BUDAPEST - Sulla flessibilità dei costi, la presidenza lussemburghese ha deciso di aprire la discussione sulla situazione straordinaria dei migranti ai fini del patto di Stabilità, quindi dello scorporo dei fondi. Lo ha annunciato il ministro dell'economia lussemburghese Pierre Gramegna al termine dell'Ecofin.
Intanto, l'Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim) ha diffuso un dato che spiega in drammatica sintesi come l'immigrazione verso l'Europa sia diventata nel giro di qualche mese un'emergenza non solo italiana o greca, ma continentale: nel corso del 2015 il numero dei migranti e dei rifugiati che hanno attraversato il Mediterraneo sono più che raddoppiati rispetto all'intero 2014, toccando quasi il mezzo milione di persone, per la precisione 432.761. L'agenzia, con sede a Ginevra, stima che 309.356 persone sono arrivate via mare in Grecia, 121.139 in Italia, 2.166 in Spagna e 100 a Malta. Secondo IOM, 2748 persone sono annegate nel tentativo di raggiungere l'Europa. Nel 2014 nei quattro Paesi citati dall'organizzazione erano giunte via mare complessivamente 197,940 persone.
Un italiano è stato fermato in Ungheria alla guida di un furgone con 33 siriani a bordo, di cui due donne, diretto in Germania. Dopo la comunicazione della polizia sul proprio sito è arrivata anche la conferma delle autorità ungheresi. L'uomo, 52 anni, originario di Como, al volante di un Ducato, è stato intercettato nei pressi del lago di Balaton dalla polizia della contea di Veszprém. L'italiano è stato portato in questura, dove è stato interrogato e arrestato con l'accusa di traffico di esseri umani. Dovrebbe essere processato entro 48 ore. L'uomo, secondo Sky, avrebbe affermato invece di aver raccolto i profughi infreddoliti. La Farnesina ha confermato il conducente italiano è in stato di fermo in Ungheria, ma sul caso è stato chiesto il massimo riserbo. La vicenda viene seguita dall'ambasciata d'Italia a Budapest, che sta prestando tutta l'assistenza possibile in collaborazione con le autorità locali.
Incontrando a Praga il Gruppo di Visegrad, che riunisce Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, il ministro degli Esteri tedesco Steinmeier ha parlato di "40mila nuovi rifugiati in arrivo in Germania nel weekend" e ha chiesto ai suoi interlocutori di aderire a un sistema di equa ripartizione dell'emergenza. Ma Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia hanno ribadito il loro no al sistema della ripartizione centralizzata dei rifugiati, con la Polonia che secondo fonti Ue sta rivedendo la sua posizione. L'Ungheria ha proposto invece una conferenza Ue-Paesi balcanici sul tema e ha chiesto di essere cancellata dai Paesi beneficiari (lo è assieme a Grecia e Italia) dei 120mila ricollocamenti intra-Ue proposti da Bruxelles. La richiesta - si apprende - é stata presentata alla riunione degli ambasciatori dei 28 che torneranno a vedersi domenica, in vista del consiglio Affari interni di lunedì.
L'Ungheria punta a sigillare i 175 chilometri di frontiera con la Serbia con il completamento del "muro" e il premier ungherese Orban ha annunciato che da martedì 15 settembre, quando entrerà in vigore la nuova normativa più restrittiva sull'immigrazione, "chi passerà il confine illegalmente sarà arrestato". Il nuovo ministro della Difesa ungherese, Istvan Simicsko, ha dichiarato di aver aumentato a 3800 il numero dei soldati mobilitati per rinforzare il blocco alla frontiera serba, dopo che nella giornata di ieri è stato toccato un nuovo record di entrate illegali: 3601, nuovo primato che supera quello delle 3321 entrate del giorno precedente. Il flusso in entrata in Ungheria si ripercuote inevitabilmente sulla frontiera con l'Austria, dove i migranti puntano per poi passare in Germania e dove solo ieri sono transitate 8mila persone. Nei pressi della frontiera, la polizia austriaca ha bloccato il traffico sull'autostrada A4, che decine di migranti percorrevano a piedi per raggiungere Vienna. Secondo l'Unhcr, 7600 migranti sono entrati in Macedonia attraverso la frontiera greca nelle ultime 24 ore. Interrotti per tutto il prossimo weekend anche i collegamenti ferroviari tra Austria e Ungheria, comunica la compagnia austriaca OeBB.
