giovedì 18 novembre 2010

I cobas e l'anva confesercenti propongono la demolizione dell'ex cinema Ariston e dicono no ai parcheggi in piazza Falcone e Borsellino


“Si corre il rischio di vedere elevata l’ennesima cattedrale nel deserto con lo sperpero inutile di denaro pubblico.” Queste in sintesi le ragioni che spingono una parte del mondo sindacale, i Cobas e l’Anva Confesercenti, a dire no alla costruzione dei parcheggi seminterrati in piazza Falcone e Borsellino per proporre in alternativa l’area dove insiste l’ex cinema Ariston che sarebbe demolito. “Per la realizzazione di tale opera si corre il serio rischio, per ragioni tecnico-strutturali e geomorfologici, di vedere elevata una ennesima cattedrale nel deserto, cosa che in questo momento Piazza Armerina non ha bisogno, con lo sperpero inutile di denaro pubblico. Un cantiere aperto in eterno e mai concluso, come la Salerno-Reggio Calabria.
Per chi l’avesse dimenticato – continua la nota Anva/Cobas - per realizzare una semplice rotonda a Santa Croce ci sono voluti circa nove mesi. Figuriamoci la realizzazione di un’opera di dimensioni astronomiche come dovrebbe essere l’ipotetico parcheggio in piazza Falcone-Borsellino. A nostro parere non si è veramente consapevoli del danno che andrebbe a subire la nostra città sia per l’immagine che offriremo ai turisti che il danno economico per le attività commerciali del circondariato. Probabilmente molte delle suddette attività saranno costrette a chiudere, con tutte le conseguenze che questo comporterà nella vita economico-sociale dei diretti interessati. Perché non si prende in considerazione, seriamente, l’idea di realizzare la stessa opera ma all’aperto e senza strutture in cemento armato sull’area occupata attualmente dall’ex cinema Ariston?” propone l’Anva e i Cobas “eliminando cosi una struttura fatiscente, oltre che pericolante, inutile e ingombrante. La somma di 800 mila euro di mutuo necessario per iniziare la realizzazione dei lavori, appesantirebbe, se il mutuo dovesse essere acceso, notevolmente il bilancio del comune e i soldi per pagare gli interessi ricadranno direttamente o indirettamente sui cittadini. Perché andare ad impelagarci in una avventura imprenditoriale che non dà garanzie sicure sull’esito introitale e tantomeno sulla fine dei lavori, quando invece abbiamo da abbattere solo una struttura pericolante da decenni? Pertanto – chiude la nota di Cobas e dell’Anva - che si paghino pure le penali previste nel caso di opera non realizzata. Sicuramente, sarà sempre una spesa minore rispetto a ciò a cui si andrebbe incontro in corso d’opera. Altresì, verrebbe a realizzarsi un’altra area libera disponibile ad integrare non solo la superficie mercatale, risolvendo così definitivamente il problema dello spazio insufficiente per ospitare, per la sola mezza giornata gli operatori, alimentari e non, del mercato settimanale e per i restanti sei giorni e mezzo della settimana quello spazio potrebbe servire per esempio come integrazione dei parcheggi per i pullman dei turisti in modo da avere a detta dell’amministrazione quello slancio iniziale di cui il centro storico ha bisogno, ma anche come spazio per iniziative giovanili o per quant’altro la città vorrà usufruirne. “

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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