giovedì 28 marzo 2013

MESSA CRISMALE GIOVEDI SANTO 2013 PIAZZA ARMERINA

Carissimi confratelli nel sacerdozio ministeriale , diaconi, membri degli istituti di vita consacrata, seminaristi ,cresimandi e fedeli provenienti dai vari paesi della nostra Diocesi, Vi saluto con tanto affetto e gioia.

1.La festa 
Siamo chiamati a vivere questa celebrazione nel segno della gioia e della festa: festa della Chiesa locale che si trova riunita attorno a Cristo, festa dei consacrati col crisma che nei sacramenti del battesimo , della confermazione e hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo, festa del sacerdozio comune dei fedeli; festa del ministero ordinato e della nostra fraternità sacerdotale a cui devono sentirsi partecipi anche i nostri confratelli malati impediti di partecipare a questa celebrazione.
Questo è un momento di festa per la nostra Chiesa che vede riunito in questa cattedrale il popolo santo di Dio con il presbiterio diocesano attorno al Vescovo per la consacrazione degli olii santi, che poi saranno portati nelle vostre parrocchie per preparare i catecumeni al battesimo , consolare gli infermi , ungere  con il sacro crisma la fronte dei  battezzati e dei cresimati e le mani dei diaconi Salvatore Rindone e Giuseppe Rugolo entrambi di Enna, che saranno ordinati presbiteri il prossimo  13 aprile , assieme a Filippo Celona di Gela, Salvatore Cumia di Barrafranca, e frà Dimbw Ngand Stephane, originario della Repubblica Democratica del Congo, della Congregazione del Figlio di Dio, che saranno ordinati diaconi.
Oggi i seminaristi Rocchelio Giuliana di Butera e Pietro Leonardo Lo Vecchio di Enna, che  hanno iniziato il cammino della formazione nel nostro Seminario diocesano , rispondendo  liberamente e generosamente alla 


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chiamata del Signore da cui si sono sentiti amati con affetto di predilezione, aspirano a consolidarsi nella sequela di Gesù Cristo attraverso una vita comunitaria  intessuta di preghiera, di studio e di apostolato per dedicarsi al servizio di Dio e del suo popolo santo. La  loro vocazione  a partecipare al sacerdozio ministeriale di Cristo oggi, dopo un periodo di discernimento,  viene riconosciuta come autentica dalla Chiesa.  

2.La Chiesa locale e universale

La nostra chiesa pellegrina in Piazza Armerina oggi  è unita attorno  al Vescovo, visibile principio fondativo della Chiesa locale e della sua unità in comunione col presbiterio e tutto il popolo santo di Dio e nella sua partecipazione al collegio episcopale col successore di Pietro  e vescovo di Roma Papa Francesco  chiamato a “presiedere alla carità” di tutte le Chiese sparse sulla terra e di essere il segno dell’unità visibile di tutta la Chiesa “una santa, cattolica, apostolica”.
 Nella           nostra comunità eucaristica  c’è la mutua presenza di tutte le Chiese in Cristo nello Spirito Santo e la mutua  immanenza della Chiesa locale e della Chiesa universale.
Oggi in questa  Chiesa Cattedrale con questa assemblea singolare realizziamo la principale manifestazione della Chiesa  : tutti insieme formiamo il popolo di Dio, sacerdotale e regale, santificato dai sacramenti e inviato a diffondere nel mondo il buon profumo di Cristo Salvatore (cfr 2Cor 2,14-1).


3.Benedizione degli oli e l’unzione

La comunione che nasce dall’Eucaristia è il  buon profumo di Cristo e l’olio di letizia che dissipa la mestizia dal nostro cuore e dal cuore dei nostri contemporanei.
Nel corso di questo solenne rito, vengono benedetti gli Olii  dei catecumeni, degli infermi e l'olio profumato del Sacro Crisma , che recheranno il balsamo della grazia divina al popolo cristiano. L'olio e il profumo sono degli elementi che ricorrono spesso nella Bibbia, e sono spesso legati alla lode e alla gioia.
Oggi per confezionare il S. Crisma mescoleremo all’olio l’essenza di Cassia, estratto di cortecce proveniente dalla valle del Giordano dove sorge il monte Nebo, luogo dove Mosè vide la terra che Dio aveva destinato al popolo eletto. Il Cantico dei Cantici definisce la cassia insieme al cinnamomo come il profumo utilizzato nel talamo nuziale.  Senza dialogo sponsale con Cristo e senza mettersi in sintonia con i suoi sentimenti, non riluce la trasparenza del Buon Pastore. Si è « profumo » di Cristo nella misura in cui si ha il coraggio di seguire la stessa sorte di Cristo senza preoccuparsi molto di se stessi.
La benedizione degli olii santi indica la forza con cui i sacramenti compenetrano tutte le principali manifestazioni dell’ esistenza umana per trasformarla in luogo di speranza certa del nostro compimento in Cristo. Gli oli infatti segnano col Battesimo la nascita alla vita nuova in Cristo, con la Confermazione la crescita e l’assunzione della responsabilità ecclesiale, con l’Ordine sacro  la rappresentanza di Gesù Cristo servo e capo,  con il sacramento dell’Unzione degli infermi che la malattia e la morte  non sono l’ultima parola sull’esistenza umana che sfocia nella vita eterna.
Il tema dell'unzione di Gesù Cristo e dei cristiani è presente sia nelle letture che nelle preghiere che ripercorrono la storia della salvezza.
Il segno dell'olio , frutto dell'ulivo, è legato all'esultanza, alla gioia, alla letizia, alla pace.
Il Signore attraverso il profeta Isaia ci promette “una corona invece della cenere, l’olio di letizia invece dell’abito di lutto, canto di lode invece di cuore mesto» (Is 61, 3).
 Nel  Vangelo di oggi (Lc 4, 16-21) Gesù il "Cristo", l'unto per eccellenza, afferma di essere inviato dal Padre per recare agli uomini la liberazione dai peccati e portare il lieto annunzio ai poveri ed agli afflitti.