L'agenzia Onu, inoltre, accoglie con soddisfazione il piano Ue per la distribuzione di 160mila rifugiati, ma sottlinea che può rivelarsi un successo solo se accompagnato da uno sforzo di emergenza su larga scala per l'accoglienza in Italia, Ungheria e Grecia. L'Unhcr richiama inoltre al rispetto del diritto nazionale e internazionale nella gestione dell'emergenza alle frontiere, in particolare garantendo il rispetto del diritto d'asilo. Da parte sua, l'Unhcr ha inviato aiuti per 95mila persone in Ungheria, Serbia, Macedonia e Grecia, oltre ad aver spedito in Ungheria 300 unità abitative prefabbricate per offrire un temporaneo riparo ai rifugiati, offerta che Budapest ha accettato. Secondo fonti Ue, un accordo politico formale sulle nuove proposte della Commissione europea in tema di immigrazione sarà raggiunto dal Consiglio Ue l'8 ottobre, in occasione della seduta formale dei ministri degli Affari interni.
Renzi a Repubblica: "Ue a bivio, superare Dublino". In una lettera a Repubblica, il premier Matteo Renzi esorta a superare gli egoismi nazionali e a considerare ormai obsoleto il meccanismo sul diritto d'asilo del trattato di Dublino. "Giusto che gli hotspot siano gestiti a livello europeo - scrive Renzi -, ma ciò sarà possibile solo se ogni Paese accoglierà un certo numero di ospiti (quote) e i rimpatri per chi non ha diritto di asilo verranno organizzati dall'Unione Europea, e non dai singoli Stati. L'Europa, del resto, è a un bivio e non lo dicono solo i giornali o la politica, è sotto gli occhi di ognuno di noi ogni giorno".
Ban Ki-Moon: "Ue faccia di più". "Approvo l'iniziativa e la solidarietà globale che stanno dimostrando i capi di stato e di governo europei, ma allo stesso tempo in considerazione della gravità e della proporzione di questa crisi, mi aspetterei naturalmente che i leader europei facessero di più". Lo afferma il segretario generale dell'onu Ban Ki-moon nell'intervista rilasciata alla Radio Vaticana in prossimità della visita di papa Francesco all'Onu (il 25 settembre).
"Le persone stanno fuggendo dalle guerre e dalle persecuzioni e per questo devono essere adeguatamente e velocemente protette. Questa è una sfida senza precedenti per il mondo intero, in particolare per l'europa. Deve essere però notato che anche il continente europeo e i suoi abitanti hanno beneficiato di questo tipo di migrazione e ricerca della libertà e di migliori opportunità. Ora che queste europee costituiscono le più grandi e ricche economie del mondo, speriamo che mostrino la loro solidarietà globale e la loro guida misericordiosa, prendendosi cura anche di tutte queste situazioni umanitarie".
Il 64% degli italiani favorevole all'appello del Papa. L'appello di Papa Francesco non cade nel vuoto. Gli italiani sembrano propensi ad accogliere chi scappa dalla guerra e dalla povertà. Il campione interpellato dal sondaggio Ixè realizzato per Agorà, trasmissione in onda su Raitre, è in larga maggioranza, 64%, favorevole alle parole del Santo Padre. Il 34% ritiene invece che prima debbano essere aiutati gli italiani in difficoltà. Italiani invece divisi sulla risposta dell'Europa all'emergenza profughi: il 46% la ritiene interlocutoria, mentre il 33% la considera una svolta. La percentuale ancora alta, il 21%, di chi non si esprime sottolinea la difficoltà del tema. Quanto al ruolo di Renzi nel cambio di rotta Ue, per il 68% il premier non è stato il protagonista di questa svolta, mentre il 23% gli riconosce un ruolo determinante.
