venerdì 18 dicembre 2009

Una preghiera a Padre Bognanni: La nostra Patrona ci stupirà ancora una volta

Non ho letto i commenti che alcuni lettori hanno inviato alla redazione del blog esprimendo l’opinione che la Madonna “Maria Santissima delle Vittorie” non debba andare al Museo Diocesano. Non conosco, quindi, le ragioni che sostengono il netto rifiuto a poter ammirare il Vessillo della Patrona della Diocesi presso il museo diocesano della città. Se mi è concesso, essendo un portatore della Madonna dal 1992, vorrei esternare alcune mie riflessioni. Voglio fare una premessa da cui partire e sviluppare un minimo di ragionamento. In primo luogo credo che padre don Filippo Bognanni sia stato il protagonista della rinascita di un movimento di giovani che attraverso la fede, la preghiera e sopratutto la difesa delle nostre tradizioni religiose, attorno alla nostra Patrona, abbia sviluppato in noi un attaccamento verso “Maria” di cui ci sentiamo fieri. Personalmente mi piace definire padre Bognanni come il custode del Vessillo di Maria Santissima delle Vittorie. Sono sicuro che il nostro parroco non si senta il proprietario della Madonna ma certamente è il responsabile del tempio voluto dal barone Trigona per custodire il glorioso Vessillo. I portatori, poi, nella stragrande maggioranza dei casi, sono le braccia del parroco. Sentono la patrona addosso, nel proprio cuore, non solo il 15 agosto quando fa capolino per le vie della città, ma ogni giorno. Vi assicuro che molti di noi portatori, nel corso della giornata, volgiamo per un attimo lo sguardo verso la Basilica Cattedrale per dire Grazie alla nostra Patrona! Nessuno sa, ad eccezione di padre Bognanni, perché più di cento portatori sono li a custodire il Vessillo dal 5 al 17 agosto. Nessun altro ha mai chiesto ai portatori il significato e il valore che riveste quel Vessillo per ognuno di noi. Ogni anno però assistiamo al tentativo di sminuire o meglio “modernizzare” la festa simbolo della città sia sotto l’aspetto religioso che storico. Ogni anno, personalmente, provo la sensazione che qualcuno dimentica che Piazza Armerina è, e continuerà ad essere, fino alla fine dei tempi la sede del Vescovo. Nessuno mai ci toglierà quello che questa città ha avuto meritatamente riconosciuto per la sua ricchezza economica, spirituale, culturale e di intelligenze che nei secoli ha prodotto e di cui quel Vessillo né è parte integrante essendo legato indissolubilmente a un tradizione religiosa, spirituale e popolare fin dall’anno della suo ritrovamento (1348). Chiaramente la decisione unilaterale di spostare il Vessillo dalla Basilica al museo diocesano può scatenare delle reazioni negative. Al riguardo con umiltà e profonda educazione rivolgo una preghiera a padre Bognanni a cui sono legato da profonda stima, amicizia e ammirazione. Caro padre Bognanni la casa dove pregare la Madonna è la Basilica Cattedrale però, caro Padre, questi giorni possono essere importanti per dare la possibilità, ai miscredenti, agli atei moderni, e ai fedeli che giungeranno da tutta la diocesi di vedere gli occhi, il viso e la bellezza della nostra Patrona di vedere attraverso il Bambino Gesù, che tiene in braccio, il valore che quel Vessillo ha per la città di Piazza Armerina per la sua storia, per la sua tradizione. Sono sicuro che la nostra Madre ci stupirà anche questa volta e sono sicuro che chi renderà visita alla Patrona lo farà con tutto quel rispetto e quella fede che essa merita. Padre saremo noi portatori a custodire quel vessillo ancora per una volta!

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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