domenica 4 novembre 2012

4 novembre. Il ricordo dell'arma dei carabinieri

COMUNICATO STAMPA 04 NOVEMBRE 2012
Ricadrà domani 04 novembre la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate la festa istituita nel 1919, in ricordo del 4 novembre 1918, giornata in cui entrò in vigore l'armistizio o patto di Villa Giusti, con cui il giorno precedente i delegati austriaci firmarono la resa ed ebbe così fine il primo conflitto mondiale. Esattamente 94 anni orsono ebbero termine le ostilità tra l'Italia e l'Austria/Ungheria, concluse sul campo con la vittoriosa offensiva di Vittorio Veneto. Una vittoria frutto della dedizione, del sacrificio e dell'unità del popolo italiano. Una vittoria che costò la vita a 689.000 italiani e lasciò feriti oltre un milione di connazionali. 
Il 28 giugno 1914 uno studente serbo sparò contro l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria. L'attentato, di matrice anarchica, innescò una serie di reazioni che culminarono il 28 luglio del 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Austria nei confronti della Serbia. Fù l'inizio di un conflitto che, per la prima volta nella storia, assunse un carattere mondiale. L'Austria, la Germania e poi la Turchia scesero in campo contro la Serbia, mentre a favore di quest'ultima si schierano la Russia, la Francia, l'Inghilterra e poi il Giappone e gli Stati Uniti. La guerra sul fronte italiano durò 41 mesi: più di tre anni di guerra di posizione, dove in anguste trincee scavate nella roccia e nel fango, sotto il rombo delle artiglierie nemiche, si intrecciarono le vite di milioni di giovani provenienti dalle più diverse aree geografiche d'Italia, uniti tutti da una bandiera: il Tricolore.



Si legge nel bollettino ufficiale delle ore 12.00 del 04 novembre 1918:

La guerra contro l'Austria-Ungheria che, …., l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta.

La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatre divisioni austroungariche, è finita.

I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.

Il capo di stato maggiore dell'esercito, il generale Diaz.



Il 4 novembre è stata l'unica festa nazionale che, istituita nel 1919, abbia attraversato le età dell'Italia liberale, fascista e repubblicana. Fino al 1977 è stata un giorno festivo a tutti gli effetti. Da quell'anno in poi, a causa di una riforma del calendario delle festività nazionali introdotta per ragioni economiche, è stata resa "festa mobile" che cadeva nella prima domenica di novembre. Durante l'età repubblicana, durante la festa delle Forze Armate è stata pratica diffusa quella di aprire al pubblico le caserme per favorire l'incontro fra militari e civili. Spesso venivano organizzate esposizioni di armamenti e mostre riguardanti in particolare la prima guerra mondiale all'interno delle caserme. Usuali erano anche, specie negli anni '50 e '60, le dimostrazioni sportive e le esercitazioni dimostrative dei soldati. Nelle principali città italiane inoltre si tenevano concerti in piazza delle bande militari. I Ministeri della Difesa e dell'Istruzione collaboravano affinché bambini e ragazzi prendessero parte alle celebrazioni di fronte ai locali Monumenti ai Caduti. In alcuni anni furono anche promosse iniziative come il libero accesso a cinema e mezzi pubblici per gli appartenenti alle Forze Armate, e la possibilità per le famiglie di ospitare a pranzo un giovane di leva. Recentemente poi, sotto l'impulso di una rinnovata attenzione ai simboli e alle festività nazionali promossa dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006) la giornata delle Forze Armate è tornata a celebrazioni più estese e partecipate.



In occasione del 4 novembre le più alte cariche dello Stato rendono omaggio al Milite Ignoto, la cui salma riposa presso l'Altare della Patria a Roma, e si recano in visita al Sacrario di Redipuglia dove sono custodite le salme di 100.000 caduti nella guerra del '15-'18, nonché a Vittorio Veneto, la località in cui si svolse l'ultimo confronto militare della Grande Guerra fra Esercito italiano ed esercito austro-ungarico.



Come ogni anno domani la città di Enna renderà omaggio con una sobria celebrazione che si terrà alle ore 09.40 di fronte al monumento ai caduti del Castello di Lombardia, la cerimonia che si svolgerà alla presenza di Sua Eccellenza il Prefetto della Provincia di Enna, Dot.ssa Clara MINERVA e delle più alte cariche istituzionali dell’intera Provincia, sarà articolata:

· nella resa degli onori al Prefetto da parte di una Compagnia di formazione composta: dalla Banda comunale di Enna, da un plotone di Carabinieri del Comando Provinciale di Enna in Grande Uniforme Speciale, un plotone interforze costituito dagli appartenenti delle Forze di Polizia e degli altri corpi di Enna, i Gonfaloni della Provincia Regionale e della Città di Enna e dagli appartenenti alle associazioni combattentistiche e d’arma con i rispettivi labari;

· l’alza bandiera, momento in cui l’inno d’Italia verrà cantato da una rappresenta di alunni delle scuole di Enna;

· lettura del messaggio del Presidente della repubblica Giorgio NAPOLITANO, inviato per l’occasione a tutti i Prefetti d’Italia;

· discorso di Sua Eccellenza il Prefetto della Provincia di Enna, Dot.ssa Clara MINERVA;

· deposizione di una corona al monumento ai caduti;

· sfilata in corteo dei reparti sino al sacrario di piazza Napoleone COLAJANNI;

· resa degli onori finali;

· Santa messa presso il sacrario;

· inaugurazione di un salone “Sala Unità d’Italia”, presso il Palazzo del Governo;

Infine da tradizione ormai consolidata nel tempo, anche quest’anno da alcuni giorni sono state allestite le vetrine di alcuni esercizi commerciali del capoluogo con uniformi e mezzi dei vari corpi nazionali.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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