venerdì 3 maggio 2013

Primo Maggio 2013: Festa del Lavoro che non c'é

di Carmelo Alfarini

La festa del primo maggio 2013, avrà un sapore più amaro del solito. L'ISTAT, ogni giorno o quasi, ci sommerge di bollettini che annunciano aumenti percentuali di disoccupati.
Sono notizie drammatiche, che coinvolgono giovani, anziani, donne, padri di famiglia che perdono o sono in procinto di non avere più, il posto di lavoro.
Sempre più spesso il dramma si trasforma in tragedia. Sono sempre più numerosi i suicidi di lavoratori, che non potendo più sostenere la famiglia, compiono l'atto estremo. Questa disperazione, coinvolge pure quei piccoli imprenditori che impossibilitati a pagare debiti e contributi previdenziali, preferiscono la morte alla vergogna di perdere la propria dignità.
Un lavoratore che non ha lavoro, dipendente o no, si sente privato della propria dignità di uomo. Non tutti purtroppo hanno la forza di resistere.
Il primo Maggio che oggi è solo uno spettacolo musicale con contorno di attori, ha ormai perso la caratteristica di lotta per il cambiamento delle condizioni dei lavoratori.
Con l'aria che tira, Benigni o Marcoré, reduci dei tanti milioni spremuti alla RAI, farebbero bene a starsene alla larga, perché il saltello e la toccatina agli zebedei, non fa più ridere, ammesso che lo sia mai stato.

Nel campo politico, le cose non vanno meglio. Lo spettacolo indecoroso di questi ultimi due mesi, ha raggiunto il fondo melmoso della palude.

Ai personaggi più o meno importanti,che sguazzano nel fango, di sicuro, non frega niente degli operai disoccupati.

A loro interessa solo la poltrona.

Tornando al primo maggio, politici, sindacati e datori di lavoro farebbero bene a mettersi attorno al tavolo per dare la rotta giusta al miglioramento della situazione occupazionale del Paese e rendere più giusta la nostra Italia.

Ci sono in Italia, burocrati, che non pagano mai per i loro errori, (vedi il caso esodati) che incassano stipendi faraonici.

Spesso, occupano quelle poltrone non meriti propri, ma per raccomandazione politica.

Il loro compito, agli occhi della gente, sembra essere quello di rendere difficile, ad arte,anche le cose più facili.

E' sicuramente opinione comune, pensare alla burocrazia come male gravissimo e costoso.

Tutto in Italia, è rallentato dalla burocrazia e mentre "pensa" la casa brucia e il malato muore.

Il malato, nel nostro caso, sono i lavoratori in cassa integrazione o le piccole aziende.

Bisogna ripensare lo stato sociale e qui Grillo, ha suggerito delle soluzioni come il salario minimo garantito. L'importante è, non dare soldi senza svolgere un lavoro, per non creare precedenti e false attese. Certo le proposte si possono discutere, ma non eludere.

A tutti deve essere garantito un salario e se questo si realizza anche con qualche sacrificio dei burocrati, ben venga, perché oramai guadagnano, immeritatamente, più del Presidente degli Stati Uniti.

Se questa è la situazione grave del Paese, dalle nostre parti è crisi continua.

Infatti, anche se ripartisse l'economia dell'Italia, da noi le cose non cambierebbero.

Qui il lavoro non c'é mai stato. Non abbiamo industrie, né una fiorente agricoltura e neppure,malgrado la Villa Romana, un turismo che porta soldi.

Per la verità un'industria c'è: quella dell'emigrazione.

Cresciamo i nostri figli, li facciamo studiare e poi li perdiamo costringendoli, per necessità, a emigrare.

Questo non è giusto!

Bisogna ripensare la nostra collettività e rimboccarci le maniche.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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