Il 19 dicembre si è tenuta a Villa San Giovanni una grande manifestazione per dire no al Ponte sullo stretto di Messina.
Una manifestazione partecipata (al di là del solito balletto delle cifre) e consapevole, per dire no al Ponte sullo Stretto di Messina, opera inutile, dannosa, impossibile da costruire e per dire sì alle infrastrutture che servono davvero, si alla messa in sicurezza del territorio (specie dopo la terribile tragedia di Zancletta e Giampilieri), si al lavoro e allo sviluppo in armonia con il territorio e i suoi abitanti.
I manifestanti siciliani hanno lasciato i bus a Messina, fatto il concentramento all’imbarco della nave e poi hanno tutti simbolicamente fatto la traversata a piedi. Un lungo corteo si è quindi snodato per le vie di Villa San Giovanni.
Alla manifestazione era presente una delegazione ennese della Federazione della Sinistra, con i due segretari di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani Gaspare Di Stefano e Saro Consiglio. Presenti anche gli assessori regionali calabresi Michelangelo Tripodi del PdCI e Damiano Guagliardi di Rifondazione, rispettivamente all’Urbanistica e al Turismo, il segretario e consigliere regionale del PRC calabrese Nino De Gaetano e il suo omologo siciliano l’on. Luca Cangemi, Omar Minniti capogruppo del PRC alla Provincia di Reggio Calabria, Giorgio Cremaschi della Segreteria nazionale della Fiom-Cgil.
Tantissime le bandiere della Federazione della Sinistra, della Rete No Ponte, di Legambiente.
"Noi il ponte non lo vogliano" lo slogan più gettonato. Slogan anche contro l’on. Di Pietro di cui i manifestanti hanno ricordato il voto contrario nella passata legislatura allo scioglimento della Stretto di Messina Spa, "Il ponte unisce due cosche" invece figurava su molti cartelloni.
Una grande manifestazione funestata però dalla morte di uno degli oratori, il calabrese Franco Nisticò del Cordinamento per la SS106, che si è accasciato sul palco a causa di un malore al termine del suo intervento.
Nella tragedia accaduta, a quanto si apprende da notizie di stampa e dichiarazioni degli esponenti della Rete No Ponte, ha molto pesato il ritardo nei soccorsi e la non presenza sul posto di una vera ambulanza e di un defibrillatore. Presenti invece in maniera assolutamente eccessiva le forze dell'ordine; un numero tanto alto quanto inutile di carabinieri e poliziotti mobilitati per guardare una manifestazione assolutamente pacifica e sottratti ai loro compiti precipui in due Regioni in mano a mafia e ndrangheta. Questo eccesso securitario mal indirizzato ha, probabilmente, contribuito assieme a una campagna di disinformazione e di soffocazione del dissenso NO PONTE, creando già nei giorni precedenti un ingiustificato clima di allarme attorno alla manifestazione, inducendo i commercianti a tenere chiuse le loro attività.
In segno di lutto per la grave perdita di Franco Nisticò, è stata annullata la seconda parte della manifestazione che prevedeva anche un concerto musicale.
Una manifestazione che certifica la vitalità e la forza del movimento "NO PONTE"; un movimento che resiste da anni e che non ha mai mollato, un movimento in cui trovano spazio comitati locali, ambientalisti, comunisti, tanti cittadini senza tessera delle due sponde dello Stretto.
Stretto che vogliamo continuare ad attraversare in nave, perché il futuro di Sicilia e Calabria passa per uno sviluppo vero dei nostri territori e per un investimento serio sulle infrastrutture(strade, ferrovie, messa in sicurezza del territorio etc.) capaci di far crescere le nostre due terre, calabrese e siciliana, facendo leva su un economia rispettosa dell’ambiente e libera dai condizionamenti mafiosi.
p. Federazione della Sinistra ennese
Roberto Capizzi
Una manifestazione partecipata (al di là del solito balletto delle cifre) e consapevole, per dire no al Ponte sullo Stretto di Messina, opera inutile, dannosa, impossibile da costruire e per dire sì alle infrastrutture che servono davvero, si alla messa in sicurezza del territorio (specie dopo la terribile tragedia di Zancletta e Giampilieri), si al lavoro e allo sviluppo in armonia con il territorio e i suoi abitanti.
I manifestanti siciliani hanno lasciato i bus a Messina, fatto il concentramento all’imbarco della nave e poi hanno tutti simbolicamente fatto la traversata a piedi. Un lungo corteo si è quindi snodato per le vie di Villa San Giovanni.
Alla manifestazione era presente una delegazione ennese della Federazione della Sinistra, con i due segretari di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani Gaspare Di Stefano e Saro Consiglio. Presenti anche gli assessori regionali calabresi Michelangelo Tripodi del PdCI e Damiano Guagliardi di Rifondazione, rispettivamente all’Urbanistica e al Turismo, il segretario e consigliere regionale del PRC calabrese Nino De Gaetano e il suo omologo siciliano l’on. Luca Cangemi, Omar Minniti capogruppo del PRC alla Provincia di Reggio Calabria, Giorgio Cremaschi della Segreteria nazionale della Fiom-Cgil.
Tantissime le bandiere della Federazione della Sinistra, della Rete No Ponte, di Legambiente.
"Noi il ponte non lo vogliano" lo slogan più gettonato. Slogan anche contro l’on. Di Pietro di cui i manifestanti hanno ricordato il voto contrario nella passata legislatura allo scioglimento della Stretto di Messina Spa, "Il ponte unisce due cosche" invece figurava su molti cartelloni.
Una grande manifestazione funestata però dalla morte di uno degli oratori, il calabrese Franco Nisticò del Cordinamento per la SS106, che si è accasciato sul palco a causa di un malore al termine del suo intervento.
Nella tragedia accaduta, a quanto si apprende da notizie di stampa e dichiarazioni degli esponenti della Rete No Ponte, ha molto pesato il ritardo nei soccorsi e la non presenza sul posto di una vera ambulanza e di un defibrillatore. Presenti invece in maniera assolutamente eccessiva le forze dell'ordine; un numero tanto alto quanto inutile di carabinieri e poliziotti mobilitati per guardare una manifestazione assolutamente pacifica e sottratti ai loro compiti precipui in due Regioni in mano a mafia e ndrangheta. Questo eccesso securitario mal indirizzato ha, probabilmente, contribuito assieme a una campagna di disinformazione e di soffocazione del dissenso NO PONTE, creando già nei giorni precedenti un ingiustificato clima di allarme attorno alla manifestazione, inducendo i commercianti a tenere chiuse le loro attività.
In segno di lutto per la grave perdita di Franco Nisticò, è stata annullata la seconda parte della manifestazione che prevedeva anche un concerto musicale.
Una manifestazione che certifica la vitalità e la forza del movimento "NO PONTE"; un movimento che resiste da anni e che non ha mai mollato, un movimento in cui trovano spazio comitati locali, ambientalisti, comunisti, tanti cittadini senza tessera delle due sponde dello Stretto.
Stretto che vogliamo continuare ad attraversare in nave, perché il futuro di Sicilia e Calabria passa per uno sviluppo vero dei nostri territori e per un investimento serio sulle infrastrutture(strade, ferrovie, messa in sicurezza del territorio etc.) capaci di far crescere le nostre due terre, calabrese e siciliana, facendo leva su un economia rispettosa dell’ambiente e libera dai condizionamenti mafiosi.
p. Federazione della Sinistra ennese
Roberto Capizzi