Carissimi amici piazzesi,
questa vicenda sui liberi consorzi sta riaccendendo un poco di interesse per la nostra Città.
Oggi ero stato invitato al dibattito dei comitati di quartiere ma non mi sarà possibile essere presente, per cui vi scrivo come la penso:
Intanto una premessa.
Se si deve andare via da Enna non lo si deve fare perché "perchè Enna ci tratta male”. Non è Enna che "ci tratta male", siamo noi piazzesi che ci trattiamo male e da anni ci facciamo dividere al momento meno opportuno, proprio quando si devono prendere decisioni importanti, come in questo frangente.
Noi piazzesi non sappiamo fare squadra. Nel nostro DNA non c’è l’unità, purtroppo. E’ semplice per chiunque dividerci. C’è sempre qualcuno che - proprio all’ultimo secondo - si vende al maggiore offerente. Speriamo che questa volta non sia così. La speranza è sempre l’ultima a morire.
Andiamo ai temi.
Ecco i motivi per cui scegliere Catania.
1. Enna è tra le province più piccole d’Italia. Una delle più povere. Una di quelle che non ha neanche uno sbocco a mare. Piazza ed Enna sono due città simili. Hanno le stesse caratteristiche. A noi Enna non serve e noi non serviamo ad Enna. Ci stiamo da 80 anni e in questo tempo siamo progressivamente peggiorati. Niente crescita, anzi, decrescita infelice. E badat, non è questione di odio o rancore dettati da campanilismo: è solo una questone di caratteristiche territoriali che in 8 decenni non hanno permesso nessuno sviluppo integrato tra i territori.
2. Con Catania si apre un nuovo mondo. Entreremmo a far parte di un consorzio di circa un milione di abitanti. Saremmo la parte interna di un territorio che ha sbocco a mare sullo Ionio e sul Mediterraneo.E' pur vero che non saremmo più la seconda città della provincia o futuro consorzio, ma meglio essere la decima città di un consorzio di un milione di abitanti che la seconda di un consorzio con 180 mila abitanti. Il numero di abitanti di Enna corrisponde a quello dei 2 quartieri di Catania.
3. Aderendo al consorzio di Catania, potremmo, in un secondo momento, se si creassero le condizioni, aderire anche all’area metropolitana. Non sarebbe facile, ma neanche impossibile.Usciremmo dalla concezione paesana
4. Che al consorzio di Enna aderiscono le città tirrene del messinese è una favola. Lo dicono per confondere le acque. Figuratevi se ai comuni messinesi che già apparterrebbero all’area metropolitana di Messina converrebbe andare con Enna, la provincia più piccola d’Italia!
Non riesco a trovare nessun motivo per rimanere a Enna e mi chiedo:
- perché i consiglieri comunali si fanno ancora le seghe mentali su questa vicenda, considerato che la loro votazione non è definitiva e serve per dare la parola ai cittadini?
- perche i consiglieri comunali stanno cercando di impedire ai cittadini piazzesi di esercitare la propria libertà democratica attraverso il referendum?
- perché tutti si dilettano a dire che dobbiamo cambiare e poi quanto ne abbiamo la possibilità come adesso chi deve decidere fa un passo indietro?
Domande che attendono una risposta.
Agostino Sella
Agostino Sella