Il record di Angelino Alfano: 2500 giorni al governo
Il giuramento di ieri sera, per Angelino Alfano, precede una ricorrenza: in queste ore il neo-ministro degli Esteri, già ministro dell'Interno e vicepremier, già Guardasigilli, compie i 2.500 giorni al governo. Cambiano gli esecutivi, cambiano i presidenti del consiglio, lui c'è sempre. Fu promosso da Berlusconi, che lo volle pure coordinatore del Pdl a dispetto della presunta mancanza del "quid", è stato rilanciato da Enrico Letta (ricordate l'Abc, Alfano-Bersani–Casini?), è stato alleato fedele di Matteo Renzi, diventa capo della diplomazia italiana con Paolo Gentiloni. Tanto di cappello al nuovo signor Rieccolo, alla riedizione 2.0 di Amintore Fanfani: a soli 46 anni il deputato agrigentino ha una confidenza con il potere da fare invidia ai vecchi democristiani della sua zona. La sua permanenza sulle poltrone ministeriali, per dire, ha già superato quella di Calogero "Lillo" Mannino. Scusate se è poco. Avanti, Angelino, senza sosta. Con il passo felpato e il tweet quasi quotidiano. Con un'incomparabile capacità di tenere a galla la sua piccola navicella a trazione siciliana e, a bordo di essa, di far sopravvivere se stesso. Più forte di tutto: delle bordate quotidiane di Salvini sull'immigrazione ma anche di piccoli e grandi scandali, come l'intrigo Shalabayeva e il più domestico caso del fratello Alessandro, beneficiario di un incarico dorato alle Poste a dispetto di un curriculum malfermo. (Emanuele Lauria)
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