Chi è Patricio?
Borges e le note struggenti del tango costituiscono i punti di riferimento essenziali nel dipanarsi di questa vicenda che prende spunto da un graffito tracciato su un muro di Buenos Aires: “Patricio, te amo. Papà”.
Chi è l’autore di questo messaggio? E quando è stato scritto?
Borges e le note struggenti del tango costituiscono i punti di riferimento essenziali nel dipanarsi di questa vicenda che prende spunto da un graffito tracciato su un muro di Buenos Aires: “Patricio, te amo. Papà”.
Chi è l’autore di questo messaggio? E quando è stato scritto?
Lo scopriremo il 18 dicembre alle ore 19,30 al Teatro Garibaldi di Piazza Armerina.
Patricio lo ritroveremo nell’adattamento teatrale, che ha curato l’attrice Elisa Di Dio, partendo dalle supposizioni narrative che l’autore del romanzo, W.Veltroni, ha immaginato, modulandolo in cinque possibili storie.
L’adattamento teatrale, che vedrà studenti del Commerciale e Geometri di Piazza Armerina ed attori professionisti de L’Arpa di Calascibetta, racconterà di Patricio, che si ritroverà in monologhi popolati di voci e volti, che hanno per sfondo la Buenos Aires di ieri e di oggi e al centro la complessità del rapporto tra padre e figlio.
Fra la dichiarazione d’amore di un padre a un figlio e le motivazioni reali di quel gesto, sta la libertà d’invenzione sottesa ad ogni atto di narrazione, la capacità di partire dal dato reale per procedere lungo la strada dell’affabulazione fantastica, in grado di catturare l’attenzione del lettore-spettatore.
Lo spettacolo accoglie e condensa linguaggi diversi, il cinema, la danza, la musica, citando autori che hanno interpretato il sentire profondo dell’Argentina, come Borges, Bechis, Piazzolla, amplificando la “visionarietà” emotiva del testo.
Il pubblico esterno è invitato. L’ingresso è gratuito.
L’adattamento teatrale, che vedrà studenti del Commerciale e Geometri di Piazza Armerina ed attori professionisti de L’Arpa di Calascibetta, racconterà di Patricio, che si ritroverà in monologhi popolati di voci e volti, che hanno per sfondo la Buenos Aires di ieri e di oggi e al centro la complessità del rapporto tra padre e figlio.
Fra la dichiarazione d’amore di un padre a un figlio e le motivazioni reali di quel gesto, sta la libertà d’invenzione sottesa ad ogni atto di narrazione, la capacità di partire dal dato reale per procedere lungo la strada dell’affabulazione fantastica, in grado di catturare l’attenzione del lettore-spettatore.
Lo spettacolo accoglie e condensa linguaggi diversi, il cinema, la danza, la musica, citando autori che hanno interpretato il sentire profondo dell’Argentina, come Borges, Bechis, Piazzolla, amplificando la “visionarietà” emotiva del testo.
Il pubblico esterno è invitato. L’ingresso è gratuito.
Giovanni Scollo