martedì 4 dicembre 2012

Il messaggio di Medjugorje del 2 dicembre. Commento di Attilio Aloi

Messaggio del 2 dicembre 2012

Cari figli! Con materno amore e materna pazienza vi invito di nuovo a vivere secondo mio Figlio, a diffondere la sua pace ed il suo amore, ad accogliere con tutto il cuore, come miei apostoli, la verità di Dio e a pregare lo Spirito Santo affinché vi guidi.
Solo allora potrete servire fedelmente mio Figlio e, con la vostra vita, mostrare agli altri il suo amore.
Per mezzo dell’amore di mio Figlio e del mio amore, io, come Madre, cerco di portare nel mio abbraccio materno tutti i figli smarriti e di mostrare loro la via della fede.
Figli miei, aiutatemi nella mia lotta materna e pregate con me, affinché i peccatori conoscano i loro peccati e si pentano sinceramente.
Pregate anche per coloro che mio Figlio ha scelto e consacrato nel suo Nome.
Vi ringrazio.

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In tutti i suoi messaggi la Madonna, esplicitamente o implicitamente, ci indica Gesù, ci conduce a Gesù. Ma questa prospettiva cristologica è particolarmente accentuata in quest’ultimo messaggio in cui per ben quattro volte ci parla di Gesù chiamandolo “mio Figlio”.
Ci sembra di vederla nella grotta di Betlemme mentre con la sguardo pieno di “materno amore e materna pazienza” ci esorta ad accogliere il Bambino che ci porge con le sue stesse braccia per ricevere la pace e l’amore di suo Figlio. Una pace e un amore da vivere nel cuore e da diffondere testimoniando agli altri con la propria vita. I pastori offrirono a Maria dei piccoli doni. Lei oggi si attende che le offriamo in dono il nostro cuore:“Desidero che il mio cuore, il Cuore di Gesù ed il vostro cuore si fondano in un unico cuore di amore e di pace” (25 luglio 1999)
La “verità di Dio” che la Madre ci invita ad accogliere è Gesù stesso che è la Via, la Verità e la Vita. Soltanto Gesù Cristo ci conosce nella verità e ci dà la possibilità di conoscere noi stessi e di conoscere gli altri nella verità, cioè di guardare noi stessi e gli altri attraverso di Lui, nella luce dello Spirito Santo che ci guida aprendoci gli occhi del cuore alla verità.
Molto significativo, in questo senso, è il messaggio del 2 luglio 2010: “Mio Figlio, che è la vita, vi ama e vi conosce nella verità. Per conoscere e amare voi stessi dovete conoscere mio Figlio, mentre per conoscere ed amare gli altri dovete vedere in essi mio Figlio”.
Dunque, ci dice la Madonna, guardando a suo Figlio Gesù Cristo, noi possiamo riconoscere noi stessi e gli altri come creature di Dio, creati a sua immagine e somiglianza, infinitamente amati, elevati alla dignità di figli di Dio, da Lui redenti e chiamati alla vita eterna del Cielo.
Gesù ha dato il suo sangue per noi, per gli altri, per tutti. Per questo la Madre non si arrende: “Io, cari figli, sono con voi e non mi arrendo: desidero farvi conoscere mio Figlio e desidero i miei figli con me nella vita eterna.”(messaggio 2 agosto 2012).
Con determinazione e risolutezza porta avanti la sua “lotta materna” per salvare i suoi figli che sono lontani da lei e da Gesù: “Per mezzo dell’amore di mio Figlio e del mio amore, io, come Madre, cerco di portare nel mio abbraccio materno tutti i figli smarriti e di mostrare loro la via della fede”.
La Madre accompagna suo Figlio Gesù, il buon pastore, alla ricerca di ogni pecora perduta: “Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? E quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle …” (Lc 15).
Per sostenerla in questo difficile compito, Maria ci invita a pregare con lei, a essere docili strumenti nelle sue mani.
Il messaggio si chiude, come quasi sempre negli ultimi tre anni, con un invito a pregare anche per i sacerdoti che, come ci ha ricordato nel messaggio del 2 agosto 2012, sono stati scelti da Gesù per guidarci sulla via della salvezza.
Accogliamo questo messaggio. Se faremo un passo in avanti, anche minimo, sulla strada della conversione, quest'anno l'Avvento non passerà invano.
Un caro saluto.
ATTILIO

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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