4. Il sacerdozio di Cristo  il nostro sacerdozio e la rinnovazione delle promesse nell’anno della fede

Come Gesù  il Cristo anche noi siamo consacrati al servizio Dio e, nello stesso tempo,  a servizio del mondo.
Non dobbiamo mai dimenticare che l’unico vero sacerdote , l’ unico sposo delal Chiesa , l’unico bel pastore è Gesù Cristo . Il nostro ministero, non sostituisce Gesù, ma lo  rende veramente presente.
Il  sacerdozio di Cristo è qualitativamente diverso da quello levitico, che porta al suo compimento e al suo superamento con l’offerta totale di sé, che sostituisce i sacrifici antichi.
Carissimi Confratelli quest'oggi noi  facendo memoria del giorno in cui il Vescovo, mediante l’imposizione delle mani e la preghiera, ci ha introdotti nel sacerdozio di Gesù Cristo,  siamo chiamati a rinnovare le promesse  presbiterali per  ribadire  la nostra fedeltà  a Gesù Cristo.    Ciò che ci spinge a dire il nostro “sì” non  è la fiducia nella nostre forze , ma la certezza dell’amore  di Cristo  che ci ha amato per primo, ci ha scelto, e ci invita a credere e a corrispondere  al Suo amore, nonostante i nostri limiti e  le nostre fragilità.

La celebrazione di oggi che vede riunito tutto il presbiterio attorno al Vescovo ci deve ricordare  che i presbiteri  hanno nel presbiterio la  prima comunità di riferimento. Per questo  sono chiamati a condividere la  loro fede prima di tutto con i fratelli nel ministero, non per chiudersi in un isolamento dorato, ma per condividere con essi l'esperienza del cenacolo che, come è stata essenziale per gli Apostoli, così continua ad esserlo per i pastori d'oggi. L'unità che lega i presbiteri fra di loro attorno al Vescovo non è accessoria al ministero sacerdotale, ma essenziale in quanto radicata nello stesso sacramento.
Questa verità deve tradursi in una spiritualità comunionale del presbiterio, che deve portare i presbiteri a  superare  gelosie, antagonismi, rivalità, campanilismi che rischiano di coinvolgere anche i fedeli  laici, per  gareggiare nella stima reciproca, nel mutuo sostegno e nella condivisione  della medesima fede, speranza e carità.
In quest’anno della fede noi siamo chiamati a  mantenere lo sguardo fisso su  Gesù il Cristo, “che da origine  alla fede e la porta a compimento”(Eb 12,2), che ha fatto di noi un regno di sacerdoti.
L’Anno della Fede e la memoria  dei 50 anni dell’apertura del Concilio Vaticano II, deve essere per noi un’occasione  per approfondire la nostra fede personale  attraverso la recezione delle indicazioni conciliari e per  affrontare l’avventura della nuova evangelizzazione con un gioioso zelo pastorale  per far passare da un cristianesimo di convenzione ad un cristianesimo di convinzione.
Oggi noi , che siamo stati chiamati personalmente ad essere gli amici di Gesù, siamo invitati a prendere particolare consapevolezza del peculiare ministero che ci è stato conferito  come  annunciatori del vangelo e collaboratori della gioia dei nostri fratelli.
 Oggi noi siamo chiamati a rinnovare a Gesù Cristo il nostro amore e  la nostra fedeltà  confidando nella potenza della sua grazia.
Oggi noi che siamo i testimoni del Risorto dobbiamo scrollarci di dosso la
 tristezza e la rassegnazione, per aprirci al coraggio della speranza.
Oggi noi ci dobbiamo chiedere se siamo capaci di testimoniare l’annuncio gioioso della risurrezione di Cristo agli uomini del nostro tempo.
Il nostro desiderio è  quello espresso nella preghiera di Benedizione dell’Olio dei Catecumeni : che tutti «gustino la gioia di rinascere e vivere nella Tua Chiesa».
  Questo desiderio è chiamato a diventare concretamente  fede ardente, speranza viva, carità vissuta,  slancio di evangelizzazione, forza di condivisione con tutti gli uomini e le donne.

 Mentre  vi affido all’intercessione materna di Maria, Vi ringrazio della vostra  presenza oggi in questa celebrazione, della  vostra vicinanza attraverso la preghiera e il vostro affetto in questo tempo nel quale mi preparo a lasciare il servizio pastorale a questa  amata Chiesa pellegrina in Piazza Armerina per andare a servire la Chiesa che è in Monreale.

La Pasqua ormai vicina ci renda testimoni della speranza che nasce dalla certezza che Cristo è veramente risorto.  Rendere ragione della speranza che è in noi con dolcezza e rispetto è  il dono più bello che  noi credenti possiamo fare ad un mondo disilluso  e rassegnato.  

Auguro a tutti  un’intensa gioia pasquale.
                                                             +   Michele Pennisi

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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