E’ quanto successo alle ore 21:00 del 23 maggio sul pullman della tratta Roma – Enna dove gli autisti di una nota compagnia di trasporti hanno fatto accomodare i migranti presenti sul pullman nei posti di dietro e i bianchi nei primi posti.
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Quello che è successo – dice Agostino Sella – presidente dell’associazione Don Bosco 2000 che ha in carico i ragazzi, lede i più elementari diritti dell’essere umano e configura un caso di discriminazione razziale in quanto l’art. 43 del d.lgs. 286/1998 considera discriminatorio ogni comportamento che comporti distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla razza, sul colore, l’origine o il credo. Il comportamento messo in atto dall’autista oltre ad essere moralmente inammissibile compromette il riconoscimento e il godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
Per sanzionare gli atti discriminatori l’Italia è dotata di norme penali e civili e quanto successo ai nostri ragazzi non resterà impunito. Presenteremo diffida all’azienda e chiederemo alla stessa il risarcimento per danno non patrimoniale da discriminazione ai sensi degli artt. 44 co. 7 d.lgs. 286/1998 e 28 co.5 d.lgs. 150/2011 a favore dei ragazzi in quanto vittime del comportamento discriminatorio posto in essere dai dipendenti dell’azienda.
Auspichiamo che eventi simili non si ripetano e che si possa vivere in un clima di integrazione e rispetto per il prossimo".