Piazza Armerina. Trentacinquemila euro spariti nel nulla. Rubati dall’armadio in cui erano custoditi. La villa romana del Casale non ha pace. Dopo le lungaggini sui lavori adesso spariscono pure i denari degli incassi. I ladri si sono intrusi, nella notte tra martedì e mercoledì, nei locali degli uffici della Villa Romana che si trovano nella centralissima piazza Garibaldi, nel cuore del centro storico. Già sapevano dove si trovavano i soldi e sono andati a colpo sicuro. I 35 mila euro erano in un armadio. Probabilmente tutti a mazzette di piccolo taglio. Tranquilli, nella notte i malviventi sono entrati senza rompere nulla, neanche un vetro. La porta d’ingresso degli uffici era intatta. Due le possibili vie: o erano nascosti dentro gli uffici prima che gli impiegati chiudessero oppure possedevano le chiavi della porta di ingresso. Invece l’uscio della stanza dove si trova l’armadio era forzato. Di quella serratura i malfattori non possedevano la chiave. Invece dell’armadio dove erano contenuti i 35 mila euro i ladri la chiave l'avevano. L'hanno infilata nella serratura e, senza nessun
fastidio, hanno prelevato con tutta calma gli incassi degli ultimi giorni. La mattina, i dipendenti, appena arrivati hanno chiamato i carabinieri. Adesso si indaga. Di solito funziona così. Gli incassi dalla villa romana del Casale vengono portati nella sede del museo, in Piazza Garibaldi. La vengono divisi. Il 55% alla regione, il 30% al comune ed il 15% all’alto commissariato di Sgarbi. Sorgono spontanee alcune domande. Come è possibile che un ente importante come il museo della villa romana del casale, che gestisce migliaia di euro in
contanti al giorno non contiene nessuna cassaforte? Come è possibile, che tali somme vengono depositate e lasciate incustodite nelle ore notturne? Tutto questo è un mistero e dimostra la gestione grossolana del più importate sito romano della Sicilia. Dopo questo ennesimo affronto, l’alto Commissario della Villa Romana del Casale ha proposto la gestione del sito al FAI, il fondo per l’ambiente Italiano, che in Italia gestisce importanti siti culturali. In effetti le lamentele provengono da tutte le parti. Gli impiegati al museo della villa sono una trentina. Forse di più. “Alcuni lavoriamo il doppio di quanto ci spetta - dice uno di loro - ma ci possiamo contare sulle dita di una mano. Altri non fanno nulla. Vengono in ufficio alle 10 e se ne vanno alle 11. Ma nessuno li controlla”. Eppure nella struttura ci sono architetti, professionisti. Ma nessuno conosce il loro lavoro. E’ uno spaccato della Sicilia che non funziona.
Agostino Sella