giovedì 25 dicembre 2014

Differenziamoci facendo la differenziata. Basta critiche che non servono! Cittadini collaboriamo

di Agostino Sella
Sentire la zia Maria, che ad 80 anni che si lamenta della raccolta differenziata ci può stare. La zia Maria, con tutta la sua buona volontà non riesce a capire la svolta epocale che sta passando per la nostra città.
Ma sentire chi ha lauree, doppie lauree e dottorati, criticare la raccolta differenziata da girare le scatole (per non dire altro). 
Ma ci rendiamo conto che in questo momento criticare non serve a nulla e che è più importante fare corpo comune e diffondere l'uso della differenziata?
Non lo dico tanto per ragioni politiche. 
Lo dico perché, continuando di questo passo, dovremmo dire addio alla differenziata e presto si potrebbe tornare come prima, perdendo una grande occasione, costruita anche dalle precedenti amministrazioni, tornando ad essere tra i pochi comuni in Italia dove la differenziata è un miraggio.


Dobbiamo renderci conto che - purtroppo - il travagliato passaggio che ha definitivamente sganciato la nostra Città dal fallimentare ATO Ennaeuno ancora produce qualche eco pseudo-politico scorretta. Basta! è arrivato il momento di tacere. 
Stiamo assistendo, finalmente, a una operazione da Città all’avanguardia, senza bidoni stracolmi a fare da comitato d’accoglienza a turisti e visitatori, specie nel centro storico. 
Collaboriamo e cerchiamo di risolvere i problemi invece di crearli.
In alcune zone si vede che sta funzionando ed egregiamente. Peraltro gli operatori ecologici stanno facendo sforzi sovrumani per liberare la città dai rifiuti abbandonati scompostamente e incivilmente da qualcuno che non ha più alibi. Intanto qualcuno continua a ripetere che la campagna di informazione è stata carente, che la gente anziana non ha ben capito come fare, che i bidoni non vengono consegnati, che sono piccoli, che i colori non vanno bene ecc. ecc.
  Ebbene,  anche fosse così, non si giustifica chi abbandona i sacchetti (non biodegradabili) con dentro tutti insieme  plastica,  carta,  vetro,  bucce di frutta,  scarti animali e oltre. Non si può giustificare ed è un comportamento da condannare
Qualcun altro dice che la polizia municipale deve fare rispettare l’ordinanza sindacale che regola il conferimento dei rifiuti applicando le sanzioni (da 300 a 3.000 euro) e forse qualche multa non farebbe male, ma è più importante e più efficace che ogni cittadino diventi controllore di se stesso e dei suoi vicini di casa.
Non voltiamoci dall’altra parte se qualcuno abbandona il sacchetto pieno di immondizia  per strada, facciamogli notare che è un comportamento contro la legge, contro se stessi e contro la Città. E’ così difficile pensare e considerare che il marciapiede è casa nostra come la nostra casa? Beh! Se per qualcuno è difficile facciamogli capire che per noi non lo è, e siccome quel marciapiede, quella strada, sono “casa nostra”, vogliamo che restino puliti. 
Da ieri i Giornali stanno titolando in prima pagina la chiusura della maggior parte delle discariche siciliane, compresa la Timpazzo (che è la discarica della SRR alla quale apparteniamo).
Questo vuol dire che tutto quello che non è differenziato (per intenderci tutto quello che non è carta, plastica, vetro, alluminio, organico) non può essere smaltito. 
Però è anche vero che dividendo per bene i rifiuti e se lo facciamo tutti non sarà difficile smaltirli. Questa volta non abbiamo scuse perché differenziando  possiamo superare l’emergenza.In questo momento, infatti,  abbandonare un solo sacchetto di schifezze in giro vuol dire procurare danni alla salute pubblica. Gli operatori stanno compiendo un lavoro egregio, infatti non sono tenuti a ritirare i sacchetti abbandonati senza rispettare le nuove regole, e se gli incivili non   smetteranno da subito tali comportamenti ne pagheremo la conseguenze tutti, e, nella migliore delle ipotesi, dovremo dichiarare il fallimento della differenziata e tornare ai vecchi bidoni puzzolenti.
Se ci teniamo alla nostra città dimostriamolo una volta per tutte. Il nostro proverbiale amore per la critica, adesso, non serve a niente. Al lavoro, facciamo la differenza, differenziamo!

Per approfondire 




Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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