mercoledì 13 aprile 2011

Intervento tecnico di Gioacchino Giunta sulla potatura degli alberi.

Noto parecchia confusione sull'argomento, pertanto, abbreviando il più possibile cerco di rendere noti i più elementari concetti di questa non facile ARTE. Premesso che, in molti casi, si deve ricorrere a interventi di
potatura per normalizzare lo stato vegetativo e di sviluppo di piante messe a dimora tempo prima, ogni intervento va eseguito soltanto se effettivamente necessario, poichè il ricorso alla potatura finisce per incidere sempre più sensibilmente sugli oneri manutentivi degli anni seguenti.

Presupposto essenziale all'esecuzione degli interventi di potatura è la conoscenza del portamento spontaneo delle diverse specie: non ha senso forzare la tendenza naturale delle piante ad assumere una certa forma, oltre che per motivi fisiologici anche perchè col tempo esse tendono a riacquistarla, creando problemi di competizione tra le branche.
Esistono diverse TIPOLOGIE DI TAGLIO DI POTATURA di cui mi limiterò a fare un semplice elenco, senza alcuna descrizione ad esclusione dell'ultima tipologia:
1)potatura di allevamento;
2)potatura di mantenimento;
3)potatura dirisanamento;
4)potatura di contenimento;
5)capitozzatura.
Quest'ultima, per intenderci, è quella praticata dal buon Di Prima: questo tipo di potatura ha significato soltanto in alcune pratiche naturali, peraltro in via di rarefazione; la capitozzatura consiste nell'asportazione pressochè totale della chioma delle piante, ottenuta mediante il taglio del tronco a una certa altezza o di buona parte delle branche principali. E' ALTAMENTE SCONSIGLIABILE per le conseguenze traumatiche che ha sulle piante, per il riscoppio vegetativo che provoca, con i conseguenti oneri di ulteriori potature negli anni seguenti, e per il pessimo effetto estetico. In piante trattate in tal modo, occorre, negli anni, intervenire con un'ulteriore tipologia di potatura detta di RISTRUTTURAZIONE, la quale, prevede l'eliminazione delle branche e dei rami in soprannumero, originatisi in modo disordinato come reazione all'energico taglio. PARLIAMO ORA DI TEMPISTICA:
l'epoca più appropriata per la potatura dipende dalla specie della pianta e dal suo stato vegetativo. il periodo più indicato è l'AUTUNNO-VERNINO, in coincidenza con il riposo vegetativo evitando il periodo più umido, che favorisce l'insediarsi di infezioni fungine.
Ritardando la potatura a fine inverno si può correre il rischio, ed è quello che è successo nel caso di Piazza Armerina, di non fare a tempo ad intervenire prima della cosiddetta entrata "in succhio" delle piante.
Tutto questo per quanto riguarda le caducifoglie, per le sempreverdi, la potatura è regolata da esigenze e criteri temporali differenti: la necessità di intervenire con tagli è sporadica e in ogni caso le piante non dovrebbero essere potate mentre sono in piena fase vegetativa, ma eventualmente poco prima per minimizzare eventuali traumi.
Gradirei far notare ai vari ed eventuali commentatori anonimi e non di questo magnifico blog che, la potatura, prima di essere un'arte è una scienza e come tale è dettata da principi oggettivi e non soggettivi come qualcuno ha cercato di insinuare. Sul fatto che le potature si eseguono o nel periodo autunno-vernino o
alla completa distensione delle foglie, nessuno mai potrà porre alcuna razionale obiezione.
Gioacchino GIUNTA

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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