sabato 22 agosto 2015

Tremila migranti su 22 barconi alla deriva nel Canale di Sicilia, quasi duemila in salvo

Nuova ondata di migranti - si stima tra le duemila e le tremila persone - in arrivo dalla Libia: un numero impressionante di gommoni e barconi alla deriva hanno lanciato l'allarme chiedendo l'intervento dei mezzi di soccorso italiani ed europei schierati nel canale di Sicilia. Più di venti le richieste arrivate alla centrale operativa della guardia Costiera, che coordina gli interventi. Si tratta di 6 barconi e 16 gommoni con a bordo complessivamente, appunto, tra le duemila e le tremila persone. Sono oltre 1700 i migranti che sono stati già salvati e recuperati nel corso della mattinata dai mezzi italiani e europei che stanno continuando ad operare nel Canale di Sicilia.
Dalla notte scorsa sono 22 le imbarcazioni che hanno lanciato l'allarme, 16 gommoni e 6 barconi: Al momento 370 migranti che erano su un barcone si trovano a bordo di un mezzo della guardia di finanza che sta raggiungendo il porto di Messina. Altri 111 sono stati salvati da un gommone e recuperati dalla motovedetta Cp324 delle Capitanerie di porto partita da Lampedusa; 322 migranti sono invece a bordo della Siem Pilot, la nave norvegese inserita nel dispositivo Triton. Altri 507 sono stati tratti in salvo dalla nave Cigala Fulgosi della Marina Militare, che aggiungendosi ai 432 salvati dalla nave Vega portano a 939 il numero delle persone salvate oggi dalla Marina italiana.  La Guardia Costiera riferisce che altri 187 migranti su due gommoni sono stati tratti in salvo dalla motovedetta Cp 291. I 432 migranti con nave Vega arriveranno lunedì mattina al molo Quattro Venti del porto di Palermo. La Cigala Fulgosi invece approderà ad Augusta dopo una sosta a Lampedusa per sbarcare un migrante bisognoso di cure mediche.

I migranti, rende noto la Marina militare, si trovavano a bordo di due barconi sovraffollati e senza le minime dotazioni di sicurezza. Al momento il porto di sbarco dei migranti non è ancora stato comunicato dal Ministero dell'Interno. Nella zona sono presenti nave Fiorillo e nave Diciotti della Guardia Costiera, una nave norvegese inserita in Triton, 4 motovedette delle Capitanerie, mezzi della Marina Militare e della Guardia di Finanza. Le operazioni di recupero dei migranti sono in corso.

Arrestati sei scafisti. Intanto sei egiziani, sbarcati a Palermo giovedì scorso con centinaia di migranti, sono stati arrestati dalla polizia perchè ritenuti gli scafisti dell'imbarcazione soccorsa in acque internazionali dalla nave Diciotti della Capitaneria di porto.

A permettere la loro individuazione sono stati, come spesso accade, i racconti degli stessi migranti i quali hanno anche descritto le drammatiche condizioni di salute e di pericolo che hanno vissuto durante il viaggio. Secondo i loro racconti, durante la navigazione, decine di donne e bambini sarebbero stati chiusi a chiave sotto coperta e fatti uscire soltanto dopo il pagamento, da parte dei parenti, di un ulteriore cospicuo importo quale riscatto. Sono accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I sei sono Mustopha Taysir, Solah Ahmed, Mohammud Alli, Mohammed Abdella, Mohammed Taysir e Ala Mohamed Shafi ed hanno un'età compresa tra i 42 e i 24 anni.

L'imbarcazione trasportava 432 migranti, tra siriani, egiziani, palestinesi, iracheni, etiopi, eritrei, somali e sudanesi: 359, di cui 60 donne e 56 bambini, sono arrivati a Palermo la mattina del 20 agosto, mentre gli altri 73 sono stati fatti sbarcare a Taranto.

Stavolta partiti dall'Egitto. Secondo le testimonianze raccolte, l'imbarcazione sarebbe partita dall'Egitto e non come solitamente accade dalla Libia. I migranti avrebbero pagato duemila dollari ciascuno per salire su un'imbarcazione che avrebbe potuto ospitare al massimo una trentina di persone e su cui invece ne sono state caricate oltre 400. Sembrerebbe inoltre che solo una protesta dei migranti, perplessi sulla capacità del natante di trasportare così tante persone, avrebbe costretto gli scafisti a ridurre il numero di passeggeri a 432 rispetto ai previsti 550.




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Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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