MANILA - Dopo lo Sri Lanka tocca alle Filippine. Questa mattina (alle 17.45 ora locale) l'aereo con Papa Bergoglio è sbarcato a Manila, capitale delle Filippine, per la seconda tappa del suo viaggio in Asia, che lo ha visto per 48 ore nelle Filippine. Ma a soprendere tutti sono le parole che Bergoglio ha rivolto ai giornalisti durante il viaggio aereo, in cui ha voluto condannare nuovamente chi "uccide in nome di Dio" ma ha voluto anche sottolineare che la libertà di espressione ("un diritto ma anche un dovere") non vuol dire che si possa "provocare e offendere la religione". Il Papa: "Libertà espressione diritto ma anche dovere".
Bergoglio, parlando con i cronisti, è voluto tornare sul tema del terrorismo dopo la strage al Charlie Hebdo: "La religione non può mai uccidere, non si può farlo in nome di Dio". "Ma - ha aggiunto - non si può provocare, non si può prendere in giro la religione di un altro. Non va bene". Con queste parole il Papa ha voluto rispondere alla domanda di un cronista francese che gli chiedeva "fino a che punto si può andare con la libertà di espressione". Poi ha chiarito ulteriormente: sì alla libera espressione "ma se il mio amico Gasbarri dice una parolaccia sulla mia mamma, si aspetti un pugno". Questo il limite che secondo il Papa regola la libertà religiosa: "Non si 'giocattolizza' la religione degli altri", dice Bergoglio. Francesco ha ricordato che la "libertà di espressione è un diritto, ma anche un dovere". Neppure, dice il Papa, "si offende la religione", ma in questo caso "non si reagisce con violenza". Poi ha spiegato, "senza mancare di rispetto a nessuno" che "dietro ogni attentato suicida c'è uno squilibrio, non so se mentale, ma certamente umano". Il Pontefice ha poi chiarito il senso del suo viaggio nelle Filippine: al centro del suo viaggio ci saranno "i poveri che vogliono andare avanti, i poveri che hanno sofferto per il tifone Yolanda e ancora soffrono le sue conseguenze ma hanno fede e speranza". Poi ha voluto chiarire, visti gli allarmi sulla sicurezza che si sono succeduti in questi giorni, che la sua preoccupazione è "per l'incolumità dei fedeli" mentre per sè ha "una sana incoscienza". "Sempre il migliore modo per rispondere è la mitezza, essere mite, umile, come il Padre, senza fare aggressioni. A me - ha aggiunto Bergoglio - preoccupano i fedeli, su questo ho parlato con la sicurezza vaticana, il dottor Giani mi aggiorna, mi preoccupano i fedeli, ho paura per loro, ma lei sa che io ho un difetto, una bella dose di incoscienza. Ma se mi accade questo? Soltanto ti chiedo la grazia che non mi facciano male, perchè non sono coraggioso di fronte al dolore". Infine ha annunciato che a giugno uscirà l'enciclica sull'Ecologia, tema a lui particolarmente caro, in tempo per l'incontro internazionale di Parigi sui cambiamenti climatici". "Quello di Lima mi ha un pò deluso, speriamo che a Parigi siano un pò più coraggiosi", ha aggiunto in merito alla precedente Conferenza Internazionale sul tema. Filippine seconda tappa del viaggio in Asia. Papa Francesco è arrivato questa mattina a Manila: ad attenderlo c'era, oltre a una folla di giovani che hanno intonato il coro "Papa Francisco bienvenido" e messo in scena una danza a ritmo di musica tecno, il presidente Benigno Aquino e i vescovi filippini guidati dal cardinale arcivescovo di Manila, Louis Antonio Tagle, che il pontefice argentino ha abbracciato calorosamente. Papa Francesco ha percorso la strada per giungere alla sede della nunziatura, dove pernotterà, a bordo della "Papamobile", una jeep aperta con ampio parabrezza di vetro. Lungo le strade della capitale, una folla imponente lo ha salutato, applaudito e fotografato con una selva di smartphone e tablet. Oggi non sono previsti discorsi ufficiali del Papa, mentre domani lo attende la visita al palazzo presidenziale, una messa con i religiosi alla Cattedrale di Manila e l'incontro con le famiglie nella "Mall of Asia" Arena. E' la quarta volta che un Pontefice visita l'arcipelago: il primo fu Paolo VI, 45 anni fa, che subì a Manila un attentato, andato