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Intanto, l'Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim) ha diffuso un dato che spiega in drammatica sintesi come l'immigrazione verso l'Europa sia diventata nel giro di qualche mese un'emergenza non solo italiana o greca, ma continentale: nel corso del 2015 il numero dei migranti e dei rifugiati che hanno attraversato il Mediterraneo sono più che raddoppiati rispetto all'intero 2014, toccando quasi il mezzo milione di persone, per la precisione 432.761. L'agenzia, con sede a Ginevra, stima che 309.356 persone sono arrivate via mare in Grecia, 121.139 in Italia, 2.166 in Spagna e 100 a Malta. Secondo IOM, 2748 persone sono annegate nel tentativo di raggiungere l'Europa. Nel 2014 nei quattro Paesi citati dall'organizzazione erano giunte via mare complessivamente 197,940 persone.
Un italiano è stato fermato in Ungheria alla guida di un furgone con 33 siriani a bordo, di cui due donne, diretto in Germania. Dopo la comunicazione della polizia sul proprio sito è arrivata anche la conferma delle autorità ungheresi. L'uomo, 52 anni, originario di Como, al volante di un Ducato, è stato intercettato nei pressi del lago di Balaton dalla polizia della contea di Veszprém. L'italiano è stato portato in questura, dove è stato interrogato e arrestato con l'accusa di traffico di esseri umani. Dovrebbe essere processato entro 48 ore. L'uomo, secondo Sky, avrebbe affermato invece di aver raccolto i profughi infreddoliti. La Farnesina ha confermato il conducente italiano è in stato di fermo in Ungheria, ma sul caso è stato chiesto il massimo riserbo. La vicenda viene seguita dall'ambasciata d'Italia a Budapest, che sta prestando tutta l'assistenza possibile in collaborazione con le autorità locali.
Incontrando a Praga il Gruppo di Visegrad, che riunisce Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, il ministro degli Esteri tedesco Steinmeier ha parlato di "40mila nuovi rifugiati in arrivo in Germania nel weekend" e ha chiesto ai suoi interlocutori di aderire a un sistema di equa ripartizione dell'emergenza. Ma Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia hanno ribadito il loro no al sistema della ripartizione centralizzata dei rifugiati, con la Polonia che secondo fonti Ue sta rivedendo la sua posizione. L'Ungheria ha proposto invece una conferenza Ue-Paesi balcanici sul tema e ha chiesto di essere cancellata dai Paesi beneficiari (lo è assieme a Grecia e Italia) dei 120mila ricollocamenti intra-Ue proposti da Bruxelles. La richiesta - si apprende - é stata presentata alla riunione degli ambasciatori dei 28 che torneranno a vedersi domenica, in vista del consiglio Affari interni di lunedì.
L'Ungheria punta a sigillare i 175 chilometri di frontiera con la Serbia con il completamento del "muro" e il premier ungherese Orban ha annunciato che da martedì 15 settembre, quando entrerà in vigore la nuova normativa più restrittiva sull'immigrazione, "chi passerà il confine illegalmente sarà arrestato". Il nuovo ministro della Difesa ungherese, Istvan Simicsko, ha dichiarato di aver aumentato a 3800 il numero dei soldati mobilitati per rinforzare il blocco alla frontiera serba, dopo che nella giornata di ieri è stato toccato un nuovo record di entrate illegali: 3601, nuovo primato che supera quello delle 3321 entrate del giorno precedente. Il flusso in entrata in Ungheria si ripercuote inevitabilmente sulla frontiera con l'Austria, dove i migranti puntano per poi passare in Germania e dove solo ieri sono transitate 8mila persone. Nei pressi della frontiera, la polizia austriaca ha bloccato il traffico sull'autostrada A4, che decine di migranti percorrevano a piedi per raggiungere Vienna. Secondo l'Unhcr, 7600 migranti sono entrati in Macedonia attraverso la frontiera greca nelle ultime 24 ore. Interrotti per tutto il prossimo weekend anche i collegamenti ferroviari tra Austria e Ungheria, comunica la compagnia austriaca OeBB.
