giovedì 27 gennaio 2011

Bascetta sull'olocausto.

Comunicato COBAS in occasione del giorno della memoria
E’ doveroso, in questo giorno, ricordare il livello di bassezza umana nella quale è arrivato a sprofondare il genere umano con lo sterminio di sei milioni di ebrei, zingari, dissidenti, omosessuali, disabili, ecc, insomma, dei cosiddetti diversi dai “puri”. Non scordiamo che esistono diversi tipi di olocausto.
C'è un olocausto storico, quell'immane assassinio collettivo che ha coinvolto 6 milioni di esseri umani inermi e innocenti e c’è un olocausto culturale.
Ma c'è un altro olocausto che rischia sempre ogni giorno di essere perpetuato. Un olocausto, una uccisione collettiva, che diventa "cultura". Anche questo olocausto "silenzioso" chiede di essere smascherato.
Come il 27 gennaio di molti anni fa, ad Auschwitz, l'esercito Russo ha "scoperto" l'abominio dell'orrore nazista, oggi occorre scoprire e smascherare i tanti orrori, alcuni già manifesti, altri "sotterranei" alla nostra società contemporanea.
Anche chiudere una fabbrica è olocausto, se si pensa allo strascico di disperazione e di vite sbandate che si porta appresso, allo stato di precarietà mentale e di instabilità emotiva che scaturisce dalla perdita di lavoro.
Questa anti cultura caratterizza il modello “Marchionne” inteso come evoluzione industriale e non come regressione al medioevo, l’edonismo sfrenato, il consumismo fine a se stesso, il mancato rispetto della vita a tutti i livelli, il bullismo nelle scuole e non solo, le ronde di cittadini che si fanno giustizia da soli, i discorsi e gli atteggiamenti razzisti, l'opinione in base alla quale non vi può essere altra idea con cui confrontarci, oltre la nostra, la paura dell’altro, la paura del diverso, il “velinismo” fatto politica, la negazione del diritto alla sicurezza sul posto di lavoro, la supremazia degli indicatori economici e finanziari sugli indicatori sociali e relazionali, la volgarità istituzionale e istituzionalizzata, la precarietà strutturale, una visione della vita relativistica, l’integralismo dell’imbecillità e l’idiozia fatta dogma....sono tutti momenti di questa "cultura", tanto comune da rischiare di essere una specie di "fiume carsico", sotterraneo e pronto a uscire dalla terra, portando con sè tutto il suo strascico di male, riportando alla luce della realtà tutti quegli elementi di assuefazione e di obnubilescente consenso drogato che rappresenta solo l’anticamera del male assoluto. E oggi la prima cosa che dobbiamo imparare è che se non impariamo dagli errori della storia, saremo condannati a ripeterli.

Piazza Armerina, 27 gennaio 2011
Il Coordinatore Provinciale COBAS
Bascetta Luigi

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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