Piazza Armerina. Assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Dopo 6 anni di calvario, Silvio Pranio, il sessantenne imprenditore piazzese che gestisce una serie di strutture ricettive in Sicilia, viene dichiarato dalla seconda sezione della corte di appello di Caltanissetta. Il procedimento riguardava una presunta estorsione commessa a danno di due ambulanti che operavano nei pressi della villa romana del Casale nell’anno 2004. Pranio, era stato addirittura condannato in primo grado dal tribunale di appello di Caltanissetta con rito abbreviato alla pena di due anni e quatto mesi di reclusione. Sentenza, peraltro, confermata dalla prima sezione della corte di appello di Caltanissetta. Su ricorso dello stesso Pranio la corte di cassazione aveva annullato la sentenza di secondo grado rimettendo gli atti alla stessa corte per un nuovo giudizio. Alla fine della vicenda, dopo ben 6 lunghi anni, Silvio Pranio è stato assolto con la formula: “perché il fatto non sussiste”. Dice l’interessato della contorta vicenda giudiziaria: “Ho sempre avuto fiducia nella magistratura. Mi lagno, però, di quanto ho sofferto in ben sei anni di peripezie dovute al fatto che con l’avvio di provvedimenti penali per reati anche insussistenti si vanno a ledere l’onorabilità, la credibilità e la serietà di chi ha la disavventura di incappare nelle maglie di questi procedimenti. Dal 2004 – continua Pranio – ho convissuto con l’infamante accusa e relativa condanna per una estorsione mai commessa. Questo è assurdo. Per me, questa condanna per un fatto non commesso, ha comportato dei danni incalcolabili. La prefettura di Enna non mi ha potuto rilasciare il certificato antimafia con la conseguente rescissione di diversi contratti in corso con molti comuni. Inoltre – continua l’imprenditore piazzese – ho avuto la revoca, nonostante le opere già realizzare e collaudate, dei contributi comunitari di cui ero stato destinatario e sono stato estromesso da diverse associazione di categoria. Insomma ho ricevuto – conclude Pranio – danni gravissimi non solo alla mia immagine di imprenditore e cittadino ma anche a quella della mia famiglia”
Agostino Sella