Piazza Armerina. Si è svolta in data 31 marzo 2011 dinanzi al Giudice per l’Udienza preliminare, Dott.ssa Elisabetta Mazza, del Tribunale di Enna la camera di consiglio nel processo a rito abbreviato che vedeva imputati i Dott.ri Filippa Picicuto, Michele Farruggio e Angela Rizzo per il reato di omicidio colposo nei confronti della Sig.ra Grassia Maria Desirèe, deceduta presso l’ospedale Michele Chiello di Piazza Armerina nella notte fra il 12 ed il 13 aprile 2005.
La vicenda giudiziaria è finalmente giunta a conclusione, con l’assoluzione dei tre medici coinvolti con la formula piena “perché il fatto non sussiste”; il tutto con grande soddisfazione degli imputati presenti in aula che hanno avuto giustizia nel processo. Gli imputati sono stati assistiti nel corso del giudizio dagli Avvocati Michele Calcagno, Marco Di Dio Datola, Norberto Liggieri e Francesco Panepinto, che con la loro competenza e professionalità hanno aiutato il Giudice e il P.M. a gettare luce sulla totale assenza di responsabilità dei sanitari rispetto al decesso della Sig.ra Grassia. La parte offesa era invece assistita dall’avv. Salvatore Spinello di Piazza Armerina. L’assenza di elementi di responsabilità a carico degli specialisti dell’Ospedale Chiello e di qualsiasi apporto causale della loro condotta rispetto al decesso della Grassia hanno indotto, inevitabilmente, il Pubblico Ministero - Dott. Calogero Ferrotti - a chiedere l’assoluzione dei tre imputati. Tale richiesta è stata accolta dal Giudice Dott.ssa Mazza che ha chiuso una vicenda che poco o nulla aveva ancora da aggiungere rispetto a ben 4 perizie medico - legali redatte da altrettanti Consulenti Tecnici d’Ufficio, che affermavano a chiare lettere la totale assenza di responsabilità degli specialisti in questione. Quindi, come risulta dagli atti, a provocare il decesso non fu una forma di pericardite della quale la paziente aveva già precedentemente sofferto ma, al contrario, una forma di miocardite fulminante (patologia ben più grave ed acuta della semplice pericardite) che ha provocato il decesso della Grassia. In un tempo di in cui si parla tanto, forse troppo di vicende di mala sanità (degli specialisti sanitari dell’Ospedale Chiello e non), una parola di elogio va oggi spesa nei confronti dell’equipe sanitaria dell’ospedale Chiello coinvolta nella vicenda che, nel caso di specie, come emerso dalle carte giudiziali, ha operato con grande diligenza, cura e dedizione nell’esercizio delle proprie incombenze professionali.
Agostino Sella