Piazza Armerina. Continua la lotta del comitato cittadino contro il pagamento delle caselle postali. I rappresentanti del comitato, Nino Di Catania (nella foto) e Salvatore Roccaverde, hanno incontrato il responsabile provinciale del servizio distribuzione di Poste Italiane, il dottor Luciano La Placa, per discutere il problema dei cittadini di Piazza Armerina che sono costretti ad utilizzare le caselle postali, per il mancato recapito della corrispondenza presso le loro abitazioni situate alla periferia della Città. Il responsabile di Poste Italiane, unitamente ai suoi collaboratori locali, si è impegnato a trovare una adeguata soluzione al problema posto, cominciando a verificare, zona per zona, la possibilità concreta di portare a domicilio la corrispondenza a tutti gli utenti la cui abitazione sia facilmente identificabile e raggiungibile. In alternativa, per le abitazioni sparse e quelle più lontane dal perimetro urbano, ha ipotizzato la collocazione delle “ caselle modulari”, come avviene anche in altre centri della Provincia, costituiti da armadi metallici, comprendenti una decina di caselle, e posti in alcuni punti cruciali delle varie zone. “abbiamo preso atto con soddisfazione – dice Nino Di Catania - della volontà di Poste Italiane di garantire il servizio di recapito domiciliare ai cittadini che non ne hanno finora potuto beneficiare, ma puntualizzamo che nel caso ciò fosse difficile da realizzare, non va pagato alcun canone per l’utilizzo delle caselle, il cui costo, esageratamente è aumentato con il 2008”. I rappresentanti del comitato inoltre si sono impegnati a sollecitare ulteriormente il comune per l’aggiornamento della toponomastica in tutte le zone periferiche della Città. La protesta dei cittadini era scattata per l’aumento vertiginoso dei prezzi delle caselle postali. Rispetto al 2007 si determinava un aumento che parte da oltre il 100%, per una famiglia di 3 persone, a circa il 300% o il 400% se la famiglia è composta da 4 o 5 persone. “Aumenti – dice sempre Nino Di Catania - semplicemente assurdi in uno stato civile e democratico per un servizio, quello del recapito postale, che dovrebbe essere pubblico e gratuito per tutti i cittadini, e non solo per quelli che abitano in zone del centro storico o della periferia, con indirizzo completo di via e numero civico”.
Agostino Sella
Agostino Sella