lunedì 10 gennaio 2011

Randagi uccisi da polpette avvelenate. La Lav scrive al prefetto ed al sindaco

Piazza Armerina. Uccidere i cani randagi con le polpette avvelenate è ormai diventata una moda nella città dei mosaici. Nelle giornate scorse pare siano stati almeno una ventina i cani che soo scomparsi probabilmente a causa delle polpette che hanno ingerito. Cinque cani sono stati trovati morti mentre una quindicina di randagi mancano all’appello. Due i motivi dell’allarme. Uno relativo alla cattiva moda di disfarsi dei cani attraverso l’avvelenamento e l’altro quello della presenza di polpette avvelenate in zone frequentate da bambini. La Lav, con Lorena Sauli lancia un appello e scrive al sindaco Fausto Carmelo Nigrelli ed al prefetto Luciana Perrotta.
Dice la Sauli: "Le esche avvelenate sono state gettate nelle vicinanze di una scuola materna, la Peter Pan, e un centro per disabili gestito dall’Agedi, ciò impone a maggior ragione la tempestività di un intervento di bonifica. "Il sindaco in caso di episodi di avvelenamento, anche solo sospetto, deve dare immediate disposizioni per l’apertura di un’indagine da effettuare in collaborazione con le autorità competenti, e qualora venga accertata la presenza di bocconi o esche contenenti sostanze tossiche deve provvedere ad attivare tutte le iniziative necessarie alla bonifica dell’area interessata, ho anche chiesto di conoscere quali interventi il Comune intenda attivare per controllare il fenomeno del randagismo e scongiurare maltrattamenti sugli animali, come quelli sopradescritti”. Insomma un problema che continua nella città dei mosaici quello dei cani randagi che nonostante le iniziative dell’assessore alla sanità Innocenzo di Carlo continuano a gironzolare per le vie della città e sono un grave pericolo per i cittadini soprattutto nelle zone periferiche del centro abitato. “La situazione è diventata insostenibile – dice Salvo Adamo – non posso più mandare neanche i miei figli a buttare le buste con l’immondizia nei cassonetti per paura degli abituali randagi che si aggirano nella zona. Ci vuole una soluzione decisa che risolva una volte per tutte il problema. A volte per proteggere gli animali si penalizzano le persone. Non dovrebbe andare così”


Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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