di Sergio Rossitto
Carmelo Nigrelli, in un post del 14 dicembre, scriveva “Amici, tra pochi giorni inizierà il 2015. 100 anni fa l'Italia entrava nella Grande Guerra per unire al resto della nazione il Trentino e la Venezia Giulia. Centinaia di migliaia di giovani andarono ai confini dell’Italia e molti morirono per una idea e un popolo”. Propose di raccontare le storie dei nostri nonni ed oggi, con commozione voglio ricordare quella di mio nonno Gaetano Rossitto. Abbiamo nei giorni scorsi condiviso l’idea di riabilitare circa 750 ragazzi fucilati con il barbaro rito della decimazione. Oggi, al di là di una facile retorica, mi sembra doveroso rendere omaggio a quanti, forse inconsapevoli di una guerra assurda, si trovarono nelle trincee di fronte al nemico austroungarico. La riconquista, dopo un mese dall'ultima offensiva austroungarica di Natale 1917, dei tre monti rappresenta forse la pagina più bella della prima guerra mondiale. Gli italiani impiegarono unità di élite come bersaglieri e alpini, numerosi nuclei di arditi e la brigata Sassari, già distintasi nei mesi precedenti sugli altipiani. Comandava le truppe dell’altopiano il Gen. Gaetano Zoppi. Al comando del generale d'artiglieria Renzo Garrone si schieravano 420 cannoni campali, 424 pesanti, 12 batterie di bombarde, 15 obici pesantissimi, su un fronte di circa 6 km, impiegati in tiri di controbatteria, distruzione degli ostacoli passivi, interdizione poi copertura e appoggio all’azione delle fanterie. Ordini chiari, comando e controllo aderente agli sviluppi dell’azione ed esecuzione intelligente da parte delle unità caratterizzarono l’impiego dell’artiglieria, che in questa battaglia diede ben altra prova se confrontata a Caporetto, dove non intervenne per ordine di Badoglio. L’azione offensiva, che portava alla riconquista dei tre monti, si rendeva inoltre necessaria per ovvie ragioni morali in quanto, in 3 mesi di sanguinosa ritirata, il soldato italiano avvertiva il peso della perdita dell’iniziativa e il pericolo d'una difesa sempre più sbilanciata e precaria. L’offensiva non era limitata solo a questo settore in cui gli austriaci erano ben vigili, ma a tutto l’altopiano. Le battaglie dei “Tre Monti” conservano tuttora un significato superiore che va oltre lo straordinario risultato militare ottenuto; infatti, ancor più del valore, occorre ricordare il rinascimento morale dell’Esercito Italiano e dell’intera Nazione, dopo soli tre mesi dalla tragica disfatta di Caporetto. In quei drammatici giorni fu messa in forse l’integrità nazionale, mentre volantini dell’esercito imperiale minacciavano saccheggiamenti, violenze, la presa di Venezia e l’invasione della pianura vicentina. Se non è corretto chiamarla “quarta guerra d’indipendenza” il motto “fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani” sembra specchiarsi in questa resistenza, con la quale fiorì una nuova coscienza collettiva unitaria del popolo italiano, forgiata attorno ad un crogiuolo di esperienze, dialetti ed umanità. Dunque, aldilà della retorica della vittoria, onore a quei soldati. Nonno Gaetano era tra questi. Venticinquenne, in un freddissimo “giorno della merla”, esattamente 97 anni fa, il 29 gennaio 1918, infuriava la cosiddetta battaglia dei tre monti (Col del Rosso, Col d’Echele, Cima Val Bella (28/31 gennaio 1918). “Durante un intenso bombardamento, sprezzante del pericolo, usciva dalla trincea per curare i feriti della propria compagnia e di altri reparti. Instancabile nella sua opera di soccorso, con l’esempio e con la parola incoraggiava i soldati alla resistenza, finché veniva gravemente colpito da una scheggia di granata”. Questa la motivazione con cui Sua Maestà il Re il 20 luglio 1919 sanzionò la concessione, fatta sul campo, dalle supreme autorità mobilitate, di una medaglia d’argento al valor militare (Col d’Echele, 29 gennaio 1918). Dopo la concessione, sul campo, della medaglia d'argento fu pure insignito della croce al merito di guerra.
Il capitano di fanteria Rossitto Gaetano di Antonino della classe 1893 (14 luglio), il 18 giugno del 1940 fu richiamato alle armi per esigenze militari di carattere eccezionale e comandò la tradotta militare di Siracusa fino a quando l'11 luglio del 1943 fu catturato dagli alleati e portato in prigionia a Malta, quindi in Algeria.
Ciao nonno.
Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
___________
"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
TUTTI GLI ARTICOLI
-
►
2024
(6)
- ► luglio 2024 (1)
- ► maggio 2024 (1)
- ► marzo 2024 (1)
- ► febbraio 2024 (1)
-
►
2023
(32)
- ► dicembre 2023 (1)
- ► ottobre 2023 (1)
-
►
2018
(36)
- ► novembre 2018 (1)
- ► giugno 2018 (1)
- ► marzo 2018 (7)
-
►
2017
(98)
- ► novembre 2017 (1)
- ► febbraio 2017 (9)
-
►
2016
(374)
- ► dicembre 2016 (34)
- ► novembre 2016 (22)
- ► ottobre 2016 (25)
- ► settembre 2016 (27)
- ► luglio 2016 (10)
- ► giugno 2016 (25)
- ► maggio 2016 (32)
- ► aprile 2016 (29)
- ► marzo 2016 (49)
- ► febbraio 2016 (51)
- ► gennaio 2016 (61)
-
▼
2015
(729)
- ► dicembre 2015 (63)
- ► novembre 2015 (45)
- ► ottobre 2015 (57)
- ► settembre 2015 (76)
- ► agosto 2015 (84)
- ► luglio 2015 (47)
- ► giugno 2015 (38)
- ► maggio 2015 (57)
- ► aprile 2015 (67)
- ► marzo 2015 (67)
- ▼ febbraio 2015 (64)
- ► gennaio 2015 (64)
-
►
2014
(1103)
- ► dicembre 2014 (94)
- ► novembre 2014 (65)
- ► ottobre 2014 (81)
- ► settembre 2014 (69)
- ► agosto 2014 (83)
- ► luglio 2014 (81)
- ► giugno 2014 (76)
- ► maggio 2014 (103)
- ► aprile 2014 (99)
- ► marzo 2014 (105)
- ► febbraio 2014 (121)
- ► gennaio 2014 (126)
-
►
2013
(1877)
- ► dicembre 2013 (135)
- ► novembre 2013 (107)
- ► ottobre 2013 (154)
- ► settembre 2013 (98)
- ► agosto 2013 (149)
- ► luglio 2013 (111)
- ► giugno 2013 (157)
- ► maggio 2013 (149)
- ► aprile 2013 (182)
- ► marzo 2013 (217)
- ► febbraio 2013 (168)
- ► gennaio 2013 (250)
-
►
2012
(2417)
- ► dicembre 2012 (219)
- ► novembre 2012 (242)
- ► ottobre 2012 (221)
- ► settembre 2012 (196)
- ► agosto 2012 (170)
- ► luglio 2012 (196)
- ► giugno 2012 (177)
- ► maggio 2012 (268)
- ► aprile 2012 (187)
- ► marzo 2012 (209)
- ► febbraio 2012 (163)
- ► gennaio 2012 (169)
-
►
2011
(2196)
- ► dicembre 2011 (185)
- ► novembre 2011 (168)
- ► ottobre 2011 (139)
- ► settembre 2011 (156)
- ► agosto 2011 (155)
- ► luglio 2011 (171)
- ► giugno 2011 (161)
- ► maggio 2011 (200)
- ► aprile 2011 (218)
- ► marzo 2011 (187)
- ► febbraio 2011 (178)
- ► gennaio 2011 (278)
-
►
2010
(2750)
- ► dicembre 2010 (279)
- ► novembre 2010 (239)
- ► ottobre 2010 (256)
- ► settembre 2010 (221)
- ► agosto 2010 (260)
- ► luglio 2010 (287)
- ► giugno 2010 (192)
- ► maggio 2010 (186)
- ► aprile 2010 (154)
- ► marzo 2010 (231)
- ► febbraio 2010 (222)
- ► gennaio 2010 (223)
-
►
2009
(1670)
- ► dicembre 2009 (240)
- ► novembre 2009 (197)
- ► ottobre 2009 (193)
- ► settembre 2009 (146)
- ► agosto 2009 (175)
- ► luglio 2009 (146)
- ► giugno 2009 (101)
- ► maggio 2009 (106)
- ► aprile 2009 (84)
- ► marzo 2009 (121)
- ► febbraio 2009 (90)
- ► gennaio 2009 (71)
-
►
2008
(990)
- ► dicembre 2008 (93)
- ► novembre 2008 (94)
- ► ottobre 2008 (118)
- ► settembre 2008 (112)
- ► luglio 2008 (104)
- ► giugno 2008 (130)
- ► maggio 2008 (98)
- ► aprile 2008 (69)
- ► marzo 2008 (64)
- ► febbraio 2008 (49)
-
►
2007
(210)
- ► dicembre 2007 (36)
- ► novembre 2007 (52)
- ► ottobre 2007 (65)
-
►
2006
(15)
- ► giugno 2006 (1)
- ► aprile 2006 (1)
- ► marzo 2006 (1)
- ► gennaio 2006 (2)
-
►
2005
(2)
- ► novembre 2005 (1)
- ► luglio 2005 (1)
-
►
2004
(7)
- ► settembre 2004 (1)
- ► aprile 2004 (1)