martedì 22 settembre 2009

Riprendiamoci la città! Parte seconda

Tanto per rispondere al commento, fatto alla parte prima, dall’anonimo (Tra parentesi…non sopporto chi scrive e commenta sotto lo scudo dell’anonimato, ritenendolo un indegno malcostume che anche un blog non dovrebbe incentivare;non me ne voglia l’amico Guglielmo Bongiovanni!), no! Nessuno dell’Amministrazione Comunale mi ha contatto e condiviso alcunché.
Avevamo concluso la parte prima con l’auspicio di un coinvolgimento della Società attorno al tema della convivenza civile: è successo! VIS UNITA FORTIOR, infatti nei giorni scorsi tante persone : Madri e Padri di famiglia, Appartenenti alle Forze dell’Ordine, Sacerdoti, Giovani Anziani, Operai e Commercianti, Professionisti..., mi hanno confermato come sia stato positivo e necessario mettere i riflettori sull’imbarbarimento dei comportamenti individuali e collettivi palpabili nella nostra cittadina.
Ho anche avuto il piacere di essere invitato, nelle vesti di Sociologo e redattore dell’appello ad una convivenza più civile, da Giuseppe Mattia il quale mi dato la possibilità di illustrare ai componenti il Laboratorio di politica sociale ( vicino al Movimento per l’Autonomia. n.d.a.) il senso dell’articolo “ Riprendiamoci la città!”.(Parte prima .Pubblicato su questo stesso sito.)
Devo confessare che ho accettato con piacere e che l’accoglienza è stata al livello delle persone che fanno parte di questo gruppo di lavoro composto da noti professionisti , studenti, lavoratori e dirigenti sportivi i quali hanno manifestato un grande interesse nei confronti del mio editoriale apparso sullo scorso numero e non solo lo hanno pienamente condiviso, ma lo hanno arricchito con considerazioni e note utilissime anche per chi scrive. Mi è stata data la possibilità, grazie alle loro domande, di chiarire come l’essenza dell’articolo pubblicato precedentemente non parlava dei grandi eventi, dei grandi crimini, ma di piccoli comportamenti devianti, di pillole di quotidiana inciviltà, di squarci nel tessuto ordinato della convivenza, di maleducazione la quale è molto più contagiosa dell’influenza A!
Gli squarci non vanno mai sottovalutati; lo squarcio nella vela va ricucito, lo squarcio nella chiglia può procurare un affondamento, uno squarcio nelle indagini può capovolgere il piano investigativo,insomma nel bene e nel male uno squarcio va sempre accuratamente valutato. Anche gli squarci nelle norme dei comportamenti collettivi non vanno sottovalutati, anzi, proprio questi, vanno attentamente tenuti sotto osservazione.
Gli squarci di cui mi voglio occupare in questo numero sono quelli provocati nella convivenza quotidiana del paese da quattro vastasi ( termine in uso nella città dò liotru) all’assalto delle regole della buona educazione e del rispetto del prossimo loro. In verità la categoria della vastaseria è diffusa su tutto il territorio nazionale, ma qui vogliamo occuparci dei vastasi autoctoni o d’importazione, che rischiano di diventare un modello di comportamenti, specie tra i giovani!!!
Chi sono i vastasiani?
Uno dei segnali di riconoscimento del vastasiano è il suo modo di parcheggiare, infatti per l’imbecille la sua auto è come una supposta: la deve avere sempre a portata di …., sicchè se la parcheggia sempre a portata, diciamo,…. di mano: dovunque a destra o a sinistra, anche nelle strade strette; per gli altri automobilisti difficoltà di manovra? Ma che gliene frega, il territorio è suo, è segnato come fanno i cani di cantunera, lui il vastaso parcheggia dove gli pare e come gli pare. E la Gente che aspetta l’ambulanza, il mezzo di soccorso? Si arrangino: troveranno loro una soluzione!
Diversa è la storia se un altro vastaso ha osato parcheggiare come lui fa normalmente, perché il vastaso 1 si ricorda immediatamente di essere titolare del diritto di passare con la sua supposta (.. pardon! Con la sua auto!) senza il rischio di aver danni o di faticare nella manovra a causa del vastaso 2.
Altro modo di parcheggio del vastaso 1/2 o della vastasa xx è quello di bloccare l’uscita di altre auto ferme in sosta, ma mossi sempre da motivi nobilissimi: come quello di comprare le sigarette, prendere un caffè “veloce” di venti minuti, comprare la scalora, salutare un amico che non vedeva da un sacco di tempo (.. almeno almeno da 2/3ore), comprare un gratta e vinci o ricaricare il telefonino per far buttare giù la pasta, e basta con gli esempi., anche perché chi legge potrebbe aggiungerne a iosa di motivazioni vastasiane udite con le proprie orecchie.
In sintesi il maleducato non parcheggia, ma… porcheggia! Tutti hanno presenti code interminabili di madri e padri di famiglia imbottigliati nelle auto a causa del maleducato/a di turno. Ma la cosa di sapore faunistico dei beoti 1 e 2 è il sorriso ebete e la voce garrula con i quali tornano sul luogo del misfatto, spinti da quel solo neurone che all’interno della scatola cranica si è attivato, e che grida sconsolato, come fa la particella di sodio della nota pubblicità dell’acqua minerale,:
“ Scùùsaaatiii……!”
A parte va analizzato il comportamento del/la supervastaso/a il/la quale non si degna neanche di scusarsi con una stupidaggine, ma ti guarda come a dire: “ MaTU non sai chi sono io? …e noi? Ne conosciamo la risposta: “Sì, lo so chi è LEI… un/a maleducato/a!” Certo per evitare il comportamento scorretto di questi pochissimi vastasi dal parcheggio selvaggio un grande aiuto sarebbero le strisce (..spero non solo di colore blu, ma anche tante bianche, e che non scompaiano dopo pochi mesi dalla messa in opera..),il prevedere zone di sosta consentite per il carico e lo scarico per chi ha delle attività,passi e zone di sosta per i residenti, le strisce per il passaggio pedonale non solo in centro, ma anche nelle periferie: un grande e non affrettato piano di mobilità cittadina.
Insomma, per mettere i parcheggiatori maleducati in riga, ci vogliono anche le strisce!!
Ah… dimenticavo, ci sono anche alcuni giovani già apprendisti vastasi che scorazzano o parcheggiano sui marciapiedi i loro motorini, costringendo anziani, signore con le carrozzine ed i loro bimbi a scendere con grave rischio per la pubblica incolumità; ma sìì!!! Loro possono: hanno imparato che in branco possono: sporcare, offendere gli adulti, schiamazzare a qualsiasi ora ed altro…!
A… proposito suggerisco di partire PRIMA con una campagna di sensibilizzazione civica e solo POI… con il rigore!!
E’ più efficace un’azione morbida, ma rigorosa e costante nel tempo che azioni episodiche e drastiche, anche perché l’influenza di tipo M…(…aleducazione) a quanto pare è stata molto contagiosa e non ha discriminato né l’età né la condizione sociale, purtroppo!!
Non sono Dottore in Medicina, ma dottore in Sociologia, eppure vi posso assicurare che UNA CITTA’ PIU’ SERENA, PIU’ ORDINATA, PIU’ EDUCATA E TRANQUILLA FAREBBE BENE ALLA SALUTE DELLA CITTA’ E DI TUTTI!!!

Foto in alto: Dott. Santo Pecoraro Criminologo

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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