La cooperativa FraTe
Giò, nasce ufficialmente nel 2011, anche se opera nel territorio di Piazza
Armerina da oltre un decennio.
FraTe Giò si
ispira ai principi cristiani della condivisione evangelica e della dottrina
sociale della Chiesa, sull’esempio di Francesco d’Assisi, ”perché è donando che si riceve”, di Teresa di Calcutta, perché “il
frutto dell’Amore è il servizio” e di Giovanni Bosco, con i pilastri del
suo sistema preventivo “ragione religione
e amorevolezza”, colonne necessarie nell’educazione dei giovani per farli
crescere “buoni cristiani e onesti
cittadini”
FraTe Giò
accoglie minori in FAMIGLIA tali da essere il più possibile educativi e
rassicuranti, trasmettendo fiducia e speranza, allo scopo di interrompere
storie di disagio, offrendo risposte diversificate ai diversi bisogni, al fine
di sostenere e accompagnare i bambini.
La FAMIGLIA è il
nucleo centrale di questo progetto, infatti cuore dell’accoglienza sono
Stefania e Filippo insieme ai loro figli Chiara e Mario, i quali vivono la loro
vocazione cristiana, di dedicarsi al prossimo con amore, coraggio e
determinazione. Entrambi sono cresciuti e si sono formati presso l’oratorio
salesiano di Piazza Armerina sotto la guida del loro Padre, Maestro ed Amico Don Bosco, ed affrontano questa missione
con tanto impegno, ma soprattutto con gioia e serenità.
La Famiglia ha
il privilegio di avere il supporto di una equipe esperta e professionale, che
condivide i valori dell’amicizia e della solidarietà, ma si avvale anche del
sostegno di veri amici che condividono la scelta di Filippo e Stefania, non
facendo mai mancare la preghiera.
Durante l’accoglienza viene sviluppato un
percorso formativo individualizzato per ogni realtà, ponendosi degli obiettivi
a medio e a lungo termine.
Il progetto FraTe
Giò si pone come obiettivo il coinvolgimento della famiglia di origine del
minore, qualora ci siano i presupposti, perché valorizzando quest’ultima possa
esserci una crescita comune con i minori. Tale sinergia diventa importate per
un sinergico sviluppo della personalità del minore, ovviamente con la consapevolezza
che questa “partnership” in certe situazioni potrebbe diventare un compito
particolarmente impegnativo, ecco perché diventa fondamentale la collaborazione
di tutti i servizi. Considerata la grave
situazione economica-sociale che vive la società moderna diventa fondamentale diffondere
la cultura dell’accoglienza e della solidarietà coinvolgendo la realtà locale,
la comunità civile e quella ecclesiale nel farsi carico delle situazioni di
emergenza
Attualmente
Frate Giò vive un’esperienza di accoglienza intensa, che ha permesso a tutti i
protagonisti di questa grande famiglia di fortificarsi e cementare sempre più i
valori cristiani.
Notevole è l’attenzione verso la formazione
didattica, così come quella spirituale attraverso l’esperienza dell’oratorio e
del catechismo, perché come scriveva Don Bosco: ”Chi vuol essere amato, bisogna che faccia vedere che ama. Gesù Cristo
si fece piccolo con i piccoli e portò la nostra infermità. Ecco il maestro della
familiarità”.
Non da meno sono
le attività ludico ricreative svolte in questo periodo, che hanno permesso di
costruire una complicità familiare e un equilibrio dinamico positivo, sennonché
ha permesso di scoprire le bellezze del territorio sia siciliano che italiano,
suscitando meraviglia e stupore per tanta bellezza.
Facendo parlare
Don Bosco:” Ricordatevi che l’educazione
è cosa di cuore, e solo Dio ne è il padrone, e noi non potremmo riuscire a cosa
alcuna se Dio non ce ne insegna l’arte e non ce ne dà le chiavi in mano.”