martedì 14 agosto 2012

Il Palio delle Clientele e la città che cambia...

Il Palio dei Normanni dovrebbe cambiare nome: da Palio dei Normanni a Palio delle Clientele.
La nostra kermesse agostana è infatti diventata uno strumento nelle mani dei politici di turno per fare piccoli favori e favoretti, travestiti da promozioni di figuranti o presunti tali.
Quello che vi racconto è una piccola vicenda che però fa capire come l'amministrazione Nigrelli, che doveva in origine essere garante della trasparenza e dell'innovazione è stata invece promotrice anche del vecchio conservatorismo democristiano caratterizzato dalle piccole vicende clientelari con lo scopo di potenziare i piccoli orti elettorali.
Il Palio dei Normanni è diventato uno di questi orti.

Ecco la storia, una storia personale, ma che fa capire come ancora vanno le cose a Piazza.
Da tempo fa, mio figlio Gabriele, che ha 13 anni, mi "stressa" per fare il Palio.
Ne parlo con Germano Crocco - il coordinatore - e mi dice che il regolamento prevede che per far parte dei plotoni occorre avere 14 anni.
"Gabriele – gli dico – vedi che non si può fare. C'è un regolamento che prevede che per far parte delle truppe occorre aver compiuto i 14 anni e secondo me è giusto. Ci sono delle regola e noi dobbiamo rispettare le regole. Tutto il resto non è giusto".
Mio figlio torna alla carica perché, come me, anzi più di me ama il Palio dei Normanni (delle Clientele) e la sua città.
"Papà – mi dice qualche giorno fa – guarda che alcuni miei compagni che hanno la mia stessa età fanno il Palio".
Gli dico: "Gabriè è impossibile. Se Germano ha detto che i tredicenni non partecipano certamente non li farà partecipare".
Ieri mi reco al Commerciale per partecipare anche io al Palio insieme a Filippo Novello, Fabrizio Dragotta, Gaetano Bruno ed altri amici innamorati dal Palio che ogni hanno partecipano, non per fare le sfilata dei fighetti, ma per dimostrare che a far parte dei plotoni delle truppe non ci sono solo ragazzini.
Mio figlio mi accompagna con la solita speranza e la solita "tirittitera".
All'ingresso incontriamo Germano che conferma che i ragazzini con meno di 14 anni non possono partecipare.
Mio figlio se ne va col muso lungo ed io vado al primo piano della scuola per indossare il vestito delle guardie imperiali.
Nella stanza, mentre stavo per indossare il vestito e imprecavo per aver scordato i calzettoni, incontro uno dei coordinatori.
"Agostino ma sei solo?". Mi dice.
"Si sono venuto con mio figlio ma è andato via perché ha 13 anni".
"Vabbe ma c'è ne sono diversi che non hanno 14 anni - mi dice – chiamalo e gli facciamo mettere un vestito".
"Ma come – dico – se c'è il regolamento..."
Nel frattempo suona il telefono. E' Gabriele.
"Papà guarda che ho visto quelli che ti avevo detto che sono nei plotoni e indossano i vestiti. Germano ci ha preso in giro. Non è vero quello che ti hanno detto. Hanno violato il regolamento. E quasi scoppia a piangere".
"Cazzo - dico tra me e me – Gabriele ha ragione" e mollo tutto e vado mia per stare con mio figlio.
Sono rimasto come un pirla. Non me la sentivo di fare il Palio e lasciare Gabriele da solo.
In fondo aveva ragione.
Scendo per andarmene ed incontro Filippo Novello.
"Agostì ma stai andando via"? Mi dice con il suo accento a metà tra il piazzese ed il milanese.
E gli spiego il motivo per cui me ne vado.
"Non posso tollerare che io mi faccio in 4 per dire a mio figlio che si devono rispettare le regole e poi qua non si rispettano. Ci sono ragazzini con meno di 14 anni. Ad alcuni li fanno partecipare ed ad altri no".
Vicino c'è l'assessore Cimino che fa il "finto tondo" e dice lavandosi le mani: "Non credo, bisogna chiedere al coordinatore".
Io me ne vado. Potevo anche rimanere ed impuntarmi. Fare un po di casino e pur di tapparmi la bocca avrebbero fatto fare il palio ai miei figlio e a tutti i tredicenni che da li a 10 minuti avrei portato. Ma non sarebbe stato giusto. Non sarei stato d'esempio.
Mio figlio mi ritelefona e mi snocciola i nomi dei piccoli raccomandati. Ragazzi che naturalmente non hanno colpa. La loro voglia di partecipare al palio è grandissima.
L'atto grave, anzi gravissimo, è di chi gli fa capire che possono partecipare al Palio non in virtù di un regolamento ma perché sono amici di questo o di quello.
Una testimonianza educativamente devastante per i più piccoli.
Come dire: "ragazzi non vi preoccupate – le regole si fanno per essere trasgredite".
Mentire ai ragazzi che amano il palio è un gesto inqualificabile. E' un segno della Sicilia irredimibile. Della città che non cambia.
A mio figlio spiegherò che nella vita non tutti rispettano le regole e che le cose – purtroppo – non funzionano per questo. Ma se vogliamo fare funzionare le cose le regole – se sono giuste - devono essere rispettate da noi in primis.
Ho raccontato questa storia personale – apparentante banale per i più grandi ma non per i ragazzi – perché sono convinto che il vero rinnovamento parte dal modo di pensare.
E questo modo di pensare e di agire lo dobbiamo trasferire ai giovani.
Ma le politiche clientelari sono un vero o e proprio freno al rinnovamento.
Vedo in questi giorni giganteschi manifesti di 6 metri per 3, probabilmente pagati coi soldi dei cittadini, in cui l'amministrazione comunale ha coniato lo slogan: "Guardati attorno la città è cambiata"
Nigrelli non ha capito che la città non cambia solamente con le pinacoteche ed il jazz.
La città cambia se cambiano le persone, cambia il loro modo di pensare.
E' stato eletto perché tutti credevano che doveva rinnovare la classe politica e preparare una nuova classe dirigente alla guida della città con un modo di pensare nuovo.
Si è circondato di una serie di persone che sono una grande esperienza di clientela. E se le è tenute vicino per 5 anni facendogli consolidare orti che non hanno nulla da invidiare alla prima repubblica.
Il Palio dei Normanni è diventato uno di questi orti. Regolamenti scritti per essere trasgrediti, come è avvenuto per quello appena approvato dal consiglio comunale. Una mega presa in giro. Potrei raccontare altre storie. La vicenda di Alex Belli pagato da uno sponsor a sua volta rende servizi al comune. O la mancanza di un vero direttore artistico al di sopra delle parti necessario per far decollare veramente il Palio. Ma sarei prolisso.
La prima esperienza nigrelliana certamente produrrà tre quattro personaggi con 300 o 400 voti.
Saranno i suoi assessori che verranno eletti consiglieri comunali grazie alle piccole clientele che hanno accumulato in questi anni. Questo potrebbe essere l'unico risultato politico che l'esperienza potrebbe raggiungere.
Potrebbe essere anche una strategia vincente vista la scarsezza di progetti che ci sono nella altre aree della politica piazzese.
Però, caro Carmelo, le clientele aiutano a vincere ma non cambiano le città.
Le peggiorano.


Un abbraccio e tanta serenità
Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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