sabato 2 aprile 2011

Colpiti nell'orgoglio. Il Chiello non morirà

Piazza Armerina. Il popolo piazzese è stato colpito nell’orgoglio. Non si era mia vista una manifestazione di protesta così. Non si erano mai visti uniti per un unico obiettivo, forze politiche di destra e di sinistra, sindacati, scuole, società civile, associazioni, semplici cittadini, bambini delle scuole elementari, ragazzi delle medie e delle superiori, casalinghe, pensionati, politici, imprenditori. C’erano proprio tutti a manifestare nel percorso che portava da Piazza Garibaldi all’ospedale con un unico slogan “giù le mani dal Chiello”. Un cordone di persone lungo almeno due chilometri.
Piazza Armerina ha fatto sentire forte e chiaro la sua voce. Cartelloni colorati che hanno preso di mira i politici e soprattutto il direttore generale Baldari.
“Hanno toccato la nostra identità – dice Totò Trumino – leader dei Vispi Siciliani che insieme ai suoi amici partecipa alla manifestazione in mountain bike - Finora hanno smantellato i reparti e siamo stati quasi zitti. Ma adesso basta.
Hanno toccato la nostra identità sospendendo le nascite. La mia generazione è nata tutta a Piazza Armerina. Mio padre e i suoi sette fratelli. Adesso non vogliono più che si nasca in questa città. Ma io non ci sto, noi non ci stiamo e neanche i quattromila che oggi manifestano”. Giuseppe Mattia, leader dell’Mpa è in mezzo la folla. “Baldari se ne deve andare – dice – cercherò di fare la mia parte con Raffaele Lombardo”. Luigi Bascetta, sindacalista in ombra in questi ultimi mesi, con la manifestazione ha ripreso il suo megafono. “Basta – grida alla folla – la politica regionale ha distrutto la sanità non permettiamoglielo più”. Giuseppe Marotta, ex consigliere comunale, è immischiato tra la folla. “Devono ritirare il decreto regionale – afferma – andremo prima a Enna e poi a Palermo a manifestare”. Tantissimi studenti presenti. Tutti i licei, il commerciale. “Io sono nato a Piazza – dice Giuseppe Magro figlio di un ristoratore – e voglio che nascano qui anche i miei figli. Siamo presenti con tutti i miei amici per protestare civilmente. Nessuno ci toglierà il Chiello”. Insomma, la città ha acceso i motori. Mai tanto coinvolgimento neanche nei tempi calda della campagna elettorale. Tutti a difesa del Chiello. Senza divisioni, tutti uniti, almeno questa volta.



Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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