismo ha scatenato polemiche accese fra Governo e amministratori, che si riflettono nell'alluvione di emendamenti presentati al Senato e impegneranno la Conferenza Stato-Città nel tentativo di introdurre correttivi entro il termine del 30 settembre fissato dal decreto. Ma qual è il senso che si può trarre dagli indicatori qui sotto, in cui si fotografa una quota importante delle voci che compongono i «consumi intermedi»?
Primo: è vero che nel calderone entra un po' di tutto, e che la spesa per servizi essenziali come il trasporto o i rifiuti andrebbe trattata diversamente da quella per la cancelleria o le bollette. In alcuni casi, poi, il servizio non è regolato da contratti di servizio ma da altre modalità (per esempio gli appalti: questo spiega i Comuni in cui compare «zero» vicino alle voci), e i conteggi ministeriali dovranno tenerne conto.
Ma il primo dato a campeggiare nelle tabelle è il peso di queste voci (in cancelleria e materiali di consumo, per esempio, se ne vanno 1,2 miliardi all'anno, come per la manutenzione ordinaria, mentre le bollette si mangiano 3 miliardi), e la loro estrema variabilità, che solo in parte può essere spiegata da picchi di spesa annuali (il sistema misura la cassa).
La manutenzione ordinaria di immobili e auto di servizio costa una fortuna a Lucca, Trento, Avellino o Aosta, mentre a Salerno, Genova o Matera assorbe anche 20 volte meno. Sempre in fatto di immobili comunali, Potenza spende 7.500 euro ogni 100 abitanti nella pulizia e nei servizi ausiliari, mentre Macerata e Ascoli Piceno non arrivano a 500. A Siena, invece, nel 2011 se ne sono andati quasi 3 milioni solo in manifestazioni e convegni (la tabella 2 qui sotto comprende anche le altre spese "di rappresentanza"), mentre a Ferrara sono bastati 34mila euro.
Scorrendo le parti basse delle graduatorie, poi, sorge qualche dubbio sul fatto che tutte le amministrazioni contabilizzino con la stessa attenzione i dati ufficiali trasmessi all'Economia: siamo proprio sicuri, per esempio, che Palermo o Napoli non spendano un euro per pulire gli uffici? Senza contare altre voci che per ragioni di spazio non compaiono in pagina, come i 400 milioni all'anno pagati dai sindaci per le assicurazioni, o i 177 milioni di spese legali.
Morale della storia? La spending review prova a fare ordine nel «funzionamento ordinario», qualche correttivo alla norma è necessario: ma i rifiuti di Enna, o i «materiali di consumo» di Chieti, meritano una spiegazione.

23 luglio 2012
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Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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