lunedì 22 luglio 2013

Diario del viaggio in Brasile dell'arcivescovo Michele Pennisi

Il mio viaggio in Brasile per partecipare alla giornata mondiale della Gioventú é iniziato dalla periferia dal Nord Est . Sono sbarcato a Recife, la cittá del famoso vescovo Helder Camara. La mia destinazione era Sapé nello stato del Paraiba a tre ore di viaggio in auto dall´ aeroporto. Si tratta di una cittá di 60.000 abitanti, che non esiste nelle guide turistiche con una economia agrícola, dove é iniziato il movimento contadino. Ci sono due parrocchie e una ventina di chiese protestanti , la maggior parte di origine nordamericana. Venticinque anni fa ha inizato la sua missione la suora siciliana suor Lucia Cantalupo originaria di Enna , che fin dall´inizio si é occupata della educazione religiosa e della alfabetizzazione dei minori e delle loro famiglie per prevenire i fenomeni di devianza sociale. Dal Presidente della Repubblica Italiana la suora ennese é stata insignita dell´onorificicenza di commentatore, anche se lei avrebbe preferito um contributo per i suoi ragazzi. Nel 1995 suor Lucia assieme ad alcuni componenti di una comunitá ecclesiale di base ha dato vita all´´Associazione Comunitaria < Nova Vida>, che gestisce un asilo con circa 150 bambini di famiglie disagiate e il centro <Novo Futuro> per adoloscenti. Questi centri si reggono sulle adozioni a distanza e su minimi contributi del município . Edson uno dei primi ragazzi accolto da suor Lucia oggi é vicesindaco della cittá. Ero giá stato a Sapé nel novembre 2011 per inaugurare um laboratório di informática per gli adolescenti. Ho trovato anche una consacrata di Aidone l´insegnante Maria Caccamo, che da dieci anni trascorre le sue ferie estive condivedendo le finalitá della missione. Sono stato ospitato in una casetta alla periferia della cittá nei pressi di una favela. Ho celebrato in um brasiliano <spagnolizzato> nella chiesa matrice della cittá, nella nuova parrocchia di un paese vicino Riachao do Poço e in una comunitá ecclesiale di base all´interno della favela Cuba de baixo. Le celebrazioni sono molto partecipate con canti, mani alzate durante il gloria e il sanctus e battute di mani alla fine del vangelo e in altri momenti, l´ abbraccio della pace, tipicamente brasiliano, che coinvolge tutti i partecipanti. Ho occupato il mio tempo incontrando i bambini nella <creche> , come si chiama in portoghese l´asilo e nel centro giovanile. Ho imboccato durante il pranzo alcuni bambini, ho visitato alcuni malati nelle favelas, tra i quali Misael um malato in stato semivegetativo assistito amorevolmente dalla sua famiglia, alla quale suor Lucia ha procurato una casa. Ho partecipato ad un ritiro spirituale degli educatori dell´associazione ,che qui chiamano <mística>, sul tema della giornata mondiale della gioventú. Mi sono recato a dieci chilometri da Sapé attraverso una strada sterrata piena di buche e di fango a Barra de Antas dove ho incontrato i contadini senza terra , che vivono con le loro famiglie in baracche di fango in attesa che il governo distribuisca i terreni fertili che attualmente sono controllati da alcuni grandi latifondisti. Ho visitato il memoriale in onore di Joao Pedro Teixera, un sindacalista dei contadini ucciso nel 1962. Adesso sono in partenza per Rio dove é gia arrivato papa Francesco e dove mi incontreró i giovani siciliani e particolarmente quelli provenienti da Monreale, da Piazza Armerina .

Michele Pennisi

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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