Piazza Armerina. Almeno 3000 persone hanno partecipato alla processione del Venerdì Santo nella città dei mosaici. Una affluenza così numerosa non si vedeva da anni nella processione più importante dell’anno. Ben 5 ore di cammino del popolo piazzese che dietro le bare del Crocifisso, della Madonna in lacrime e dell’urna di Gesù, ha riempito con l’eco delle preghiere le viuzze del centro storico. Il Vescovo, i sacerdoti e le guardie del Santo Sepolcro hanno erano in testa al corteo che ha visto la partecipazione di tantissimi cittadini rappresentanti quasi tutti i ceti sociali della città. Ad animare il corteo in preghiera il diacono Mario Zuccarello ed i giovani della famiglia salesiana. “Non ho mai visto un corteo così composto che ha pregato dall’inizio alla fine della processione - ha detto Nicolò Barbera un giovane che insieme ad altri ha letto tutti i passi della via Crucis.
Ha detto il diacono Mario Zuccarello, che insieme a padre Mirco Janik ha animato tutta la settimana santa ed organizzato il corteo di preghiera: “Il venerdì santo celebre la passione e la morte di Cristo nella prospettiva della risurrezione, è il giorno in cui dal costato di Cristo in croce nasce la Chiesa. Non è un giorno di lutto, è un giorno di contemplazione e adorazione per l’offerta totale di Cristo al Padre. Il clima generale non è quello della tristezza, ma di una grande solennità, seppure austera. E’ la solennità serena di chi celebra il dono supremo di Gesù. La morte di Cristo non è una sconfitta, ma nella umiliazione del crocifisso si compie la vittoria sulla morte attraverso la vita donata. Per questo si parla di morte gloriosa e di “croce gloriosa”. Pur guardando al sacrificio cruento di Gesù, non si celebra con i toni di lutto o del cordoglio inconsolabile: della sofferenza e della morte violenta è già congiunta la prospettiva gloriosa della risurrezione. Silenzio-Contemplazione- e Supplica sono i tre atteggiamenti che manifestano un unico movimento interiore, che, per associarlo pienamente al sacrificio di Cristo, è unito ad un gesto esteriore, profondamente significativo che sono i Lamenti, segno caratterizzante la tradizione secolare dei riti della Settimana Santa a Piazza Armerina”.
Agostino Sella