a vuoto, ad opera di un pittore boliviano, seguito poi da Giovanni Paolo II nel 1981 e nel 1995. Il viaggio di Francesco, come quello di Papa Montini nel 1970, avviene in un paese ancora ferito dal recente tifone del dicembre scorso. INTERATTIVO/MEZZO SECOLO DI VIAGGI PAPALI Il Papa saluta lo Sri Lanka. Bergoglio è arrivato a Manila da Colombo, dopo una 48 ore particolarmente intesa. "Dio benedica e protegga lo Sri Lanka" ha scritto su Twitter il Papa salutando il Paese asiatico. Francesco ha lasciato l'isola dopo un viaggio in cui ha voluto rilanciare un messaggio di riconciliazione in un Paese che sta cercando di risorgere da un conflitto di 30 anni tra le due etnie principali, i cingalesi e i Tamil. La visita del Papa è stata chiusa con un gesto importante di perdono da parte delle autorità srilankesi che hanno ordinato la liberazione di 612 detenuti, 575 uomini e 37 donne. A beneficiare della grazia presidenziale, anziani di più di 75 anni e detenuti per reati minori. Le ultime ore di Bergoglio in Sri Lanka sono state dedicate prima alla visita al santuario di Nostra Signora di Lanka che si trova lungo la strada che porta dalla capitale srilankese all'aeroporto internazionale "Bandaranaike". Al suo arrivo è stato accolto da padre Mahamalage Quinnus Fernando, rettore dell'istituto culturale Benedetto XVI. Nella cappella Francesco ha potuto raccogliersi in preghiera per alcuni minuti accompagnato dai 10 gesuiti della comunità. Il Papa si è poi recato in aeroporto dove è stato salutato dal neopresidente della repubblica, Maithripala Sirisena, da alcuni vescovi guidati dal cardinale Malcom Ranjith e da numerose altre autorità. La giornata di ieri è stata caratterizzata dalla canonizzazione di Giuseppe Vas, primo santo dello Sri Lanka, davanti a 500mila persone e poi dalla visita a sorpresa di Bergoglio ad un tempio buddista. Come ha raccontato il portavoce della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi, il Papa "è stato accolto con grande familiarità. Gli è stata spiegata bene la realtà di questo luogo di preghiera e gli è stato mostrato lo Stupa, che contiene reliquie e che è uno degli oggetti sacri che tengono nel tempio, davanti alla statua di Buddha; e lo hanno anche aperto per il Papa, cosa che avviene - sembra - una sola volta l'anno".
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Bergoglio, parlando con i cronisti, è voluto tornare sul tema del terrorismo dopo la strage al Charlie Hebdo: "La religione non può mai uccidere, non si può farlo in nome di Dio". "Ma - ha aggiunto - non si può provocare, non si può prendere in giro la religione di un altro. Non va bene". Con queste parole il Papa ha voluto rispondere alla domanda di un cronista francese che gli chiedeva "fino a che punto si può andare con la libertà di espressione". Poi ha chiarito ulteriormente: sì alla libera espressione "ma se il mio amico Gasbarri dice una parolaccia sulla mia mamma, si aspetti un pugno". Questo il limite che secondo il Papa regola la libertà religiosa: "Non si 'giocattolizza' la religione degli altri", dice Bergoglio. Francesco ha ricordato che la "libertà di espressione è un diritto, ma anche un dovere". Neppure, dice il Papa, "si offende la religione", ma in questo caso "non si reagisce con violenza". Poi ha spiegato, "senza mancare di rispetto a nessuno" che "dietro ogni attentato suicida c'è uno squilibrio, non so se mentale, ma certamente umano". Il Pontefice ha poi chiarito il senso del suo viaggio nelle Filippine: al centro del suo viaggio ci saranno "i poveri che vogliono andare avanti, i poveri che hanno sofferto per il tifone Yolanda e ancora soffrono le sue conseguenze ma hanno fede e speranza". Poi ha voluto chiarire, visti gli allarmi sulla sicurezza che si sono succeduti in questi giorni, che la sua preoccupazione è "per l'incolumità dei fedeli" mentre per sè ha "una sana incoscienza". "Sempre il migliore modo per rispondere è la mitezza, essere mite, umile, come il Padre, senza fare aggressioni. A me - ha aggiunto Bergoglio - preoccupano i fedeli, su questo ho