mercoledì 21 gennaio 2009

Con una bombola vuole minacciare il sindaco. Arrestato.

Piazza Armerina. Entra al comune. Ha in mano una bombola a gas. Cerca il sindaco per minacciarlo. Vuole a tutti i costi un sussidio. Interviene prontamente la polizia e lo arresta. Erano circa le 14 e 30 di ieri, quando Michelangelo Perla, porta il panico negli uffici del comune della città dei mosaici. Perla fa intrusione nelle scale della sede centrale di Atrio Fundrò. Ha in mano una bombola con qualche residuo di gas dentro. Arriva nel corridoio che conduce nella stanza del sindaco. Minaccia i dipendenti. “Non ho un euro – gli dice – voglio i soldi. Voglio parlare subito Carmelo Nigrelli, il sindaco”. Alcuni dei dipendenti entrano nel panico. Il vice segretario Giuseppe Buscemi non si fida, ha paura. Compone il numero del comandante dei vigili urbani. “Dopo la telefonata di Buscemi ho fatto subito recare una pattuglia al comune – dice il comandante Pietro Viola – ed allertato immediatamente la polizia”. In pochissimo tempo arrivano in piazza Garibaldi anche gli uomini della polizia di stato. Tre pattuglie agli ordini del vice questore aggiunto Giancarlo Consoli. Nel giro di qualche minuto, Michelangelo Perla, disoccupato di professione, si ritrova in manette. Nei suoi confronti un accusa di tentata violenza aggravata, minacce gravi e tentata violenza a pubblico ufficiale. Ad ammanettarlo 6 uomini della polizia. Consoli dirige le operazioni con saggezza. Non è facile fermale Perla che continua a minacciare con la bombola in mano. Collaborano alle operazioni anche i vigili urbani. “Lo porteremo nella casa circondariale di Enna – diceva ieri pomeriggio al nostro telefono il 39 enne vice questore aggiunto Consoli – dove sarà a disposizioni del GIP per tutte le indagini del caso”. Insomma, i disoccupati esasperati sono sempre di più nella città dei mosaici. Perla che ha 42 anni però non e nuovo a questo tipo di proteste. Insieme a Camerino quest’estate si trovava anche lui sui tetti del comune. Già nella scorsa legislatura si era incatenato davanti Sala delle Luci. Grazie alle catene ebbe un piccolo incarico in una cooperativa. Sembra però che alcuni, della disoccupazione, ne facciano un mestiere. Per la verità, Michelangelo Perla ha avuto numerosi datori di lavoro. Ha lavorato con l'Ato e con Sicilia Ambiente. “Sono stato un "cent'unista" con la forestale”, diceva qualche tempo fa con orgoglio. Perla è divorziato, ha due figli a carico, uno di undici ed una di tredici anni, che il magistrato ha affidato alla madre di lui. “Gli assistenti sociali mi hanno mandato al Sert – diceva qualche tempo fa - e mi hanno rovinato la vita con tutte le cose che mi hanno dato, mi hanno distrutto. Di mia moglie meglio non parlarne – diceva ai tempi del suo incatenamento davanti sala delle Luci - è stata un’esperienza fallimentare. Per fortuna c’è mia madre che accudisce i bambini. E’ lei che li cura come una mamma”.
Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


___________


"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

TUTTI GLI ARTICOLI