domenica 3 maggio 2009

Le cinque opere di Germanà con i bambini piazzesi.

Piazza Armerina. Cinque opere per ricordare i bambini vittime di abuso e di violenza. L’associazione Meter, insieme all’associazione Don Bosco 2000 nell’ambito del progetto “Creativamente in Famiglia” finanziato dalla fondazione per il sud, grazie alla collaborazione di Enzo Germanà, hanno realizzato una serie di opere che possono rientrare nell’ambito delle arti contemporanee, con l’applicazione di materiale riciclato, che sono state esposte davanti il teatro Garibaldi. Alle opere hanno contribuito in maniera sostanziale i bambini che frequentano il centro educativo salesiano di via Garibaldi 75. “Le opere – dice Germanà – sono state realizzate con il contributo importante dei bambini che hanno messo a disposizione la loro creatività e la loro spontaneità. Si tratta – dice l’artista piazzese – di cinque installazioni che rappresentano al tempo stessa la sofferenza e la speranza dei bambini”. Tutte le opere sono state realizzate con materiale riciclato. Germanà ha fatto usare di tutto. Dalle biciclette rotte, alle costruzioni dei bambini non utilizzate, ai ritagli di giornale. Sono state usate anche due carrozzine trovate vicino i cassonetti della spazzatura. Un’opera è stata realizzata con una rete in acciaio di un lettino collocata verticalmente. Nelle varie finestrelle della rete sono state collocate una serie di immagini colorate e foto di bambini. “Rappresenta la gioia, la tristezza, ma anche la speranza del futuro” dice Germanà. Un’altra opera ha invece come base un girello su cui è installato un tubo dove sono attaccati un centinaio di articoli di giornale scelti che parlano di tragedie dell’infanzia. Una installazione è stata invece creata con tubi neri che prima servivano per irrigare i campi. Un’altra invece è stata realizzata con le costruzioni che i bambini dell’oratorio salesiano non utilizzavano più. “Spero – dice Germanà – che questo lavoro possa servire ai bambini con cui ho lavorato. Ognuno di loro – dice l’artista – ha dentro qualcosa di particolare. Anche in quelli più discoli c’è dentro qualcosa di buono. Si tratta di fare scattare dentro di loro una molla per fare in modo che possano dare il meglio di se stessi”. Durante tutto il mese di maggio i lavori saranno installati in maniera permanente nella piazzetta San Giovanni.

Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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