L'agenzia Onu, inoltre, accoglie con soddisfazione il piano Ue per la distribuzione di 160mila rifugiati, ma sottlinea che può rivelarsi un successo solo se accompagnato da uno sforzo di emergenza su larga scala per l'accoglienza in Italia, Ungheria e Grecia. L'Unhcr richiama inoltre al rispetto del diritto nazionale e internazionale nella gestione dell'emergenza alle frontiere, in particolare garantendo il rispetto del diritto d'asilo. Da parte sua, l'Unhcr ha inviato aiuti per 95mila persone in Ungheria, Serbia, Macedonia e Grecia, oltre ad aver spedito in Ungheria 300 unità abitative prefabbricate per offrire un temporaneo riparo ai rifugiati, offerta che Budapest ha accettato. Secondo fonti Ue, un accordo politico formale sulle nuove proposte della Commissione europea in tema di immigrazione sarà raggiunto dal Consiglio Ue l'8 ottobre, in occasione della seduta formale dei ministri degli Affari interni.
Renzi a Repubblica: "Ue a bivio, superare Dublino". In una lettera a Repubblica, il premier Matteo Renzi esorta a superare gli egoismi nazionali e a considerare ormai obsoleto il meccanismo sul diritto d'asilo del trattato di Dublino. "Giusto che gli hotspot siano gestiti a livello europeo - scrive Renzi -, ma ciò sarà possibile solo se ogni Paese accoglierà un certo numero di ospiti (quote) e i rimpatri per chi non ha diritto di asilo verranno organizzati dall'Unione Europea, e non dai singoli Stati. L'Europa, del resto, è a un bivio e non lo dicono solo i giornali o la politica, è sotto gli occhi di ognuno di noi ogni giorno".
Ban Ki-Moon: "Ue faccia di più". "Approvo l'iniziativa e la solidarietà globale che stanno dimostrando i capi di stato e di governo europei, ma allo stesso tempo in considerazione della gravità e della proporzione di questa crisi, mi aspetterei naturalmente che i leader europei facessero di più". Lo afferma il segretario generale dell'onu Ban Ki-moon nell'intervista rilasciata alla Radio Vaticana in prossimità della visita di papa Francesco all'Onu (il 25 settembre).
"Le persone stanno fuggendo dalle guerre e dalle persecuzioni e per questo devono essere adeguatamente e velocemente protette. Questa è una sfida senza precedenti per il mondo intero, in particolare per l'europa. Deve essere però notato che anche il continente europeo e i suoi abitanti hanno beneficiato di questo tipo di migrazione e ricerca della libertà e di migliori opportunità. Ora che queste europee costituiscono le più grandi e ricche economie del mondo, speriamo che mostrino la loro solidarietà globale e la loro guida misericordiosa, prendendosi cura anche di tutte queste situazioni umanitarie".
Il 64% degli italiani favorevole all'appello del Papa. L'appello di Papa Francesco non cade nel vuoto. Gli italiani sembrano propensi ad accogliere chi scappa dalla guerra e dalla povertà. Il campione interpellato dal sondaggio Ixè realizzato per Agorà, trasmissione in onda su Raitre, è in larga maggioranza, 64%, favorevole alle parole del Santo Padre. Il 34% ritiene invece che prima debbano essere aiutati gli italiani in difficoltà. Italiani invece divisi sulla risposta dell'Europa all'emergenza profughi: il 46% la ritiene interlocutoria, mentre il 33% la considera una svolta. La percentuale ancora alta, il 21%, di chi non si esprime sottolinea la difficoltà del tema. Quanto al ruolo di Renzi nel cambio di rotta Ue, per il 68% il premier non è stato il protagonista di questa svolta, mentre il 23% gli riconosce un ruolo determinante.
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