ero indeciso se riprendere l’argomento o lasciarlo perdere, considerato il tono, ingiustificato, ingiusto, e peraltro “irricevibile”, usato da te che sei pure amico mio.
- Il caso di cui parlo nell’articolo esiste, non è inventato, è stato da me approfondito quanto meritava. La suora è rimasta al pronto soccorso per oltre 24 ore, i medici si sono “acchiappati” davanti a tutti, ecc, ecc. Sulle disquisizioni dell’ospedale di Caltanissetta non è il caso di entrarci nel merito, perché non è quello il problema, ma il teatrino creato dai medici…Peraltro, caro Sebastiano, tu stesso lo confermi tra le righe. Forse per il ruolo che ricopri ti sei spinto ad una difesa d’ufficio della tua classe, tra l’altro non essendo presente durante l’accaduto, come hai confermato tu stesso;
- che l’ospedale Chiello sia in dismissione, prima di me lo hai detto tu insieme ai tuoi colleghi. Ti ricordo, che durante il mese di luglio, voi medici, ne avete dette di cotte e di crude sull’ospedale in cui lavorate, inviando una durissima lettera al direttore generale. Una lettera, ripresa da me, per un articolo su La Sicilia che allego che inizia così “Al Chiello persiste uno stato di malessere costante. L’ospedale è in balia di chiunque notte e giorno. Non esistono ne portieri e ne vigilantes”. Lo gridano con forza, non gli utenti, ma i medici dell’ospedale piazzese che hanno proclamato lo stato di agitazione per le carenze ormai croniche del nosocomio”…In quella lettera scritta, ripeto, da voi medici, vi spingevate ad altre affermazioni del tipo “lo smantellamento dei servizi” ecc, e cose ancora più pesanti. Peraltro, non capisco perché qualche mese fa eravate in protesta ad oltranza ed adesso non lo siete più considerato che niente nei piani di Iudica è cambiato. Non capisco perché è calato il silenzio totale da parte di tutti sulla questione dell’ospedale.
- E ancora non capisco perché:
- a luglio, che scrivevo male dell’ospedale, riprendendo giudizi pessimi espressi da voi medici nella struttura in cui lavorate, la mia penna non era dittatoriale mentre adesso lo è;
- se voi, medici piazzesi, scrivete male dell’ospedale piazzese va tutto bene, se invece scrivo male io che sono un cronista piazzese (non sono giornalista) sono il peggior nemico dei piazzesi;
- se voi, medici piazzesi, scrivete male dell’ospedale piazzese in cui lavorate non infangate il nome del Chiello e danneggiate la sua immagine, se ci scrivo io, invece, il danno diventa enorme.
Non vorrei caro Sebastiano, che per prendere la difesa d’ufficio dei tuoi colleghi, di cui peraltro ho stima, hai preso qualche abbaglio?!?
Mi dispiace, però, il tono che hai usato e le parole, non certo leggere, nei miei confronti che credo, francamente, di non meritare.
Quando al fatto di “essere sollecitato da Santa Madre Chiesa” che peraltro hai scritto erroneamente in minuscolo, te lo potevi risparmiare.
Anche perché mi conosci e sai che non sono facilmente “sollecitabile” come tu hai inteso da nessuno.
Se vengo a conoscenza di una notizia, da qualunque fonte questa venga, e la ritengo degna di nota, da chiunque arrivi, dopo averla verificata, cerco di pubblicarla, o provenga da “Santa Madre Chiesa” o dal sindaco o dagli oppositori del sindaco, o dai medici o dai pazienti.
Allora, secondo la tua tesi, per ogni cosa che scrivo sono sollecitato da qualche “santo”!?
Quando ho scritto dell’ospedale sono allora stato sollecitato dalla “Santa madre categoria dei medici” oppure quando scrivo di politica sono sollecitato da “qualche santo politico di turno….
Ma che vuol dire…
Peraltro, non capisco che ruolo, secondo te, dovrebbe avere uno che scrive notizie.
Cos’è notizia un medico che fa il proprio lavoro e per il quale è pagato!?
Allora perché non dovrei scrivere di un barista che fa bene il caffè che il cliente paga o di un barbiere che tagli bene la barba, o di un ingegnere che fa bene i suoi progetti e per cui è pagato.
Chi scrive, come credo pensi anche tu, o almeno hai pensato finora, deve servire da pungolo, deve mettere in risalto anche le cose che non funzionano, per cercare di migliorarle.
Allora a cosa serve la stampa…
E poi, quando eravamo uniti dalla militanza nella Rete e facevamo opposizione mettendo anche in risalto le cose che non funzionavano eravamo dei distruttori della città di Piazza Armerina…
Comunque, non so se so usare la penna, come dici, ma certamente non la uso in maniera dittatoriale e credo neanche in modo offensivo, come forse la hai usata tu con me.
Con la consueta cordialità e il tradizionale affetto.
Agostino
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Articolo pubblicato da La Sicilia nella prima decade di luglio 2007
Piazza Armerina. “Al Chiello persiste uno stato di malessere costante. L’ospedale è in balia di chiunque notte e giorno. Non esistono ne portieri e ne vigilantes”. Lo gridano con forza, non gli utenti, ma i medici dell’ospedale piazzese che hanno proclamato lo stato di agitazione per le carenze ormai croniche del nosocomio. I dottori hanno costituito l’Osservatorio Sanitario Permanente con lo scopo di monitorare le disfunzioni e le carenze che sono sorte negli ultimi tempi nel nosocomio della città dei mosaici. I medici mettono in risalto una serie di problemi e criticano la Direzione generale e la Direzione sanitaria sia aziendale che ospedaliera che definiscono un vero e proprio “muro di gomma”. Tra i problemi evidenziati dall’osservatorio c’è quello della scarsa organizzazione ospedaliera, con l’emissione di ordini di servizio che “non si preoccupano dei regolamenti vigenti”. Forte protesta anche per la carenza di personale medico ed infermieristico in quasi tutti i reparti. Un problema questo “che non permette di sostituire le unità mediche che vanno in malattia” con gravi difficoltà per i reparti e gli ambulatori. La protesta più eclatante è quella relativa alla sicurezza dei luoghi ospedalieri. I medici accusano lo smantellamento del servizio di guardiania e del sistema di video-sorveglianza. Poi riferendosi alle aree parcheggio dicono che in esse “regna il caos più assoluto” con un accesso non controllato nei reparti che sono invasi in tutte le ore dai visitatori. Insomma una protesta a 360° che presto dovrebbe sfociare in una forte ed eclatante azione di protesta. Dietro lo smantellamento dei servizi, secondo alcuni componenti dell’osservatorio, si potrebbe nascondere la volontà di far chiudere definitivamente l’ospedale che rappresenta un punto di riferimento importante per l’utenza sanitaria del centro Sicilia. Alle proteste dei medici si aggiungono quelle del comitato per la salute che ha visto nei giorni scorsi organizzare un sit in per scongiurare la chiusura dell’ex Inam. Nei prossimi giorni dovrebbe celebrarsi un consiglio comunale convocato esclusivamente per affrontare il problema. Queste iniziative, mettono in risalto un netto scontro tra la classe medica locale e le direzioni sanitarie, che potrebbero portare ad imminenti operazioni di protesta compreso lo sciopero nei prossimi giorni di alcune categorie.
Agostino Sella