venerdì 14 dicembre 2007

Pennisi: "mafia e cultura cristiana sono incompatibili"

Piazza Armerina. “Mafia e cultura cristiana sono incompatibili. La chiesa aiuti i mafiosi a pentirsi a riparare il male fatto e a diventare persone nuove”. E’ il cuore del messaggio del Vescovo Michele Pennisi in occasione del periodo di Avvento che ci accompagna al Natale. Il vescovo piazzese lancia un forte monito contro la mafia e contro i fenomeni criminosi che attanagliano la Sicilia ed invita i mafiosi a convertirsi e a trovare la via maestra anche con l’aiuto della Chiesa. “La lotta alla mafia – dice Pennisi - deve passare attraverso un rinnovato impegno educativo che porti ad un cambiamento della mentalità e del comportamento come quello che avvenne per un "capomafia" al tempo di Gesù di nome Zaccheo. Quando Gesù lo vide non gli fece un predicozzo “moraleggiante”, ma si “autoinvitò” a casa sua. E il capomafia non difese la sua onestà e la sua onorabilità, a partire dall’incontro con Cristo tirò le conseguenze pratiche: “Ecco Signore io dò la metà dei miei beni ai poveri e se ho frodato qualcuno gli restituisco quattro volte tanto". L'atteggiamento pastorale verso i mafiosi – continua Pennisi - ha come base la coscienza che la Chiesa è venuta gradualmente maturando circa l'incompatibilità di mafia e vita cristiana accompagnata dalla esigenza di prevenire i fenomeni criminosi ed aiutare i mafiosi a pentirsi , a riparare il male fatto e a diventare persone nuove. Per la maturazione di questa mentalità – continua il Vescovo - sono stati importanti gli esempi di tanti cristiani preti e laici impegnati a prevenire e contrastare il fenomeno mafioso. Questi e altri pronunciamenti della comunità cristiana sono culminati nel grido accorato di Giovanni Paolo II ad Agrigento il 9 maggio 1993. Più e oltre che una condanna del fenomeno mafioso – dice ancora il Vescovo - il Papa ha lanciato un richiamo forte e intenso alla conversione. A questa chiara coscienza la Chiesa siciliana deve sentirsi legata anche perché il suo cammino storico è stato suggellato dalla splendida testimonianza di don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia solo perché fedele al suo ministero”. Michele Pennisi, infine, ricorda anche le prese di posizione degli imprenditori siciliani. “In questo momento storico in cui vari imprenditori hanno avuto il coraggio di denunziare "il pizzo" e in cui vari appartenenti alla mafia sono stati catturati o uccisi – dice Monsignor Pennisi - la Chiesa rivolge a tutti i mafiosi l’invito a cambiare vita. Alla comunità cristiana oltre alla preghiera si richiedono dei gesti originali tesi alla prevenzione dei reati collegati col fenomeno mafioso (cooperative di lavoro, associazioni antiusura e antiracket, un uso modigerato del denaro, recupero ed inserimento sociale dei carcerati ed assistenza alle loro famiglie). Verso questa direzione – conclude il Vescovo - in questo periodo di Avvento, ci sono alcuni semi che bisogna far germogliare con la collaborazione di tutti”.
Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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