parlato con la sicurezza vaticana, il dottor Giani mi aggiorna, mi preoccupano i fedeli, ho paura per loro, ma lei sa che io ho un difetto, una bella dose di incoscienza. Ma se mi accade questo? Soltanto ti chiedo la grazia che non mi facciano male, perchè non sono coraggioso di fronte al dolore". Infine ha annunciato che a giugno uscirà l'enciclica sull'Ecologia, tema a lui particolarmente caro, in tempo per l'incontro internazionale di Parigi sui cambiamenti climatici". "Quello di Lima mi ha un pò deluso, speriamo che a Parigi siano un pò più coraggiosi", ha aggiunto in merito alla precedente Conferenza Internazionale sul tema. Filippine seconda tappa del viaggio in Asia. Papa Francesco è arrivato questa mattina a Manila: ad attenderlo c'era, oltre a una folla di giovani che hanno intonato il coro "Papa Francisco bienvenido" e messo in scena una danza a ritmo di musica tecno, il presidente Benigno Aquino e i vescovi filippini guidati dal cardinale arcivescovo di Manila, Louis Antonio Tagle, che il pontefice argentino ha abbracciato calorosamente. Papa Francesco ha percorso la strada per giungere alla sede della nunziatura, dove pernotterà, a bordo della "Papamobile", una jeep aperta con ampio parabrezza di vetro. Lungo le strade della capitale, una folla imponente lo ha salutato, applaudito e fotografato con una selva di smartphone e tablet. Oggi non sono previsti discorsi ufficiali del Papa, mentre domani lo attende la visita al palazzo presidenziale, una messa con i religiosi alla Cattedrale di Manila e l'incontro con le famiglie nella "Mall of Asia" Arena. E' la quarta volta che un Pontefice visita l'arcipelago: il primo fu Paolo VI, 45 anni fa, che subì a Manila un attentato, andato a vuoto, ad opera di un pittore boliviano, seguito poi da Giovanni Paolo II nel 1981 e nel 1995. Il viaggio di Francesco, come quello di Papa Montini nel 1970, avviene in un paese ancora ferito dal recente tifone del dicembre scorso. INTERATTIVO/MEZZO SECOLO DI VIAGGI PAPALI Il Papa saluta lo Sri Lanka. Bergoglio è arrivato a Manila da Colombo, dopo una 48 ore particolarmente intesa. "Dio benedica e protegga lo Sri Lanka" ha scritto su Twitter il Papa salutando il Paese asiatico. Francesco ha lasciato l'isola dopo un viaggio in cui ha voluto rilanciare un messaggio di riconciliazione in un Paese che sta cercando di risorgere da un conflitto di 30 anni tra le due etnie principali, i cingalesi e i Tamil. La visita del Papa è stata chiusa con un gesto importante di perdono da parte delle autorità srilankesi che hanno ordinato la liberazione di 612 detenuti, 575 uomini e 37 donne. A beneficiare della grazia presidenziale, anziani di più di 75 anni e detenuti per reati minori. Le ultime ore di Bergoglio in Sri Lanka sono state dedicate prima alla visita al santuario di Nostra Signora di Lanka che si trova lungo la strada che porta dalla capitale srilankese all'aeroporto internazionale "Bandaranaike". Al suo arrivo è stato accolto da padre Mahamalage Quinnus Fernando, rettore dell'istituto culturale Benedetto XVI. Nella cappella Francesco ha potuto raccogliersi in preghiera per alcuni minuti accompagnato dai 10 gesuiti della comunità. Il Papa si è poi recato in aeroporto dove è stato salutato dal neopresidente della repubblica, Maithripala Sirisena, da alcuni vescovi guidati dal cardinale Malcom Ranjith e da numerose altre autorità. La giornata di ieri è stata caratterizzata dalla canonizzazione di Giuseppe Vas, primo santo dello Sri Lanka, davanti a 500mila persone e poi dalla visita a sorpresa di Bergoglio ad un tempio buddista. Come ha raccontato il portavoce della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi, il Papa "è stato accolto con grande familiarità. Gli è stata spiegata bene la realtà di questo luogo di preghiera e gli è stato mostrato lo Stupa, che contiene reliquie e che è uno degli oggetti sacri che tengono nel tempio, davanti alla statua di Buddha; e lo hanno anche aperto per il Papa, cosa che avviene - sembra - una sola volta l'anno".
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