martedì 1 giugno 2010

La parata militare di domani è una grande cavolata. Proposta delle ong. 10 milioni di euro per i precari

(AGI) - Roma, 1 giu. - Sospendere la parata militare del 2 giugno e destinare i fondi risparmiati a coprire l'indennita' di disoccupazione a 32.200 precari che hanno perso il lavoro".
E' quanto chiedono Giulio Marcon e Massimo Paolicelli, coordinatori della campagna 'Sbilanciamoci' che dal 1999 ha raccolto l'adesione di 47 organizzazioni della societa' civile, unite -ricordano da Sbilanciamoci- per impegnarsi a favore di un'economia di giustizia e di un nuovo modello di sviluppo fondato sui diritti, l'ambiente e la pace. "Troviamo fuori luogo che mentre si sta per varare una manovra economica che chiede pesanti sacrifici al paese si gettino in una anacronistica parata militare diversi milioni di euro", ammoniscono Marcon e Paolicelli, "costo che di fronte alla solita inesistente trasparenza della Difesa noi abbiamo calcolato in circa 10 milioni di euro. Solo per le impalcature della parata si spendono 700mila euro. E' bene ricordare che la Repubblica Italiana, come recita l'art.1, si fonda sul lavoro e mai come in questo momento la festa della Repubblica va dedicata non allo sfoggio di carri armati e cacciabombardieri, ma al lavoro, a chi lo perde e a chi e' costretto a far fronte alla grande emergenza sociale causata dalla crisi". (AGI) Red/Gav

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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