venerdì 26 giugno 2009

Carmelo Nigrelli incontra la città in piazza Falcone e Borsellino, il prossimo martedì alla 20.30

di Guglielmo Bongiovanni.
Chissà forse il comizio ritorna ad essere uno strumento per ritornare a fare politica sul serio. Il sindaco Carmelo Nigrelli incontra la città Martedì 30 giugno. E lo fa non in un teatro, in giacca e cravatta, non in un albergo, tra un aperitivo e una degustazione, ma in piazza tra la gente. Alle 20.30 in piazza Falcone e Borsellino il Primo Cittadino parlerà alla città, alla vecchia maniera, come si usava negli anni settanta e ottanta. Del resto il Comizio fin dall’antica Roma era il luogo aperto per eccellenza dove si svolgevano le assemblee dei cittadini. Oggi, chissà, forse ritorna ad essere il luogo dove i nostri rappresentanti scendono dallo scranno più alto per avvicinarsi alla gente. Non chiedendo voti ma per raccogliere le problematiche irrisolte, per raccogliere i suggerimenti e anche gli sfoghi di chi non è soddisfatto di chi governa la città. Ma il comizio ha un posto centrale anche per chi vuole farsi conoscere e apprezzare per quelle che sono le proprie qualità amministrative e soprattutto per gli obiettivi programmatici “qualificanti” che questo governo si propone. C’è chi c'è morto sul palco (Enrico Belinguer) parlando con gli operai di Padova privilegiando, seppur in una democrazia proporzionalista, il rapporto diretto fra leader e società civile a dimostrazione di quanto possa risultare determinante per l’attività amministrativa oltre che sul piano squisitamente politico instaurare quel feeling con la città con la gente che la abita. Ritengo che questa sia la strada giusta. Oggi la città vuole sentirsi abbracciare da un leader, vuole vedere il suo comandante in capo, vuole imparare a conoscerlo, vuole cercare di capire se il contenuto delle sue azioni siano il prodotto delle sue debolezze o della sua personalità politica carismatica. Vuole capire se dietro le azioni di governo ci sia una concreta progettualità di crescita per la città o si viva alla giornata, vuole capire se la macchina amministrativa funzioni, se i suoi assessori diano gli imput giusti alla macchina amministrativa comunale, vuole sentire parlare di lavoro, di turismo, di riqualificazione del centro storico, di progetti imminenti o in fase di realizzazione per la città.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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