domenica 15 dicembre 2013

Ora Renzi lancia la sfida a Grillo "Rinunciamo a 40 milioni di rimborsi se lui vota a favore del bipolarismo"

ROMA  -  Nel giorno in cui si insedia ufficialmente alla guida del Pd Matteo Renzi lancia la sua sfida a Beppe Grillo. E lo fa tenendo insieme il tema scottante dei costi della politica e quello delle riforme. Il leader dei 5Stelle ha sostenuto che il decreto Letta è una presa in giro e che per rinunciare ai finanziamenti pubblici basta non prenderli, come fa il suo movimento. E Renzi ci sta. "Grillo mi chiede di rinunciare ai 40 milioni del 2014 del finanziamento? Accetto. Se lui però sottoscrive l'abolizione del bicameralismo, trasformando il Senato in Camera delle Regioni; se è disposto ad eliminare i rimborsi per i consiglieri regionali e a fare una legge elettorale seria per il bipolarismo ". Ecco la "sorpresina" che il neo segretario aveva annunciato a Grillo. Non la sola. Perché al governo proporrà "un patto alla tedesca" su un nuovo programma: job act, via la Bossi-Fini e investimenti in cultura e scuola. La nuova Assemblea del partito alla Fiera di Milano proclamerà oggi Renzi segretario del Pd (il quinto in sei anni), a una settimana dalle primarie che ha stravinto.
E sarà un'Assemblea un po' Lingotto e un po' Leopolda. Con uno spazio attrezzato per fare giocare i bimbi e interventi non oltre i 5 minuti, come il sindaco ha sempre voluto alla Leopolda di Firenze; però indicherà anche la road map da qui al 2015, per un appuntamento carico di contenuti di programma nello stile veltroniano del Lingotto. Nessuna tentazione di elezioni anticipate. Il neo segretario non ne parlerà, sarà del resto il premier Letta a dargli il benvenuto, subito dopo il segretario uscente Epifani. Del suo discorso Renzi ha discusso ieri mattina con Dario Franceschini. Era arrivato da Firenze al Nazareno, la sede del Pd, poco dopo le 10 e, prima di assistere seduto con i giornalisti alla conferenza stampa di Roberto Giachetti, benedicendo il suo ultimatum sulla legge elettorale ("entro gennaio deve arrivare in aula") ha avuto un colloquiolungo con il ministro per i Rapporticon il Parlamento. C'è infatti anche un timing che il Rottamatore chiede al governo Letta. Entro maggio la nuova legge elettorale deve essere cosa fatta. I costi della politica vanno tagliati. "Adesso", è il mantra renziano. Senza perdere tempo. Se c'è un timore che Renzi ha, è di essere imbrigliato dai palazzi del potere romano. Non a caso ha scelto come colonna sonora della cerimonia di insediamentola canzone dei Negrita "Resta ribelle". Quasi un manifesto. Ma il giorno del neo segretario sarà anche quello della pax democratica. Gianni Cuperlo, l'ex rivale alle primarie, ha accettato di fare il presidente del partito, pur non rinunciando a guidare la minoranza. Pippo Civati, l'altro sfidante, indicherà Sandra Zampa, la portavoce di Prodi, come vice presidente. Grandi manovre e conflitti per la composizione della Direzione, dove su 120 componenti 78 spettano airenziani, 24 a Cuperlo e 18 a Civati. Più i membri di diritto, tra cui gli ex segretari dem Veltroni, Franceschini, Bersani, Epifani, ma non si sa se ne faranno parte anche Rosy Bindi, Beppe Fioroni, Franco Marini, Massimo D'Alema che sono nell'Assemblea. Già il sindaco di Firenze ora alla guida del Pd l'ha annunciato: non ci saranno più "caminetti", si lavorerà con una squadra di segreteria giovane e operativa. "La generazione Leopolda", la chiama Ivan Scalfarotto, che potrebbe essere l'altro vice presidente. Basta riti e liturgie di partito, Renzi non ha paura se gli si dà del populista dal momento che al popolo, ai cittadini bisogna dare risposte. I "giovani turchi", la corrente che ha appoggiato Cuperlo ma che non ha condiviso il suo rifiuto ad entrare in segreteria, si riunirà in una saletta. Orfini, Verducci, Orlando pensano a un patto con Renzi per il rilancio del Pd. Non vogliono stare nella ridotta di un'opposizione stile vecchio Correntino. Come aveva suggerito D'Alema. L'abbattimento dei costi della politica è un cavallo di battaglia di Renzi. Però ora deve fare i conti con la "ditta" di cui è a capo: i 120 dipendenti del Pd sono sotto choc, preoccupati per un futuro fatto di cassa integrazione. Ma non saranno risparmiati neanche gli eletti: il segretario proporrà l'abbattimento degli stipendi dei consiglieri regionali e i mandati dei parlamentari non potranno essere più di due. Alla Fiera è stato approntato un mega schermo e un podio trasparente. Davide Zoggia, il responsabile uscente dell'organizzazione, prevede che parteciperanno quasi duemila persone. Un'Assemblea che ricorda l'alba del partito, quando il Pd era una grande speranza.


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Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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